All’alba di Sabato 20 Agosto A.D. 2011 alle undici, quando per me il sole appena fa capolino timidamente tra i campanili della cattedrale che ci guardano sornioni e sembrano dire “an’vedi questi, ma n’do vanno” , si parte alla volta di Messina.
Garibaldi era meno pazzo di me che mi sono lasciato coinvolgere in questa follia di partecipare al raduno del Regno Delle Due Sicilie in Puglia, ma l’alternativa era il materassino a Beirut.
Clarabella si muove nel traffico come se avesse un Califfone invece di una Speed e devo sudare per starle dietro.
L’autostrada Palermo-Messina è l’unica a pagamento in tutta la Sicilia ma ha un asfalto impeccabile ed offre dei panorami mozzafiato.
Clarabella ha un passo perfetto , sciolto e veloce e mi chiedo come mai non rimpiango il viaggio con natan dell’estate scorsa.
Ci fermiamo in un’area di servizio non per fare benzina e prendere un caffè ma perché Clarabella deve fare 8 telefonate , ne riceve almeno 5, manda 15 sms e tutto questo in movimento mentre ancora sta decidendo dove parcheggiare. Io mi arresto qualche metro più indietro cercando di capire dove diavolo vuole fermarsi e in quel momento mi vengono in mente le suore nella cattedrale. Nemmeno il tempo di rabbrividire che un tizio parte in retromarcia. Ovviamente non si può pretendere che si accorga di una moto rossa, lunga quanto un TIR, che manda riflessi di luce abbagliante sotto il sole di mezzogiorno, con su un povero cristo con un casco rosso e un giubbotto fosforescente, che giusto si stava chiedendo che cazzo ci faceva lì fermo sotto la canicola. Mi prende in pieno e butta giù me e la moto. Carena scheggiata, leva della frizione con tutto il supporto, piegata, e freccia esamine. Fortunatamente funziona ancora tutto e si può ripartire.
Messina viene raggiunta velocemente e…………..superata altrettanto velocemente. Vedo sfrecciare i cartelli che indicano gli imbarchi e alzo un sopracciglioPer farmi coraggio ripeto a me stesso che la sicula chissà quante volte avrà preso quello stramaledetto traghetto, la strada la saprà, se la ricorderà, ma quando siamo quasi a Catania incomincio a farmi prendere dal panico.
Improvvisamente , come se si fosse ripresa da una trance, si accorge della lava dell’Etna che ormai lambisce gli stivali e con un dietrofront alla Carmichel (esce dall’autostrada per rientrare immediatamente facendo un’inversione a U in uno spazio che non è un fazzoletto ma uno strappo di carta igienica, mentre io non ho altra scelta che prendere un incrocio canalizzato in controsenso) , inverte la rotta e, non so come, si arriva finalmente all’imbarco.
La fila è talmente lunga e serrata che ci mettiamo un’ora per raggiungere il traghetto !!!! E tutto questo sotto un sole implacabile che la Valle dei Templi sembrava Oslo al confronto.
Termina un incubo e subito ne comincia un altro (e io che mi lamentavo di Big Marino)………...la Salerno-Reggio Calabria
Clarabella attiva la mappatura Califfone , passa tra i camion e il guardrail sfidando le leggi della impenetrabilità dei corpi , nun c’ha ‘na Speed !!! C’ha l’autobus di Harry Potter !!! Così come non capisco come si regga la Torre di Pisa , ignoro totalmente come stracazzarola faccia a passare in bilico sul bordo dei canaloni di scolo.
Ancora una volta faccio una fatica boia a starle dietro. Quando parte in slalom tra i birilli che separano le due corsie singole e io li becco TUTTI incomincio ad avvilirmi sul serio. Mi sento Will Coyote che insegue Bip Bip
Ma anche questa prova viene superata e ormai si vola verso Taranto………………