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Discussione: India, luglio 2010...con una Royal Enfield

  1. #1
    TCP Rider L'avatar di momi20
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    India, luglio 2010...con una Royal Enfield

    Ciao ,e saluti a tutti i forumisti su due ruote e ai 429 ufficialmente registrati del forum della Suzuki 350. Quest’anno però ho dovuto “tradire” il mio DR 350.
    Guardando a gennaio una slideshow del New York Times, questa per la precisione India’s Highest Highway - The New York Times > Travel > Slide Show > Slide 1 of 13, mi ero iniziato ad interessare alla possibilità di una vacanza in India.
    Raggiungerla via terra, da Modena, fino a New Delhi (Italia-Turchia-Iran-Pakistan-India) sarebbero stati poco meno di 9000 km( calcolo da Google maps ), senza particolari difficoltà stradali.



    Inoltre avevo notato che il visto per l’Iran non comportava particolari problemi. Sull’attraversamento del Pakistan mi aveva rassicurato un ragazzo che lavora per un corriere e spesso passa dalla mia ditta. Nato in Pakistan, vive e lavora da alcuni anni in Italia: la sua famiglia risiede nel sud del paese e l’itinerario per raggiungere l’India attraverso il Pakistan che vedete in foto lui lo aveva definito senza problemi.
    Compro la cartina del Pakistan, ho già quella dell’Iran e inizio ad informarmi per il Carnet Du Passage necessario in Iran.
    Per riportare la moto indietro trovo in alcuni forum delle voci che parlano di una spesa sui 400$ per riportare la moto via nave in Italia.
    Poi ad aprile (o giù di lì) mazzata: la frontiera Iran –Pakistan via terra è chiusa: e chi se lo aspettava ?
    A quel punto potevo pensare di arrivare in Iran e poi spedire la moto via aerea o nave in India e poi via nave in Italia…budget fuori portata.
    Andata e ritorno della moto via nave per e dall’India…come sopra.
    Passare dal Tajikistan e dalla Cina…troppo poco tempo per organizzare una rapina in banca.
    Non mi rimaneva che una possibilità: volo + noleggio in loco della moto ed è quello che ho fatto.

    Questo il mio itinerario in senso antiorario in verde: i pallini rossi i posti dove ho dormito. Sono partito e rientrato a Delhi.



    Ho percorso circa 5200 km (in seguito spiegherò perché) dal 6 di luglio al 1 agosto ed ho attraversato 6 stati dell’India

    Per la voce spese

    Visto per l’India (consolato di Milano)---------------------------------------100 €
    Volo a/r Bologna-New Delhi (via Istanbul)---------------------------------490 €
    Noleggio Royal Enfield Electra 350cc (da 06/07/10 a 01/08/10)-----247,59 €
    Assicurazione on line------------------------------------------------------------ 88 €
    Vitto, alloggio, benzina, souvenir, musei ecc…--------------------------532,41 €

    Totale--------1458 €

    Ho iniziato a cercare su internet, con un primo problema: in India oltre a girare a sinistra, anche le moto hanno i comandi rovesciati: cambio a destra e freno a sinistra. La scelta quindi si riduceva, inoltre a dirla tutta volevo usare una Royal Enfield. Ho trovato questo negozio

