@ Michelemobili:
concordo sul sottocaricamento del bossolo, meno sulla scelta dello stesso e sul peso di palla.
Preferisco (in una generica magnum) utilizzare sempre il bossolo più capiente e lavorare sulla ricarica, piuttosto che usare la versione "short" della stessa munizione.
Motivo?
Il mantenimento dell'OAL originale.
Ci guadagnano durata dell'arma e precisione.
Vero è che in una munizione da difesa sono parametri relativi, ma a ognuno le sue fisse...
Personalmente, poi, spesso eccedo in lunghezza, i revolver lo permettono e la precisione (spesso) ne guadagna.
Il peso di palla di 220 grs su una munizione da difesa mi piace poco, il rischio di sovrapenetrazione è esagerato.
Ragazzi, cerchiamo di capire che quello che ti trapassa NON E' la potenza, bensì la quantità di moto.
Quello che è (forse) il miglior caricamento commerciale DA DIFESA per il .40 S&W viene realizzato dalla Cor-Bon e utilizza palle Nosler da 135 grani , non i 170 e passa che trovi qui da noi (oltretutto FMJ); questi sono caricamenti idonei per andare a fattore nel TDS, o per far volare i birilli, ma non per altro.
Un caricamento con palla iperleggera da 90 grani, con una potenza stimata sui 100 kg alla bocca (anche meno se possibile, vedremo),ipostabile o altamente deformabile è a mio parere (ma di questo si può discutere) il miglior compromesso a cui si può portare questo calibro in senso difensivo, anche per quanto riguarda la riduzione del rilevamento.
Non mi pronuncio su botto e fiammata, aspetto la prova pratica.
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@357 Magnum:
parliamo dunque un pò di medicina.
L'unico modo per invalidare con un colpo un essere vivente è mettergli fuori uso il sistema nervoso centrale.
Puoi attingere a due distretti: la testa (che con un arma corta è impresa da film) o il plesso solare.
Se colpisci nel rettangolo che va per tutta la lunghezza dello sterno e si estende per 5 cm per parte (grossomodo), STAI TRANQUILLO che con qualsiasi calibro metti ko l'avversario.
Viceversa, un colpo nello stomaco o nel fegato, anche portato con un Casull, lascia possibilità di replicare.
Per inciso: un 9mm è trafilato, appunto, a 9,02/9,04 mm, un .45 a 11,48.
Pretendere che una differenza di 2,5 mm scarsi nella lesione facciano la differenza è una cavolata evidente, il famoso detto "più grosso il buco, più sicuro il morto" si può tranquillamente ascrivere al famoso marketing di cui sopra...
Preferirei tornare in un secondo momento sul discorso commerciale/ricaricato in ambito difensivo: discorso complesso, anche legalmente, da affrontare con calma.
Peraltro di grande interesse.
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@ Notturno:
il mio odio per le sicure manuali non deriva dal rischio di spararsi nei piedi; tutt'altro, in questo senso rischi parecchio di più con la Glock o con un qualsiasi revolver.
Il problema è che io non credo tu sia in grado, in una situazione di ELEVATISSIMO stress come può essere quella di trovarsi DI COLPO E SENZA PREAVVISO sotto il fuoco di un antagonista, di avere la lucidità/manualità necessaria a estrarre l'arma, togliere la sicura, mirare e sparare.
Oppure estrarre, scarrellare, mirare e sparare.
Con l'adrenalina che ti offusca la mente e ti impedisce i movimenti fini, o hai provato questi gesti migliaia di volte (e non è il caso delle nostre FF.AA. e nemmeno FF.OO., a parte forse qualche specifico caso isolato) oppure il grosso rischio è che, semplicemente, l' "arma non spara".
Figurati un privato.
La casistica riporta un sacco di casi, tra cui gente che ha svuotato il caricatore togliendo e inserendo senza accorgersene la sicura dorsale, mentre continuava a scarrellare...
Per quanto riguarda l'esempio del rapinatore da te riportato, mi limito a qualche considerazione: .357 Mag e .44 Mag non sono solo "...più grossi..." di un 9 mm, bensì anche tremendamente più veloci...
Sono calibri nati per la caccia, caricati usualmente col palle SP, dal tremendo effetto terminale.
Il limite di questi proiettili è dato dalla controllabilità dell'arma nonchè (in caso di impatto su bersaglio umano) dalla quasi certa sovrapenetrazione, NON dalla scarsità dell'effetto terminale!
Per inciso, mi par di capire tu sia un professionista.
Episodio per episodio...
Nel bolognese, per l'esattezza a Sasso Marconi, di fronte ad un locale a nome Chalet delle Rose, una decina di anni fa vi fu uno scontro a fuoco tra uno spacciatore e due esponenti delle FF.OO.
Il balordo venne raggiunto da 2 caricatori di 9X19, e SOLO UNO di questi proiettili perforò la pelle del dorso.
Da notare l'utilizzo di ogive FMJ.
Morale: in un contesto da difesa, il calibro ha funzione SOLO se visto in abbinamento con l'arma che lo camera e, a pari energia, la differenza la fanno punto di impatto e tipo di ogiva.
Il primo aspetto è a carico del tiratore, che può solo aiutarsi scegliendo un binomio arma/munizione che sia preciso, ergonomico, non rilevi e abbia più autonomia di fuoco possibile.
Il secondo aspetto, in Italia, è invariabile ergo ininfluente.
Il resto è marketing...
Ciao a tutti.