SADDAM: "SALIRO' AL PATIBOLO COME UN MARTIRE"
Baghdad, 27 dic. - "Salirò al patibolo come un martire": in una lettera all'agenzia France Presse Saddam Hussein ha dichiarato di essere pronto ad affrontare il destino riservatogli dal tribunale che lo ha condannato a morte. "Mi sacrifico. Se Dio lo vuole, ordinerà di collocarmi tra i martiri e gli uomini veri", ha detto l'ex rais nella lettera, indirizzata al popolo iracheno. "I nemici del vostro Paese, gli invasori e i persiani hanno trovato una barriera nell'unità tra voi e quelli che vi dirigono. Per questo che tentano di spargere l'odio tra di voi". Un chiaro riferimento all'esercito statunitense e al vicino Iran.
Il messaggio reso pubblico oggi è stato scritto a novembre, dopo la condanna a morte inflitta dall'Alta corte penale irachena a Saddam Hussein: lo ha detto uno dei suoi avvocati in Giordania, Khalil Dulaimi, che ha autenticato il documento. "Vi chiedo di non cedere all'odio. Vi chiedo di non odiare i popoli di questi governi che ci hanno attaccato e distinguere tra i governanti e i cittadini di un popolo", prosegue il testo. "Lunga vita all'Iraq. Lunga vita all'Iraq. Lunga vita alla Palestina. Lunga vita alla Jihad e ai mujaheddin. Allah è grande. Che maledica i miserabili", aggiunge Saddam Hussein. "O popolo fedele, ti rivolgo il mio addio mentre rimetto il mio cuore al Dio misericordioso".
Il presidente iracheno Jalal Talabani sta attendendo una decisione del tribunale che si pronunci sulla necessità di una sua firma o di quella di uno dei Vicepresidenti per rendere esecutiva la sentenza di morte contro l'ex dittatore Saddam Hussein. Lo ha reso noto uno dei consiglieri del Presidente, Hiwa Osman, il quale aveva in precedenza affermato che la firma di Talabani non era necessaria: Osman si era riferito però esplicitamente solo al Capo dello Stato e non alla Presidenza nel suo complesso, lasciando quindi un dubbio sulla necessità di una ratifica di almeno un Vicepresidente, come di fatto avvenuto più volte in passato in caso di sentenze capitali. "L'approvazione del Presidente non è necessaria, la decisione della Corte è definitiva", aveva spiegato Osman. "Questa procedura potrebbe richiedere ancora qualche tempo, considerata la festa dell'Eid el Hadha (la festa musulmana del Sacrificio che inizia il 30 dicembre, ndr)", ha spiegato il ministro della Giustizia iracheno.
Intanto si regista un coro di "no" a livello internazionale sull'impiccagione di Saddam. In Italia, il ministro Alfonso Pecoraro Scanio ha detto che chiederà al governo di impegnarsi in un'azione diplomatica. Da ieri Marco Pannella è in sciopero della fame e della sete, e sta raccogliendo adesioni bipartisan.