    Bullet Bike Center | Rent Bullet In Delhi | Rent Bike In Delhi

    dopo un po’ di mail ho avuto il prezzo per noleggiare una Royal Enfield 350 . 550 rupie indiane al giorno, circa 9,17 €.. Comunque a Delhi c’è un quartiere Karol Bagh completamente pieno di negozi di nolleggio, vendita e riparazione moto: oltre alla possibilità di acquistare ogni tipo di accessorio, dal casco allo spillo. Suggerimento: arrivate, andate a Karol Bagh, fate il giro dei vari negozi, provate le moto e poi scegliete la miglior offerta. Fossi un pilota appena appena decente avrei senz’altro nolleggiato una Honda Hero 135cc, leggera e maneggevole, ma non l’avevo trovata coi comandi ordinari. Poi l’idea di guidare una Royal Enfield, non mi dispiaceva: nel 2008 era una delle moto che avevo valutato per l’acquisto, prima di orientarmi sul Suzuki DR 350. Per il volo ho trovato un’ottima offerta della Turkish Airlines: Bologna-Istanbul-New Delhi a/r a 490 €.
    Sono partito il 2 di luglio e sono tornato il 3 di agosto. Il periodo era buono per girare la zona del nord, Ladak e Kashmire, anche per il fatto che la tratta Manali-Leh è aperta da maggio a metà settembre e la Leh- Srinagar da aprile a metà settembre: al di fuori di questi periodi solo in aereo è possibile raggiungere Leh o Srinagar.
    Uno degli obiettivi del viaggio era il passo del Khardung La: 5600 mt sui cartelli indiani ma che in realtà dalle ultime rilevazioni dovrebbero essere 5.359 e che gli indiani definiscono il passo carrozzabile più alto al mondo. Esistono passi più alti e misurati, ma in alcuni casi i veicoli sono stati portati nelle vicinanze e di altri in zone del Tibet non si sa esattamente da quali tipi di veicoli siano percorribili. Gli indiani tengono a far notare che per carrozzabile intendono percorribile da ogni veicolo.ed io infatti ne ho viste di tutti i colori.
    Sinceramente una volta arrivato al passo del Khardung La, 40 km a nord di Leh non avevo chiaro dove poter andare. Da un forum indiano e alcuni giornali il Jammu Kashmir era in sommossa e verso maggio l’ambasciata italiana a Delhi sconsigliava nella maniera più assoluta di recarsi in quella zona…a parte le Maldive mediamente ti sconsigliano sempre parecchi posti. Poi alla fine mi sono detto che male fosse andata sarei tornato a sud percorrendo in senso inverso la Manali-Leh.

    Attrezzatura da viaggio
    Il casco lo avrei trovato in loco: troppo ingombrante.
    Guanti: recupero quelli da sci di mio fratello più adatti di quelli dello scorso anno: ho 2 passi oltre i 5000 mt e altri oltre i 4000



    la mia solita antivento arancione non sarà sufficiente col mio pile da 10€. Colpo di fortuna alla Decathlon di Faenza ai primi di maggio trovo le ultime svendite invernali e questo giaccone in saldo a 76€ si rivelerà perfetto nella parte di montagna



    Ho cambiato la macchina fotografica ,che per una caduta non chiudeva più bene lo sportellino: inoltre lo zoom 6x era un deboluccio per i paesaggi che mi aspettavo di trovare. Su Vendita e offerte prodotti per l’informatica e l’HiTech: computer, notebook, cellulari - Bow.it ho trovato davvero una buona offerta per la Kodak Easyshare Z950 con zoom 12x: poco più di 120€ con la spedizione



    Per la parte elettronica un lettore di schede, il mio PC mini della Asus e il gorilla tripod




    Pianificazione del viaggio: in pratica verso maggio mi è arrivato il materiale comprato su Amazon.co.uk: vi metto i prezzi comprensivi della spedizione

    Mappa 6, 8 € ( ottima)



    Per la guida apro una piccola parentesi. Da tanto tempo cerco di limitare l’uso e l’acquisto delle Lonely Placet e il motivo principale è che sempre più spesso i curatori delle varie guide sono soliti chiedere sconti o tariffe agevolate in cambio della citazione del locale o albergo in cui queste persone si rivolgono. Da alcuni anni ho scoperto la collana delle Footprint, collana inglese distribuita nelle versioni italiane dalla WhiteStar (WHITE STAR - BOOK SHOP) . Nata nel 1924 con la prima guida South American Handbook è una collana davvero interessante, scritta proprio per studiare degli itinerari. Andate a leggervi la storia di questa collana, merita. Purtroppo la guida sull’India non esiste in italiano, quindi ho dovuto prendere quella in inglese, che comunque con un solo volume copre tutta l’India a differenza della LP che ti obbliga a comprarne 2. Prezzo 15,6 €



    frasario Hindi + Urdu – Inglese 9 € (usato raramente, con l’inglese si è a posto nel 99% dei casi, perlomeno nelle zone che ho attraversato io)



    Poi come detto, il mio pile, 3 magliette grigie, 2 paia di jeans, scarponcini, scarpe da ginnastica, 2 magliette a manica lunga leggere, una pesante che con un paio di pantaloni lunghi da palestra funge solitamente da pigiama, 2 paia di calzettoni imbottiti, 2 di calzettoni da palestra, 3 paia di mutande e un poco di medicine e roba da toeletta. La giacca pesante era comunque troppo ingombrante e quindi ho spedito lo zaino nel bagaglio aereo, tenendo lo zainetto piccolo con roba elettronica e una borsa a mano col giaccone e i guanti come bagaglio a mano.
    Avevo il bancomat internazionale, la carta di credito e circa 1150 $ in contanti nella mia cintura portasoldi.
    Citazione dovuta per il mio amico Fabrizio detto “Beuto” che mi ha accompagnato all’aeroporto e mi è poi venuto a prendere al ritorno



