non ricordo se è stato un argomento già trattato
Troppi debiti. Troppi "nababbi" che ripianano le "voragini" di bilancio, ma solo fino a quando hanno soldi o ne hanno voglia. Con il rischio di fare implodere il ciocattolo. Così, l'industria "pallonara" è corsa ai ripari. Michel Platinì, da presidente dell'Uefa, ha voluto che il fairplay (o presunto tale) uscisse dal campo per entrare nei conti delle squadre. Il 27 maggio scorso il Comitato esecutivo Uefa ha dato l'ok, d'intesa con l'Associazione club europei (Eca), alle linee guida del progetto: i club non devono spendere più di quanto ricavato; nessun debito arretrato durante la stagione, verso i club, i dipendenti e/o autorità sociali e fiscali; maggiore trasparenza finanziaria da parte delle società.
I tempi del fairplay economico
Ora le linee guida vanno specificate e concretizzate: il passaggio era atteso in settimana ma non se ne fatto ancora nulla. Comunque, gli step essenziali potrebbero essere i seguenti: nel bienno 2010- 2012 non dovrebbe esserci alcuna applicazione delle limitazioni; solo una supervisione dell'Uefa che, ne caso di una gestione eccessivamente "allegra", potrà sfociare in un warning preventivo. Come a dire: «attenzione, se continui così non ce la farai a perseguire gli obiettivi richiesti».
Una riforma graduale
Già, gli obiettivi. Nel 2018-2019 si dovrà centrare il break even tra ricavi e spese. Un target che, ovviamente, verrà raggiunto gradualmente. Nel triennio 2012-2015 le perdite, cioè l'eventuale eccesso delle spese rispetto ai ricavi, non potranno superare il valore complessivo di 45 milioni, con una media di 15 milioni all'anno. Se, però, nel primo anno la società avrà un rosso di 45 milioni, nelle successive due stagioni potrà spendere più nulla. Questo meccanismo, tuttavia, sarà applicabile solamente nel caso in cui si proceda ad un aumento di capitale che ripiani la perdita stessa; altrimenti, il limite massimo è di 5 milioni.
Un "cuscinetto" da tre miloni
Nel trienno 2015-2019 il tetto massimo complessivo delle perdite sarà di 30 milioni. Anche qui, però, vale solo nell'ipotesi di aumento di capitale. Alla fine di questo graduale apprendistato di fairplay finanziario, si dovrà raggiungere il pareggio tra costi e ricavi. Anche se, poi, potrebbe essere ammesso un rosso di 3 milioni all'anno da valutare caso per caso. Una sorta di "cuscinetto" per quelle società che, magari retrocesse, devono dribblare un calo dei ricavi.
CHI E' DACCORDO?
In sintesi... investire, in proporzione a quello che guadagni....