
Originariamente Scritto da
barracuspide
Secondo il mio metro di giudizio, qualsiasi motociclista in grado di fare una piega di oltre una ventina di gradi e' un top rider

Seriamente, capisco il parere da appassionato ma non riesco a condividerlo completamente. In una parte dell'intervista, Donnini afferma:
“Perché per loro il senso della vita è il rischio. La voglia di superare se stessi e le paure più ancestrali. Il più umano e poetico dei sentimenti, direi, ciò che nella vita di tutti i giorni stiamo un po’ perdendo”.
Ecco, questo se vogliamo lo si puo' dire per qualsiasi pilota che si mette in sella a una moto da 200 e passa cavalli. In gara ci vai comunque perche' pensi di poter migliorare te stesso e, se possibile, vincere. E questo a prescindere dal fatto che corri su una pista piuttosto che su una serie di B road sgangherate.
E poco dopo aggiunge:
“Il TT rider è razionalissimo, consapevole, e sa che non deve e non può sbagliare. Accetta il rischio ma sa come affrontarlo. Un atteggiamento sorvegliato, mai estremo, che consente a dei veterani di correre per decenni. I piloti dell’Isola di Man non sono matti, semmai calcolatori. E mille volte meno propensi all’errore dei centauri dei circuiti tradizionali. La morte, al TT, è vissuta da un pilota con lo stesso distacco di un fumatore che si accende una Marlboro: può capitare il peggio, sicuro, ma quasi certamente succederà ad altri...”
Razionalissimo una seg@, e scusate se parlo francese
Qualche anno fa Guy Martin ha dichiarato in un'intervista:
"Corro qui perchè è pericoloso...dicono che sia il più grande spettacolo del mondo, ma a me non me ne frega un ca@@o:è il massimo del brivido che puoi provare senza farti sbattere in gabbia"
e ancora:
"Faccio quel che mi appassiona,se mi ammazzo pazienza...ho una fidanzata niente figli.A lei forse mancherò, e anche alla mamma, ma chissenefrega.Se ci si preoccupa di quel che può capitare,non ci si alza dal letto.Un irlandese mi ha detto 'Sulla terra siamo solo di passaggio, cerchiamo di divertirci"
Mettiamoci pure che le stava sparando grosse per impressionare i lettori, ma questo non mi pare un atteggiamento da "top rider", quanto da persona che riesce a dare un senso alla propria vita soltanto quando si trova faccia a faccia con la morte.
E' una scelta di vita. Forse non migliore ne' peggiore di tante altre, ma non stiamo a cercare degli eroi dove non esistono.
PS: Scritto da uno che al TT c'e' stato, e ci ritornerebbe volentieri