    Qui sono al chek-inn a Bologna




    arrivo a Delhi alle 3,40 di mattina ( se risparmi c’è qualche piccolo sacrifico): i taxi hanno un prezzo concordato di 400 ( 6,6 €)rupie, ma memore della esperienza in Birmania mi dico che deve per forza esserci un mezzo più abbordabile per raggiungere la zona della stazione centrale dove ho l’albergo…infatti gironzolo fuori e chiedendo trovo il bus: 30 rupie, mezzo euro



    la nuova stazione centrale di Delhi



    la mia strada Main Bazar, in piena ricostruzione, sono circa le sei del mattino




    prendo un tè


    poi trovo il mio hotel, lo Smyle Inn, in una laterale, circa 6 €, ma ho tutto il piano a mia disposizione…si perché la mia è l’unica camera agibile del secondo piano, le altre le stanno risistemando i muratori



    aspetto le 8 per la prima colazione e poi decido che è inutile aspettare ed esco per andare al negozio a definire il noleggio della moto. Sinceramente non amo usare come trasporto i risciò a pedale e visto che esiste la metropolitana, la rete ferroviaria e i bus decido per quanto possibile di usarli.
    Scarpino un poco, ma arrivo alla fermata della metro, poi scendo alla fermata di Karol Bagh e ci metto un pochetto a trovare il negozio


    mi fanno vedere la moto e poi decido di venire a definire il contratto sabato pomeriggio e di partire domenica il 4 , anche per il fatto che qui il lunedì è giorno di chiusura. Voglio almeno 2 giorni per visitare Delhi e penso che la cosa migliore, per entrare un poco nell’idea del paese sia di scarpinare e usare i mezzi pubblici.
    Prendo la cartina trovata in albergo e vedo un tempio il Birla Mandir in zona: 40 minuti e ci arrivo. Non è poi piccola Delhi. Interessante che questo tempio fu inaugurato nel 1938 da Gandhi a patto che potessero entrare persone di ogni casta e religione







    verso sera, tornato in albergo scopro che vicino alla stazione c’è un edificio con tutta una serie di piccoli ristoranti uno attaccato all’altro: è il mio posto.



    il mio primo pasto indiano ( a pranzo, carboidrati, avevo comprato del pane, oltre alle banane per il potassio)


    Sabato mattina (3 luglio) torno al negozio e scopro che non possono accettare pagamenti col bancomat o la carta di credito, solo che la cauzione da lasciare, oltre al costo del noleggio mi costringerebbe ad usare troppi dei contanti che ho con me. Poi devo anche fare al volo un’assicurazione. Inoltre scopro che in India, a parte Mumbay, il noleggio è vietato. Il contratto che stipulerò è quindi una falsa vendita, in cui il Tony Bike Center si impegna a ricomprare la moto dopo un certo periodo (il noleggio) ad un prezzo stabilito, la cauzione. Esco trovo uno sportello e…credito insufficiente, non riesco a prelevare più di 3000 rupie, cioè 50 €. In Italia è ancora venerdì: sms a mio fratello che come lo scorso anno quando ero in Ucraina mi comunica il problema: c’è un errore nei miei tetti di prelievo, mettono tutto a posto entro domani. Vabbè concluderemo il tutto domenica mattina.



    compro una cosa utilissima in India: un piccolo asciugamano da tenere in tasca, che avevo visto maneggiare da quasi tutti, per asciugarsi il sudore. Per il clima è davvero simile alle maledette giornate calde e umide di Modena, solo un poco più caldo.


    sto sul classico e raggiungo la Gate of India e poi la zona del parlamento



    nel grande viale che porta al parlamento la gente e le famiglie si rilassano con picnic praticamente ovunque, oltre ai pulman che scaricano turisti a ripetizione, indiani e non





    questo penso fosse un gruppo di hiras, gli ermafroditi indiani, Le anime femminili in corpo maschile, il terzo sesso, sono parte della cultura indiana sin dai tempi antichi, e come tale seguono precisi prescrizioni e rituali, appartenendo tutti a una stessa comunità.














    alla sera rientro in albergo e prima di andare a letto decido che è meglio asciugare la maglietta: la stanza ha solo una piccola finestra, ma come nel 2007 nel sud est asiatico, mi vengono in aiuto le pale del ventilatore



    Domenica 4 luglio

    Col bancomat nada da fare e ovviamente non ho trascritto il codice per prelevare con la carta di credito: la mia organizzazione di viaggio è sempre ridicola da questo punto di vista. Al massimo mi farò spedire dei soldi con la Western Union ( come lo scorso anno), più tardi manderò un sms, ora in Italia è notte. Prima tappa della giornata la zona vecchia della città, Old Delhi.





