Si stava meglio quando si stava meglio.
Penso dipenda da come si intende la questione, ovvero se come imposizione forzosa, ineluttabile o senso di appartenenza. Dialetticamente si presterebbe a lunghe disquisizioni, praticamente credo di no: in una dimensione pratica lo stato può tranquillamente andare a quel paese, lui ha i debiti, non io, lui fa schifo, non io. Nessuno di noi, eccezion fatta per i vari masochisti-patriottardi-legalitari-riformisti e compagnia cantante, ha alcun dovere nei confronti di uno stato infame, tanto meno il sentirsi parte del medesimo.
Avventuroso ed avventurista membro del GdLP
No...non funziona così...i cittadini eleggono i propri rappresentanti i quali a loro volta gestiscono lo stato in tutti suoi comparti...se loro sbagliano i loro sbagli si riflettono inesorabilmente su di noi...qualunque sia il proprio punto di vista...loro combinano guai in rappresentanza del popolo...
Appunto, direi che ciò conferma la non identificazione. In parole più terra terra lo stato è quella roba lì, distante e prevaricatrice, noi siamo noi (o, meglio, dovremmo essere noi, sviluppare un senso di appartenenza individuale prima ed esteso ad altri dopo). La rappresentanza è una truffa, ideologicamente e praticamente. Di conseguenza, se non si risolve questo problema non si cava un ragno dal buco.
Avventuroso ed avventurista membro del GdLP