ho avuto una glock 19 in 9x21, prima arma, e in poligono non riuscivo a tirare bene. Poi ho preso una s&w 29 in 44m e nonostante la bastonata mi sentivo a mio agio, meglio che con la glock. Poi ho dato via la glock e preso la pardini 45, visto che vado al poligono inizio anche a ricaricare. Successivamente una colt cobra, poi una beretta 22, poi cambiato la sw con una anaconda, sempre in 44m, poi altre cosucce (una lady smith, una uberti derringer) condivido l'idea della plastica, anche se le glock vanno benissimo. è che io non faccio il metronotte e non sfrutto le caratteristiche, anzi, per me diventano difetti. C'è anche chi alleggerisce gli scatti per andare in poligono con le glock....le armi da difesa vanno usate da armi da difesa. Le armi da tiro hanno altre caratteristiche, esempio classico lo scatto duro che da difesa deve esserlo e da tiro rende meno precisa l'arma.
Comunque attendo il verbo che ci illumini....... Altro che enel!
fermo e fermo loco, se non te fermo io te ferma lo cacafoco!
Come potrei?
Le mie uniche corte sono revolver in .44 Mag, non il massimo della razionalità sotto molti punti di vista.
Resta il fatto che se devo spararci, preferisco le monopezzo Pachmayr in gomma ad una guancetta in legno, anche se esteticamente fanno indubbiamente cagare.
Un conto è quel che piace, un conto quello che funziona.
Questo è ESATTAMENTE il mio pensiero.
Io la Glock -o similare- non ce l'ho e non la voglio.
Però se dovessi utilizzare un arma professionalmente (in funzione antiuomo, ovviamente, non come ph...) sarebbe la prima che prenderei in considerazione.
Concordo poi COMPLETAMENTE sulle modifiche allo scatto nelle armi da difesa...
Il problema è capire COSA si vuole.
Ciao.
Ultima modifica di Don Zauker; 17/09/2011 alle 13:41 Motivo: UnionePost automatica
siamo d'accordo, e ci vuole poco.
Attendiamo il verbo.
fermo e fermo loco, se non te fermo io te ferma lo cacafoco!
"Ho vinto tante volte perchè combatto solo quando sono sicuro di vincere e non abbiate paura di ritirarvi quando siete in inferiorità numerica, il confine tra furbizia e viltà è molto labile."