    Il Red Fort lo visiterò magari domani, prendo solo qualche scatto dall’esterno



    mi interessa di più la moschea di Jama Mashid, la più grande dell’India







    pranzo per strada, ma non so cos’è





    nel pomeriggio permangono i miei problemi col prelievo e mio fratello è al mare a Rimini, dove l’ufficio della Western Union è chiuso. Lunedì mi farà l’operazione da Modena. Amen, mi toccherà partire martedì: che bello la mia tabella è già saltata almeno 2 volte.

    Lunedì 5 luglio
    Subito al mattino presto torno a Old Delhi per il Red Fort, che è chiuso un solo giorno alla settimana…esatto: il lunedì, sulla guida gli orari di musei e monumenti sono all’inizio della descrizione, ma non ci avevo fatto caso. Nella mattinata il negozio era aperto per un paio di ore e quindi torno da Tony per provare la moto. È quella rossa



    con un meccanico andiamo in un vialone fuori mano e dopo un paio di spiegazioni me la fa provare: abbastanza maneggevole. L’accensione a pedale richiede di dare un primo colpo in basso, tirare l’aria, un secondo colpo….ci metterò circa 2 settimane per imparare a farlo stando sul seggiolino: pazienza, tante prove e una marea di accidenti alla moto e a me che l’ho noleggiata. Infine il meccanico mi fa notare che sul fanale c’è il nome di una divinità e questa “ è una cosa buona”: perfetto adesso sono molto rassicurato



    nel pomeriggio un sms mi conferma che i soldi sono stati spediti. Non è facile al lunedì, giorno di chiusura trovare un Western Union aperto, ma ci riesco nella piazza centrale di Delhi, Connaught Place: ovviamente il tabaccaio doe è andato mio fratello è riuscito a sbagliare la trascrizione del nome che non corrisponde per una lettera a quello del passaporto: denaro spedito, ma non ritirabile. Sms su sms riesco a far correggere il tutto e alle 15,00 locali ho i soldi necessari per la cauzione e il noleggio in contanti. Torno al negozio firmo il contratto, verso i soldi e mi accordo per ritirare la moto

    A fine pomeriggio decido di andare al complesso del minareto Qutb con l’autobus







    il giorno dopo devo andare a ritirare la moto, nel primo pomeriggio, comprare il casco e si le corde elastiche per fissare i bagagli
    Ogni grande viaggio inizia con un piccolo passo

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  4. #3
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    ..aspetto anch'io il resto del tuo report..
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    L'importante è stare lì ad abbracciare il vento.
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  5. #4
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  6. #5
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  7. #6
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    Santo cielo... come sempre Momi sei una conferma per i tuoi invidiatissimi viaggi.
    Anche io attendo gli aggiornamenti...

  8. #7
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    Nuova estate e nuova fantastica avventura!
    Complimenti!
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  9. #8
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    Allora vado avanti

    Una curiosità della sera : tornando dal minareto era ormai buio pesto ed aveva iniziato a piovere. Il mio autobus era privo di tergicristalli e a un certo punto la visuale dell’autista era davvero minima. Il problema è stato brillantemente risolto dall’addetto ai biglietti, guardate un po’

    YouTube - 100_0521_Delhi_autista_pulisce_vetro_bus.MOV

    6 luglio martedì: La partenza.

    Colazione nella terrazza del mio hotel

    poco prima della partenza col titolare il sig. Rajesh Trehan alla mia sx…anche lui mi fa notare l’importanza del nome della divinità sul fanale, spero non sia questa la miglior qualità della moto !


    Per i freni mi hanno detto che la moto è dotata di una frenata dolce, insomma un poco lunghetta. Io però sono nato vespista e fin da ragazzino più che a frenare ho imparato a schivare: è sempre un rischio usare i freni della vespa. Domando se in fondo la Enfield freni peggio di uno scooter e mi rispondono certo che no, sono a posto. Mi suggeriscono di non superare mai di troppo i 65/70 km all’ora nelle strade, ma tanto sono in vacanza e non mi corre dietro nessuno.
    Nella mattinata compro il casco a norma 700 rupie=11,5€

