Quando sei mesi fa mi ruppi i legamenti della caviglia sinistra, oltre alla frattura della parte bassa della tibia, non mi sarei realisticamente aspettato di tornare a divertirmi presto in moto (e tanto meno in pista)!
Sebbene i parecchi chili presi quest’inverno, passato con le stampelle, è sempre rimasta viva la voglia (e forse ancora di più la speranza) di provare in pista la mia Tiger così come l’ho modificata…
L’occasione doveva essere domenica 27 marzo, in compagnia del compaesano Simonepd e della sua R6 solo pista, ma (con il senno di poi direi per fortuna) complice una influenza tardiva, ho dovuto rinunciare in extremis! Il fatto tuttavia mi ha consentito di iscrivermi al “corso in pista” di sabato 2 aprile girando seguito (e corretto) da istruttori del calibro di Lucchinelli, Poggiali e Ricci. Il tutto ovviamente senza altro traffico in pista (solo 12-13 moto del corso).
Premetto che i miei obiettivi erano in ordine di priorità:
1) non cadere/non farmi male;
2) divertirmi;
3) imparare qualcosa di nuovo;
4) migliorare la posizione in moto;
5) migliorare il feeling con la Tiger tra i cordoli.
Non mi interessava il cronometro (che per altro non avevo) o mettere il ginocchio a terra per forza (tra l’altro compito arduo con la Tiger).
Mi alzo sabato mattina e il tempo è ottimo, c’è un caldo fuori stagione (nella giornata si supereranno i 25 gradi con punte anche di 27) e la mia Tiger è lì… pronta per partire per ADRIA…
La moto monta Pirelli Diablo Rosso con 100 km percorsi sì e no… sospensioni settate dal mio meccanico (ex meccanico team Ducati DFX superbike), i 70 km che mi separano dal circuito mi ricordano subito che l’assetto non è da turismo e quindi cerco di evitare le buche su strada.
Seguo in moto l’auto di mia moglie (che mi accompagna e mi porta l’abbigliamento da pista) e verso le 11:30 raggiungiamo il circuito. Il paddock di Adria è molto bello ed è totalmente al coperto.
Il corso, che costa 250 euro, prevede il pranzo al ristorante, briefing iniziale, test di abilità sui piazzali e poi (dalle 17 alle 20) accesso in pista con gli istruttori. E’ compreso nel prezzo un open bar e una zona relax per dissetarsi e riposare tra un turno e l’altro.
Al corso sono ammesse tutte le moto ma, ben presto, mi accorgo di essere circondato da missili terra-aria e comincio a preoccuparmi (sarò mica fuori luogo?)
In quel momento esce Lucchinelli, guarda le moto, guarda la Tiger e dice… “questa sì che è una gran moto” (mi prenderà in giro?) poi capisco che è serio quando aggiunge… “ho ancora la mia vecchia 955!”. Le mie preoccupazioni svaniscono completamente quando vedo aggiungersi al gruppo una Ducati Monster e, soprattutto, una Guzzi Breva 1100!
In totale siamo una decina di iscritti compresa una ragazza su Honda CBR.
Gli istruttori sono invece dotati delle MV Agusta F4.
Mi regolano la pressione delle gomme a 2.1 (anteriore) e 1.9 (posteriore) e l’incontro comincia, buffamente se vogliamo, al ristorante con splendida veduta sull’intero circuito.
Il ristorante offrirebbe ottimi piatti ma è bene rimanere leggeri e quindi, più che un pranzo, faccio uno spuntino (tra l’altro ho lo stomaco chiuso).
Alle 14 inizia il briefing dove, dopo una breve presentazione degli istruttori (c’era bisogno?), spiegano le cose principali da non fare in pista, l’atteggiamento da tenere, le curve del circuito, le traiettorie ottimali, il lavoro dei commissari, il significato di tutte le bandiere e le esperienze personali. Il briefing si conclude con una visita in sala direzione (quella con 40 monitor che registrano tutta la pista) e la visione delle registrazioni degli errori più comuni e/o pericolosi.
Alle 15:30 ci fanno cambiare e ci trasferiamo sul piazzale esterno per degli esercizi di frenata, traiettorie e slalom. Questi esercizi servono agli istruttori per capire come dividere i gruppi.
A me, ovviamente, tocca il gruppo con le altre due stradali seguito da Fausto Ricci. Lucchinelli e Poggiali si spartiscono a metà ciascuno i missili terra-aria mentre un quarto istruttore segue in solitaria la ragazza con il CBR.
Arrivano le 17 e dalla pista escono tutti i “giornalieri” lasciando la pista completamente a nostra disposizione.
