Citazione Originariamente Scritto da flag Visualizza Messaggio
cercherei di evitare di averla proprio nel giardino dietro casa, come una centrale a carbone, o a gas, del resto..........

ma, magari da ignorante, ma son certo che nei prox mesi ne sapremo tutti molto di piu', non avrei al momento preclusioni di sorta ad abitare in un'area "nuclearizzata", come molti cittadini di quella cartina postata poco piu' su



questi dati contraddicono un sacco di altri dati, dati (scusa la ripetizione) per scontati e assodati da altri utenti.......la fonte?
ASSOCIAZIONE ITALIANA NUCLEARE
Associazione tecnico-scientifica no-profit dotata di personalità giuridica
Membro per l'Italia del Forum Atomico Europeo (FORATOM) e della European Nuclear Society (ENS)


Poi una domanda: una centrale nata per funzionare a uranio, non credo potrebbe essere convertita al torio o altro.............o si?
Certo che estrarlo dal mare , non e' una cattiva idea...........almeno detta cosi'
Non sono in un ingeniere nucleare e quindi prendo per buono quello che leggo come posso prendere per buono quello che si legge contro le centrali.
Il fatto è che come in passato si mescolano fischi con fiaschi e non se ne capisce più un granché come nel 1987.

E' un po' come scegliere tra OGM e pesticidi o concimi chimici.

Tanto per fare un po' di informazione...
· Gli impianti nucleari producono quantitativi molto limitati di materiali radioattivi che sono smaltiti utilizzando tecnologie ormai consolidate.
· Un impianto nucleare da 1.000 MW richiede ogni anno 20 t di combustibile e produce ogni anno
* 600 kg di scorie ad alta attività derivanti dal ritrattamento del combustibile
* 2 tonnellate di rifiuti di processo ad alta attività
* 20 tonnellate di rifiuti di processo a bassa e media attività
· Si tratta di quantitativi molto modesti in rapporto ai rifiuti prodotti da una centrale termoelettrica di uguale potenza. Ad esempio, una centrale a carbone movimenta ogni anno 2 milioni di tonnellate di combustibile e produce 7 milioni di tonnellate di CO2, 120 mila tonnellate di SO2 e 100 mila tonnellate di ceneri che contengono 400 tonnellate di metalli pesanti.
· I materiali radioattivi decadono spontaneamente nel tempo fino a perdere la loro radioattività. Smaltirli significa quindi isolarli dalla biosfera per il tempo sufficiente.
· I materiali a bassa e media attività (95% dei materiali radioattivi prodotti) hanno tempi di decadimento di circa 300 anni. Sono smaltiti in depositi superficiali o sotterranei. Decine di depositi di questo tipo sono in esercizio da molti anni in quasi tutti i paesi industriali.
· I materiali ad alta attività (5% dei materiali radioattivi prodotti) hanno tempi di decadimento di migliaia di anni. Sono smaltiti in depositi geologici,dove l’isolamento è garantito dalla formazione geologica ospite. Depositi di questo tipo sono stati realizzati negli USA (deposito WIPP, New Mexico) e sono in corso di realizzazione in Svezia e in Finlandia.
· Data la modesta quantità di rifiuti ad alta attività finora prodotti, i depositi geologici non sono ritenuti una necessità impellente. I rifiuti continuano infatti ad essere immagazzinati presso gli impianti che li hanno prodotti.
· L’Unione Europea è attualmente orientata verso la realizzazione di depositi internazionali che possano essere utilizzati da più paesi.
· In futuro lo sviluppo dei processi di partizione e trasmutazione degli attinidi e dei reattori di quarta generazione potrebbe rendere non più necessario lo smaltimento geologico.