    Ho caricato tutto, andando anche a comprare una borsa “originale” col cavallino Ferrari, che legherò lateralmente assieme all’altra piccola che ho con me. Una borsa per lato e dietro lo zaino. Mi danno i ricambi: camere d’aria, filo gas e frizione, candela più altre cose che non riconosco, ma penso serviranno, oltre ad alcune chiavi e cacciaviti. Aggiungono anche una pompa a piede per gonfiare le ruote: in caso di foratura in zona deserta, potrò gonfiare, andare piano, gonfiare di nuovo e ripartire fino a trovare un gommista…spero di no.
    Mi faccio spiegare come uscire da Delhi e verso le 2 del pomeriggio parto verso il nord.
    Il Traffico Indiano: su questo argomento ne ho sentite e lette di tutti i colori. In tutta onestà non l’ho trovato caotico o pericoloso, ma basato sul concetto di un fiume che comunque scorre, bisogna andare e se per proseguire hai bisogno di invadere un poco l’altra corsia, i conducenti del senso opposto si spostano perché lo capiscono. I pedoni spesso ti fanno dei cenni mentre sono in mezzo alla strada con la mano per dirti se devi passargli davanti o dietro. In autostrada, chi deve portare i bufali o le mucche al pascolo, non ha passaggi dedicati, attraversa la strada col bestiame. Con una velocità adeguata non ci sono problemi, se vuoi viaggiare oltre i 100 all’ora, potenzialmente te la vai a cercare. Inoltre, e lo dico davvero con simpatia, una volta ( tanti anni fa ) per 3 giorni visitai Napoli con un mio amico in macchina. Ad oggi nessuna città o tipo di traffico mi ha mai creato dei problemi. New York è roba da ridere, Caracas e anche la Jamaica sono meno difficoltose. A Napoli ti svegli sul serio e impari a non perdere tempo quando guidi. Per ridere cercate su you tube “traffic jam Napoli” e andate a vedere i video correlati, leggendo i commenti dei turisti.

    YouTube - napoli traffic

    Tutto sommato la preoccupazione principale era ricordarsi che in India si gira a sinistra, ma è stato sufficiente seguire il flusso del traffico.
    Dopo un paio di incroci sono su una grande strada a 2 corsie e vedo le indicazioni per la N1 che mi porterà a nord verso Manali. Per le piogge della sera precedente una corsia è letteralmente allagata a metà: ovvio la mia. Ingorgo dantesco. Vedo alcune moto che scavalcano e procedono nella corsia opposta contromano: è la mia prima ora alla guida della Enfield e freno il mio istinto di seguirli. Un errore che mi costerà quasi 2 ore per uscire da Delhi: noto però che nessuno dei guidatori dell’altra corsia si agita o un poliziotto che faccia un segnale. Immediatamente si crea un passaggio per permettere il transito contromano.
    Comunque esco da Delhi e capisco subito che è inutile suonare alle mucche ( quando dicono stupido come un bue), mentre capre e bufali ed esseri umani rispondono meglio al clacson, che viene usato continuamente da tutti. Dietro ad ogni bus, pulman o camion si leggono i cartelli “ Blow Horn” o “Horn Please”. La mia tabella di marcia va a farsi benedire immediatamente ma riesco ad arrivare a Karnali verso le otto di sera: devo aver fatto circa 140 km…dico circa perché si era rotto il contachilometri e non andava nemmeno l’indicatore di velocità: al volo avevo fatto cambiare il filo.

    Che emozione il mio primo meccanico, il primo guasto e sono appena partito…speriamo che il nome della divinità sul fanale funzioni




    Dopo mezz’ora di nuovo muore l’indicatore della velocità, ma continua a segnare i km, che è la cosa più importante.
    A Karnal trovo una guesthouse, sulle 300 rupie, poco meno di 5 euro


    anche il parcheggio coperto


    Ormai è sera e penso solo alla cena: 200 metri fuori della mia GH risolvo il problema. Sempre comodi i ristoranti dove puoi oltre ai tavoli guardare anche la cucina mentre preparano i piatti, li adoro.






