Esattamente.Purtroppo è vero.
Ma secondo me la responsabilità ce l'ha anche la gente che piglia una laurea senza avere una mezza idea di come sfruttarla in seguito.
L'equazione è semplice: se il mio amico che ha fatto l'istituto tecnico va a lavorare 5 anni prima di me, oppure se il cuggino va a lavorare dopo la licenza media 10 anni prima di me, il tempo che io impiego all'università deve essere in grado di compensare queste differenze sul mondo del lavoro.
Se esco con le stesse competenze di uno che ha finito un istituto professionale, che minchia ho fatto in quei 5 anni in piu'? E la scelta è mia, non delle università.
Quoto tutto, e l'importante è stare bene.
Però l'idea che sia furbo appendere la laurea al chiodo e poi andare a fare altro mi sembra un po' opinabile: se uno la laurea l'ha presa con l'idea di appenderla al muro, allora tutto ok.
La verità è che la vita cambia tantissimo in quel periodo fra affetti, lavoro, (anche malanni e disgrazie)... in certi casi si è vincolati, in altri no.
Se uno vuole fare quello per cui ha studiato e da la precedenza a quello insistendo, muovendosi e non dandosi per vinto, trovo sia il modo migliore per valorizzare i soldi e il tempo impiegati sullo studio.
La laurea è inutile solo se non la si riesce a sfruttare (anche per sfiga, non per volontà).