Prima o poi bisogna pur tornare a tediare a tempo pieno il TCP ma prima devo fare un’ultima sosta al rifugio , ho tante persone da salutare e i saluti non mi sono mai piaciuti tanto è vero che questa volta fuggo via tre ore prima dell’orario previsto.

Con il vasetto di caponata ci scambiano una promessa solenne mentre con il Nero D’Avola (quello vero, non quello custom) con il quale non ho avuto modo di intrattenere rapporti intimi , il distacco è più difficile.

Mentre monto in sella, dal fondo del negozio sento stappare una bottiglia di champagne.

Al molo giungo in largo anticipo malgrado mi fossi perso seguendo le indicazioni di Clarabella, e la nave non è nemmeno arrivata. Ho una fame blu e mi pento di non fidarmi mai dei consigli di chi porta le treccine.

Ci sono altre 5 moto delle quali quattro sono GS. Il più over di tutti attacca un pippone sui suoi viaggi e le sue esperienze e non riesco a sradicarlo dai maroni. Ogni tanto abbozzo una reazione , così, giusto per educazione, ma quello dell’elica arrugginita nemmeno mi ascolta e prosegue indefesso con i suoi racconti. Mi sembra di essere sprofondato di nuovo nell’incubo dell’anno scorso che, faticosamente, ero riuscito finalmente a rimuovere solo negli ultimi quindici giorni. Per fortuna , quelli dell’elica si compattano e iniziano a discutere tra loro di accessori che costano quanto un monolocale. Mi sento un po’ escluso, lo ammetto, ma mi consola il fatto di essermi liberato del vecchiaccio natanizzato.

La nave è arrivata e ha spalancato le fauci. Un attimo prima che ci inghiottisca tutti, un pensiero va a colei che “ si mostrava sí gentile e sí piena di tutti li piaceri, che quelli che la miravano comprendeano in loro una dolcezza onesta e soave tanto che ridire nollo sapeano” (Dante, La Vita Nova) , un saluto alla terra dove “ Ogni Aura che qui muove pulsa una cetra o empie una zanpogna e canta e passa….Io era giunto dove giunge chi sogna” (Giovanni Pascoli , L’Isola Dei Poeti) ma “non so se infanzia o amore , ansia d’altri cieli mi volge, e mi nascondo nelle perdute cose” (Salvatore Quasimodo, Isola) quindi addio “verde isola Trinacria dove pasce il gregge del sole” (Omero, Odissea),” addio Babbaluci, Babbalucci, Babanuci, Babbacucchi, Babbacomeminchiasichiamano , teneri, dolci animaletti che vivete in un habitat di aglio , olio e prezzemolo” (io, La Mia Sicilia).

Mi aspetta un’altra notte insonne e 800 noiosissimi e caldissimi chilometri, mi rimangono due calamite inneggianti alla Sicilia e un vasetto di pesto al pistacchio confezionato con tanta pazienza che dovrei consegnare prima o poi ma , non so perché, è ancora sul comodino


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Ogni report che si rispetti pretende una lista di ringraziamenti
in ordine di apparizione :

Re Arturo dal portamento da vero aristogatto, innamorato delle mie ciabatte, che mi ha tenuto compagnia in una triste notte , insegnandomi come rovistare tra i rifiuti per procacciarsi il cibo

Miskino il Timidino con il quale ho scambiato solo un buongiorno e buonasera tanto era timido

Ibhra il Giocherellone che ha tentato di staccarmi una mano

Ash il Casinista che ha provato a staccarmi un orecchio

Niko il Tenerone che veniva a pulirsi il muso sui miei pantaloni, sbavando

Milo il Malinconico, rapito da una animalista crudele in tenera età e che ancora si deve riprendere dal trauma
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Ogni report che si rispetti pretende almeno una foto, questa racchiude in sé tutto il senso




L’anno prossimo vado alle terme