    Mattina del 7, mi alzo presto per gironzolare la città a piedi: la mia guida della Footprint la liquida con 2 righe, ma qualcosa d’interessante camminando si scova sempre. Vedo una specie di minareto spiccare in mezzo alle case e mi inoltro per i vicoli della città





    qui conosco delle persone (musulmani), sono in una madrasa, una scuola cranica, poi due di loro mi portano a prendere il te e quindi mi accompagnano da un altro monumento






    lui è un medico, sono tutte medicine quelle che vedete nelle foto, anche qui mi offrono il te e poi il melone. Arriva anche un signore e lui mi spiega che cercava un rimedio tipo viagra…tutto il mondo è paese


    mi lascia i suoi estremi ed io faccio altrettanto: in un futuro vorrebbe venire in Italia, ma gli serve una lettera d’invito per ottenere il visto da parte di qualcuno che risieda in Italia, vedremo


    sono le 10 e aprono i negozi e faccio quindi sostituire il filo del contachilometri


    Parto e penso che sarà difficile riuscire a fare in un giorno i 400 km o giù di lì che mi separano da Manali. Verso mezzogiorno il maledetto filo ci molla nuovamente: né velocità, né km. Mi fermo a pranzo


    e due signori col turbante mi accompagnano poi dal meccanico che in 20 minuti sostituisce il tutto


    Ad Ambala spariscono le indicazioni per Chandigarrh e quindi Manali. Chiedo per Manali, ma mi viene indicata una strada “alternativa”, ma non me ne posso accorgere, la mia mappa dell’India 1:3.750.000 ha dei limiti
    In sostanza è accaduto questo



    quando ho iniziato a capire che qualcosa non andava avevo già percorso più di un’ora di strada. Inizio a cercare qualcuno cui chiedere e miracolo, mi sono fermato proprio davanti a un concessionario ufficiale della Royal Enfield…ahh mi era passato di mente, ennesima rottura del contachilometri



    il problema era proprio il contachilometri e me ne mettono uno nuovo, 800 rupie in tutto( 13€)



    il proprietario della concessionaria mi conferma che ho un poco allungato e mi fornisce una dettagliata mappa per ritornare nella giusta direzione






    fa davvero caldo e quindi guido senza guanti: errore, il giorno dopo mi ritroverò le mani un poco ustionate. Sono nello stato indiano dell’Himachal Pradesh, dove non lo so, ma sono in alto, viene sera e noto che fino al buio nessuno praticamente accende le luci per strada, poi anche di notte ogni tanto alcuni girano senza luci.
    Verso le nove mi fermo in un hotel e mi chiedono 1500 rupie per una singola: 24 €, uno sproposito. Faccio per andarmene e cala a 1200: bene è sicuramente il caso di andare via. Dopo mezz’ora sulla mia sx vedo l’hotel Diamond e dall’aspetto e le macchine parcheggiate fuori sento che non mi tradirà: 300 rupie. Per la cena al ristorante dell’albergo (ci sono solo io) 139 rupie





    mercoledì 8 luglio
    Ho circa 250 km da fare per arrivare a Manali, da dove inizia la highway che mi porterà a Leh nel Ladak







    autogrill







    poco dopo ho incontrato una processione di fedeli (questo è il periodo in India) e mi hanno regalato una specie di collana di pelo multicolore portafortuna …che io ho subito legato alla moto







    i suonatori di tamburo erano davvero scatenati

    YouTube - 100_0575_suonatori_tamburi_prima_di_Manali.MOV

    Proseguo lungo la N21











    un’altra processione


    arrivo a Manali nel primo pomeriggio: abbastanza caotica e stracolma di turisti e vedo parecchi motociclisti. La città è il punto di partenza obbligato per percorrere la strada che porta a Leh, nel Ladak. Agenzie di viaggio, uffici di cambio e negozi di souvenir ovunque. La città è divisa in 2 parti, Old Manali e New Manali. La mia guida indicava alcuni posti nella Old e mi dirigo lì. Dopo un poco però mi scoccio a cercare l’indirizzo esatto e chiedo. I primi prezzi sulle 1000 rupie mi sembrano un poco alti, anche per il fatto che vedo un sacco di ragazzi di ogni nazionalità e mi sembra strano spendano quella cifra. Una coppia di israeliani che fermo a caso mi indicano la GH Getta Cottage con stanze a 300 rupie: è la mia. Ha anche il posto per la moto.



    Ogni grande viaggio inizia con un piccolo passo

  10. #9
    TCP Rider Senior L'avatar di MR-T
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    grandissimo! come al solito i tuoi report sono storie incredibili e spaccati di dimensioni di vita parallele!

    grande

    WE ARE GENOA!

