
Originariamente Scritto da
Warsteiner
La moto è una compagna sincera per il motociclista. Che sia quella per la vita oppure una dopo l'altra, alla moto non importa, è sempre lì, fedele, ad aspettare solo che tu l'accenda e condivida con lei qualche piacevole chilometro. La moto ti vuol bene anche se la tratti male, la moto non tradisce la tua fiducia, non ha colpe se si guasta, piuttosto la colpa è di chi l'ha costruita o riparata. Lei vive per te, vive per farti percorrere quelle curve tirate al limite, per portarti in luoghi magici facendoti sentire parte di quei luoghi stessi. Senti l'aria che ti entra fresca nei polmoni, la stessa aria che le da vita e la fa cantare con melodie che vibrano nel profondo del cuore. Sulla sua schiena metallica ti abbracci forte e lasci che lo spazio ed il tempo si mescolino senza continuità, provando soddisfazione, divertimento, eccitazione, sentimenti puri di cui si ha un vago ricordo dei tempi dell'infanzia. In moto ci si può far male, molto male, ma non puoi darle delle colpe, anzi, spesso provi pena per lei nonostante tutto, soffri perché si è sfregiata e spezzata, e non vedi l'ora di risalire in sella.
Cosa c'è di più bello del guidare la propria moto? Del curarla, del solo sapere che lei vive per il momento in cui accenderai il motore e partirai.
Beh, son tutte cazzate. La moto è un pezzo di ferro, ti fa divertire, ti fa svagare, ti fa condividere una passione con molte altre persone, ti fa sentir felice. Ma non ti vuol bene, non vive per te, non ascolta le tue confidenze, è un pezzo di ferro che si accende girando un contatto. Quando si sta veramente male, la moto non ti ridà la gioia di vivere, stai male e basta. Che schifo.