Da piccoli andavamo a fregare qualche assa da lavoro nei cantieri per poi costruire le capanne, un giorno un muratore la usò x mangiare, dormire e farci una bella pipì appena sveglio, mi ricorderò sempre il mio amico che cagò nelle scarpe del muratore appena si cambiò x lavorare.
Sono rimasto scioccato da allora...era ed è un genio, con gli anni ne ha inanellate varie di chicche!
ho dato fuoco a mezza cucina di un tipo che mi defecava fuori la porta di case e mi ha avvelenato il cane!
io non mi sono mai vendicato
che coglione
Per chi ama la lettura:
Ci ho dovuto pensare un pochino su, prima di postare la mia vendetta. Vendetta che mi vede comunque ragazzo, tanti anni fa, in un epoca meravigliosa e liberale dove quasi tutto è permesso.
Dunque, allora ero appena 24 enne, vivevo in una bella casa di un bel palazzo Liberty che costruì il mio bisnonno, in una bella zona di Napoli.
Nonostante le mie potenziali possibilità, nella realtà (avendo genitori severi) non avevo una lira.
Proprio a 24 anni ebbi il mio primo posto di lavoro (vero) fui costretto a conformarmi e perdere la mia inebriante libertà. Ma non le mie passioni ed i miei sogni.
Dopo soli 6 mesi di lavoro acquistai un bel Duetto Alfa Romeo (usato) con i suoi baffi cromati meravigliosi ed il musetto spiovente. Colore rosso alfa.
Purtroppo ero costretto a metterlo in strada: guadagnavo poco e le rate erano anche altine, per me, allora. Ma la strada era tranquilla e me lo consentiva.
Di fianco alla mia abitazione c'era la villa dei consoli Francesi. Due tipi che non si potevano digerire: lui console e lei (la moglie) ovviamente un altra alta carica dell'ambasciata.
Vi descrivo i tipi: "snob, antipatici, con un cane (abbandonato nel loro giardino) che mi abbaiava sotto la finestra giorno e notte. Feste e festini continuati. A nulla valevano gli infruttuosi tentativi di conciliazione, men che mai le denunce.
Ebbene, scendendo di casa la mattina per andare al lavoro (a piedi perchè dove lavoravo il parcheggio è caotico e rischioso per la mia auto nuova) mi giro, per lanciare l'ultima occhiata alla mia stupenda rossa.
Vedo la moglie del console salire sulla sua auto (parchegiata d'innanzi la mia) la vedo guardarmi di sfuggita dal finestrino (perlomeno ebbi questa impressione) ed arretrare, arretrare fin che il gancio traino non entra in contatto col musetto, appena sopra i baffetti cromati, ed arretrare ancora. Il gancio prima piega la lamiera superiore del musetto, poi la incide, infine la taglia, arretrando ancora ed estendendo il taglio fino al cofano.
Io mi sbracciavo, senza voce (non mi usciva) un urlo muto, d'angoscia indescrivibile.
Dopodichè la "signora" innesta la prima ed esce conquistando la strada. Mi esce la voce: "ferma ferma" una mano esce dal finestrino...un indice esce dalla mano...resto nuovamente muto e boccheggiante come un pesce.
Nulla da fare, la macchina me la son dovuto riparare da solo. I diplomatici sono intoccabili, forse allora ancor più di oggi.
Dopo due anni il duetto lo rivendetti (con dolore) in cambio di una cosa di soldi ed una Jeep Kerokee Wagoner Limited 5000 cc. con 220 cavalli.
Con quella andavo anche al lavoro, erano gli altri a doversi preoccupare di me, non più io.
Fu così che un mattino scesi e la vidi, la macchina della "signora" diplomatica. Auto francese ovviamente, parcheggiata dietro l'auto del marito, altro macchinone di rappresentanza...pure francese.
Non dovetti pensarci nemmeno un secondo: "ridotte, prima marcia inserita (cambio automatico a tre marce) ed avanzo. Il grosso paraurti d'acciaio impatta piano contro il baule dell'auto. Bypassando direttamente, grazie all'altezza, sia il paraurti che il gancio traino.
Quello che ne seguì, vale a dire il corpo della mia vendetta, in realtà fu un incidente. Ammetto, volevo ammaccarla. Ma mi rendevo conto che quell'impatto minimo non aveva creato danno. Volevo quindi avere il privilegio di sentire cedere le sue lamiere dal mio abitacolo avanzando sfruttando la potenza del motore e delle ridotte. Quindi schiaccio l'acceleratore. Di più, non succede niente, di più, la sua auto si alza leggermente di coda, di più, la sua auto avanza (nonostante freno a mano e marce inserite) ma impatta subito nell'auto del marito. bene, penso, ora cede la lamiera. Il mio motore è al massimo ed alla fine succede quello che non immaginavo.
L'auto schizza in avanti, spingendo la macchina francese fisicamente sopra l'altra auto francese. Lunotto infranto lamiera ammaccata ecc. Per poco non me la sono trovata sul cofano anche io. Arretro, ed esco.
Andandomene, dopo avere verificato i danni che credo fossero ingenti per tutte e due le auto, non dimentico nemmeno di restituire il gesto a suo tempo ricevuto.
Dicono che la vendetta non paghi, sicuramente è vero, ma in questo caso, quando ancora ricordo l'episodio, sorrido di un sordido ma sincero piacere.
Questa una mia giovanile (e rara) vendetta.![]()