  11. #10
    TCP Rider L'avatar di momi20
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    Citazione Originariamente Scritto da MR-T Visualizza Messaggio
    grandissimo! come al solito i tuoi report sono storie incredibili e spaccati di dimensioni di vita parallele!

    grande

    Grazie davvero...vado avanti

    Per la mia prima cena a Manali scelgo il pollo, il colore rosso è dato dalla salsa in cui viene lasciato a macerare, prima che ve lo cuociano al momento


    Alla sera avevo parlato con dei biker della mia GH, che da una settimana aspettavano a Manali il momento per poter partire per Leh dato che per la pioggia la strada era bloccata e mi avevano detto che potevo andare assieme a loro. Partivano però alle 4 del mattino, per poter essere il prima possibile al primo passo. Io ho deciso che mi serviva almeno un giorno per organizzarmi, ad esempio le taniche piccole da 5 lt per il supplemento di benzina, necessario nel tratto che da Tandi in poi non avrebbe presentato distributori per 376 km. Poi, volevo comunque far dare un’occhiata alla moto e vedere Manali. Inoltre ho capito che non sarebbe stato un problema trovare altri bikers cui accodarsi, fanno tutti così i motociclisti che arrivano a manali se sono da soli.
    Vado a letto, anche se in camera non sono proprio da solo, ma insomma




    Venerdì 9 luglio
    Mattina in piedi presto e vado al bazar a gironzolare e a vedere di trovare una piccola serie di cose da portare con me











    alla fine compro un poco di verdura che integro con dei noodle presi in un negozio/ristorante vicino alla mia GH



    utilizzo posate “piatto” e bicchiere comprati nella ferramenta al bazar



    poi decido anche di fare il bucato. In viaggio potete ricavare una “lavatrice” semplicemente insaponando gli abiti dentro a un secchio d’acqua e poi usando il piede per meglio strofinare i vestiti: non lo consiglio per le giacche!



    Nel pomeriggio ho visitato un tempio



    e poi ho fatto controllare la moto da un meccanico. A proposito era interessato alla mia guida e anche a lui l’anno prima era capitato un ragazzo che in cambio di una tariffa ridotta gli aveva promesso di citarlo nella Lonely Placet



    per cena, ma secondo voi cosa può esserci di meglio per un Momi che papparsi dei Momo caldi ?



    Conosco dei biker indiani e loro domenica mattina presto partono, va bene anche per me, in fondo un altro giorno a Manali si può fare. Gentilissimi mi hanno subito aiutato a controllare la fornitura dei pezzi di ricambio fornitami a Delhi, così finalmente capisco esattamente cosa ho dietro, visto che non li avevo mai guardati.

    Sabato 10 luglio

    Al mattino decido di fare un giretto in moto nella direzione del Rothang La (3980 mt), il primo passo che si incontra nella direzione di Leh: sono 39 km, ma voglio solamente fare un giretto, senza arrivare là. Il sedere si è lamentato pesantemente nell’ultimo tratto, la sella fa davvero schifo e quindi compro una di quelle coperte imbottite, che potrebbe anche servire per improvvisare un giaciglio durante il viaggio











    poi nel pomeriggio vado a scoprire un poco la città: è come essere in Tibet

    Il monastero tibetano


    Sul muro è scritto quello che sta facendo il governo cinese in Tibet, che in pratica è un genocidio senza spargimento di sangue: portando sempre più cinesi ora i Tibetani sono una minoranza e gradatamente della loro cultura rimarrà solo ciò che il governo centrale deciderà di salvare








    show room in pieno centro di Manali


    Domenica 11 luglio

    Levataccia alle 4 e dopo mezz’ora la moto è pronta per la partenza verso Leh


    Manish, uno dei biker indiani con cui viaggerò verso Leh






    iniziano i primi pensieri del tipo “strada di merda”, “ma non potevo andare al mare ?”





    poi a un certo punto vediamo una colonna…una frana blocca la strada e subito stanno arrivando i primi venditori ambulanti




    Khanduri ( altro biker del mio gruppo) si riposa un poco








    niente da fare al pomeriggio stanno ancora lavorando


    autisti e turisti in attesa


    questo era della polizia, ormai siamo diventati amici





    Alla fine torniamo a Manali per passare la notte: in albergo ho una tv a colori che più o meno funziona e guardo la finale dei mondiali.