E’ ora di partire e sono visibilmente teso…
Ricci ci precede per mostrarci la pista e per permetterci di memorizzare le curve, le vie di fuga e le traiettorie poi uno alla volta ci fa passare per valutarci. Viaggiamo ad una velocità davvero bassa e io sono molto a disagio, sempre seduto, non mi muovo sulla moto, sbaglio le curve… insomma peggio che peggio! Ci fermiamo dopo 10 tornate e sono vistosamente cupo in volto, inutile nasconderlo non sono affatto in sintonia con pista e moto! Inoltre mi fanno male spalla destra e gambe.
Cerco di rilassarmi, rivedo con Fausto la posizione sulla moto, ripetiamo da fermi i movimenti di gambe, bacino e spalle. Bevo, mi asciugo e poi via di nuovo…
Questa volta sono molto più rilassato e finalmente comincio a sedermi sulla moto solo in rettilineo, nelle curve comincio a spostare il peso efficacemente da una pedana all’altra e a caricare l’anteriore… altre 10 tornare e poi di nuovo pausa, Ricci viene da me e mi dice “lo vedi come vai meglio rispetto prima?” Mi asciugo, mangio un biscotto e bevo …. Dai che si riparte di nuovo!
Ogni volta che usciamo trovo un maggior feeling con l’avantreno, e soprattutto, con le pedane e le gomme… le curve cominciano a diventare davvero divertenti ed eccitanti ma anche l’impegno fisico aumenta di pari passo… purtroppo i miei due compagni di gruppo (monster e breva) sono più lenti di me e quando passo davanti a Ricci, per fare il mio giro “seguito”, ogni volta ci perdiamo gli altri due! Anche quando dovevo rimanere dietro, per permettere il giro “seguito” dei miei compagni, devo stare attento perché ad ogni curva gli arrivo troppo sotto e con troppa facilità. Devo ammettere che questo un po’ infastidisce (e forse è il vero limite di questo corso ma non si può fare altrimenti) perché non permette quasi mai di girare costantemente al proprio limite ma, a volte, devi sottostare al ritmo del più lento. Il rischio di perdita di concentrazione è dietro l'angolo!
Quando Ricci però mi lascia andare il godimento aumenta giro dopo giro, è capitato che mi sorpassasse per farmi rallentare e aspettare i due compagni!
Ci fermiamo e ripartiamo più volte, alla fine i giri in pista saranno 53 per 144 km circa… povere gomme ex nuove!
Sono le 20 passate e il circuito è completamente illuminato. Sono stanco e c’è buio, alla curva “Quadra 1” sbaglio l’ingresso (primo errore dopo i disgraziati giri iniziali) decido che mi sono divertito abbastanza e che non è il caso di insistere… mancano 2 curve al box alzo la mano per segnalare il mio rientro e mi fermo!
Segue la premiazione finale con la consegna degli attestati e il brindisi finale a suggello della splendida giornata.
Sono fisicamente a pezzi, sento dolori a muscoli che non sapevo nemmeno di avere… ma sono contento, saluto gli istruttori e in particolare ringrazio Fausto Ricci il quale si conceda dicendomi “sembri la controfigura di te stesso alle 17”… questo è il più bel complimento che un apprendista può ricevere…
Brava Tiger!
Recupero la moto e piano piano torno a casa… alle 21:30 finalmente tolgo la tuta e gli stivali e mi butto in doccia…
Giornata indimenticabile, tante emozioni (molte positive ma anche alcune negative), ho raggiunto gli obiettivi che mi ero posto ma, chissà perché, non sono stato completamente soddisfatto… tanto ho ancora da imparare e da migliorare (ad esempio faccio fatica col piede sinistro infortunato, specialmente a tenerlo sempre in posizione) però lo farò a passi piccoli per volta…
COSA MI E’ PIACIUTO: rapporto con istruttori (tutti gentilissimi e molto disponibili), circuito e struttura in generale, progressi effettuati in itinere in pista, feeling finale con la moto, pista libera dalle “teste calde” della domenica;
COSA MI E’ PIACIUTO MENO: poche volte è stato possibile effettuare una serie di giri da solo al proprio limite e, in particolare, la staccata a fondo del rettilineo. Gli istruttori (in rettilineo) tendevano a mantenere una velocità adeguatamente non troppo elevata (almeno per noi moto stradali). Le moto da pista arrivano a 210-220, io al massimo ho toccato i 170.
CONCLUSIONI PERSONALI: mi sento di consigliare vivamente l’esperienza, specie a chi è alle prime armi con la pista e l’approccio del corso e della pista è molto progressivo, l’ideale per quello che serviva a me…























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