Non ho letto l'articolo di Eco, vista così non mi interessa molto una associazione un pò grossolana tra Hitler e Berlusconi, basata sul discorso delle libere elezioni vinte da entrambi. L'ambiente, il contesto storico, i popoli sono completamente differenti, sarebbe come paragonare le classiche mele con le pere.
Se c'è qualcosa che accomuna i due personaggi e che accomuna tutti i grandi leader politici, democratici e non, è la capacità di essere, prima che oratori, dei grandi venditori, ovvero di avere quella capacità maieutica di far sorgere dentro le persone dei bisogni, di portare alla luce questi bisogni e di fornire alle persone una soluzione già pronta. Adolf Hitler, prima che pazzo, era un profondo conoscitore dell'animo del popolo tedesco, del "geist" e di tutte le implicazioni che nella cultura tedesca avevano parole come "land" e "volk", gli è bastato muovere queste leve per avere il potere in mano.
In questo senso la capacità di Berlusconi è stata quella di pensare e di trattare gli italiani per quello che sono o per quello che sono diventati, ovvero un popolo mediamente più rozzo di quel che una larga parte della sinistra politica - i famosi snob e radical chic - vorrebbe che fossero.