    Lunedì 12
    La strada è ancora bloccata, inutile provare ad andare su, tenteremo domani, anche se ogni martedì la strada Manali – Leh è chiusa al traffico per manutenzione, ma dopo così tanti giorni di blocco forse le autorità saranno un poco più elastiche

    Al pomeriggio abbiamo fatto un giro in un posto dove si possono fare delle discese in parapendio e altre attività













    torniamo per la notte a Manali…e già meglio controllare un rumorino che sentivo ai freni: niente di che 10 minuti e tutto è a posto



    questi dolci erano spettacolari


    2 dei 5 ragazzi indiani decidono di cambiare itinerario in quanto hanno perso troppo tempo, così siamo in 4 io, Manish, Khanduri e Hashis

    martedì 13
    Ci alziamo stavolta alle 3 di notte per riuscire ad arrivare al punto della frana tra i primi …la strada non è eccessivamente migliorata e di nuovo mi sciroppo il tratto ultra fangoso: mi sto poi allenando penso



    Allegria, non solo c’è ancora la frana, ma visto che ieri la strada era stata parzialmente liberata un camion della Indian Oil ha tentato di passare e un’altra frana lo ha centrato, così adesso la strada è doppiamente bloccata









    le mie precedenti vacanze in Birmania, Laos, Cambogia, Cina e Giappone mi hanno insegnato che in certi momenti non si può far altro che aspettare e comunque i camionisti indiani sono gentilissimi e ci ospitano dentro le loro cabine ed io ho l’occasione di scoprire un piccolo mondo






    vedete questo è un forellino che va col diesel e che ogni camion ha con sé per preparare da mangiare o il tè, il chati, che in India viene preparato facendo bollire l’acqua cui viene aggiunto il latte liofilizzato e poi il tè



    Il problema è che c’è una compagnia di trasporti che fornisce alla Indian Oil camion e conducenti per il trasporto dei carburanti. Gli autisti però devono provvedere personalmente al mangiare a loro spese, quindi questi giorni di fermo sono una mazzata non retribuita: per darvi un’idea erano già 4 giorni che dormivano nei camion a 3000 mt.
    Qualche piccolo furgoncino stracarico di viveri arriva all’inizio della coda per vendere


    Dei camionisti mi hanno insegnato a preparare il tè




    nel pomeriggio arrivano i militari con dei mezzi speciali. La loro prima idea sarebbe di buttare il camion giù dalla montagna e quindi liberare con la solita dinamite la strada e poi far arrivare i bulldozer. A me sembra un’ottima idea, anche per il fatto che questa è l’unica strada fra Manali e Leh e anche solo il blocco del transito dei turisti è un danno economico.
    Purtroppo il padrone della compagnia dei trasporti deve essere una persona potente e con molte amicizie: non ne vuole sapere di perdere un camion, quindi i militari lo devono fissare, farlo slittare un poco fuori sulla scarpata, liberare la strada per permettere il passaggio dei mezzi leggeri e poi recuperarlo. Pazzesco



    Gli altri vorrebbero tornare a Manali per la notte, ma io dico che proprio non ci penso e preferisco dormire in una delle cabine dei camion, anche per il fatto che quando la strada era stata liberata parzialmente, prima che la frana colpisse il camion, alcune moto in attesa erano riuscite a passare. E poi che vado a fare a Manali ? Coi camionisti e la gente che aspetta lì si sta benissimo e poi non ho voglia di rifare una terza volta quel tratto di pantano.
    Alla fine rimangono anche loro e si aggiungono un biker indiano Roti che fa la guida, una sua amica americana Lua, anche lei in moto e un altro ragazzo cui i due facevano appunto da guide verso Leh
    Night party nel camion


    per dormire mi è toccato il posto dell’autista..posso appoggiarmi al volante.

    Mercoledì 14

    Guardate in che razza di “tende” devono dormire gli operai della manutenzione stradale a 3000 mt: credo davvero che qualche politico indiano dovrebbe vergognarsi. Non credo che comprare qualche tenda sarebbe una spesa insostenibile, che vergogna


    procede il lavoro dei militari


    siesta dopo pranzo


    nel primo pomeriggio iniziano a poter passare alcuni piccoli veicoli e tutti i biker si preparano


    io passo per primo e qui invece è passata Lua




    se Dio vuole siamo riusciti a superare il primo passo il Rothang La a 3900 mt e festeggiamo in una dhaba tutti assieme. Le Dhaba sono dei piccoli “locali”, delle tende principalmente frequentate da camionisti e viaggiatori, dove con prezzi davvero minimi si trovano pasti caldi, dolci, acqua ecc…



    vi metto la mappa del percorso da Manali a Leh che sono 475 km



    a notte fonda siamo dal classico cartello di Tandi che segnala l’ultimo distributore prima di Leh..una foto qui penso l’abbiano fatta centinaia di biker



    verso le undici arriviamo a Keylong e Roti aveva già prenotato delle camere, cena e poi a letto
    Ultima modifica di momi20; 23/09/2010 alle 21:44 Motivo: UnionePost automatica
    Ogni grande viaggio inizia con un piccolo passo

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