Ho gatti da una vita e mi diletto un po' in etologia. Sono animali fantastici, ognuno con una personalità unica, prevalentemente individualisti, ma comunque propensi a sviluppare e mantenere legami (infatti, in determinate condizioni, si formano colonie feline spesso molto coese). Ora in casa c'è Valentino (chiamato così perché arrivato il giorno della prima vittoria di Rossi con la yamaha e velocissimo), è rimasto, come dire "bambino", anche se va per i 7 anni (probabilmente perché staccato troppo presto da mamma e fratellini causa gastroenterite della mamma), e, quindi, non molto conscio della sua mole (passa i 7 chili ed ha una forza mica da ridere, per non parlare di unghie e denti) per cui a volte mi segna quando giochiamo. Riconosce il rumore della moto e dell'auto e mi chiama dal davanzale nella bella stagione quando la finestra è aperta, poi mi viene incontro... Certo, parimenti a volte si fa i cavolacci suoi, ma se li faceva anche un beagle che avevo "ereditato", rimasto solo dopo la morte di un'amica e destinato al canile dagli eredi. In sostanza credo che esistano delle diversità di specie (e meno male!), ma che sia sufficiente comprenderle per vivere delle esperienze tanto fantastiche quanto educative. Il principale effetto collaterale è che la mia misantropia è in costante ascesa, di pari passo con buone quote di asocialità...