La Campania č una delle poche Regioni che ha dimostrato una certa apertura al nucleare in Italia e noi, cari amici, volevamo vedere cosa aveva da insegnare da proporsi con tanta veemenza. E vediamolo questo know-how campano sul nucleare. Lamministrazione regionale č pronta ad ospitare sul suo territorio nuove centrali quando non ha ancora finito di fare i conti con della semplice immondizia. Senza menzionare la pesante ereditą del passato atomico italiano. A questo proposito parliamo oggi della centrale nucleare di Garigliano, partendo dalla breve ma efficace cronistoria che ne fa il WWF Aversa.
Il reattore ad acqua bollente (BWR) di 160 MegaWatt, scrive lassociazione, era un modello obsoleto gią ai tempi della sua realizzazione, iniziata nel 1959 e terminata nel 1964. Gli incidenti, e non vi stupite, iniziarono prima della fine dei lavori, nel 1963. Diciotto gli incidenti di rilievo fino al 1982. Nel novembre del 1980 una fuga radioattiva di Cesio 137, Cesio 134 e cobalto 60 provocņ la morte di 25 bufale ed una moria di pesci.
Tumori, malformazioni fetali di piante, animali ed esseri umani riconducibili allinquinamento radioattivo sono stati oggetto di innumerevoli studi a Sessa Aurunca, Castelforte, Minturno e negli altri comuni limitrofi.
Una Chernobyl italiana cč gią stata e non ne siamo a conoscenza? Mauro Cristaldi, docente di anatomia comparata allUniversitą La Sapienza di Roma, in un articolo apparso su Modus vivendi, mensile della Federazione Nazionale dei Verdi, spiega che
Anche se non volessimo usare i toni della catastrofe, gli effetti nefasti registrati nellarea sono innegabili e sufficientemente documentati.
Sul ritorno al nucleare, Stefano Caldoro (Pdl), governatore della Campania, per la serie scurdammoce o passato:
In questa delicata materia č necessario evitare le posizioni strumentali ed ideologiche. LItalia ha un problema con lapprovvigionamento ed il costo dellenergia ed č opportuno intervenire in questa direzione per colmare un gap che penalizza le imprese e le famiglie.
Il Governo, dintesa con le istituzioni locali, sceglierą i siti pił idonei per le centrali nucleari. Le scelte verranno fatte garantendo la sicurezza e la salute dei cittadini: sarą questa la prioritą da seguire.
La salute dei cittadini, sarą questa la prioritą da seguire (?). Salute e sicurezza sono parole vuote con alle spalle un passato cosģ radioattivamente instabile. Un passato che i Verdi non dimenticano. Eccola la favoletta del nucleare sicuro allitaliana, la tradizione su cui possiamo contare per farci forti in futuro.
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Nel dicembre 1976 il fiume Garigliano in piena entra nel locale sotterraneo raccogliendo oltre un milione di litri dacqua contaminata. Un incidente analogo si verifica nel novembre del 1979. Poi passa un anno, e nel novembre del 1980 le piogge abbondanti penetrano nella centrale e fuoriescono nel fiume portandosi dietro cesio 137. Due anni dopo un contenitore su rimorchio ferroviario da Roma perde per strada 9.000 litri di acqua con cobalto 58, cobalto 60, e manganese 54.
Nel 72 e nel 76 altri incidenti: due esplosioni nei filtri del camino. Un totale di 1.700 km quadrati di mare contaminati. Detto questo, torneremo allatomo sicuri, raccontatelo ai bambini alla sera, perché stavolta la prioritą č la salute dei cittadini. I governanti sono sempre quelli. Le prioritą cambiano. Prima ci volevano assassinare. Ora non pił. Sono cresciuti di numero. Ma tanti nani, puoi metterli pure uno sopra allaltro, non fanno un gigante
Per approfondire:
LItalia paga gią oggi per il nucleare che non ha
WWF Aversa
digilander.libero.it
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