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Discussione: Tanto per tornare sull'argomento nucleare.....

  1. #1
    TCP Rider L'avatar di freerider3957
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    Tanto per tornare sull'argomento nucleare.....

    Per me articolo equilibrato e ben argomentato, da fonte autorevole e equidistante politicamente.

    USCITA DI SICUREZZA DAL NUCLEARE
    di Marzio Galeotti 15.09.2011

    Dopo il recente incidente, peraltro minore, alla centrale nucleare di Marcoule in Francia, è il caso di chiedersi se i paesi nuclearisti d'Europa non debbano pianificare una rinuncia, graduale ma irreversibile, a questa fonte di energia. Magari sotto l'egida dell'Unione Europea. Il vento sembra essere cambiato in maniera stabile e paesi come la Germania, la Svizzera e l'Italia hanno già imboccato la strada delle fonti sicure, autoctone e pulite.

    Un provvedimento che si proponesse di combattere l’inquinamento dell’aria mediante la sostituzione immediata dell’intero parco di vetture vecchie ancora circolanti sarebbe certamente improponibile. Ma una misura come l’Ecopass milanese è riuscita a orientare le scelte di chi aveva deciso di cambiare il proprio mezzo a favore di quelle a metano, Gpl, ibride e comunque più efficienti. Un provvedimento che mirasse a ridurre i consumi energetici del settore civile attraverso l’abbattimento di tutte le vecchie abitazioni non sarebbe naturalmente perseguibile. Ma una politica come la certificazione energetica degli edifici è efficace nell’improntare la costruzione dei nuovi alloggi verso una maggiore efficienza energetica. È la differenza tra lo stock – l’esistente – e il flusso – il nuovo, l’aggiuntivo.

    UN PROCESSO GRADUALE, MA IRREVERSIBILE

    Pur con tutti i distinguo necessari, una riflessione di questo tipo si impone anche per gli impianti che producono energia (elettrica) in Europa. L’incidente di qualche giorno fa a Marcoule in Francia, non lontano dal nostro confine, induce a domandarsi se non sia giunto il momento per l’Unione Europea e per i suoi Stati membri di dare inizio a un graduale, ma irreversibile, processo di uscita generale dal nucleare.
    Gli accadimenti degli ultimi mesi hanno probabilmente cambiato in modo permanente l’atteggiamento della pubblica opinione dei paesi industrializzati verso il nucleare e progressivamente anche quello dei loro governanti. All’indifferenza e al disinteresse dei più, si sono lentamente sostituite attitudini che vanno dalla mera consapevolezza dei rischi di questa fonte di energia al misurato timore, fino a una distinta paura. Se è vero che le convinzioni delle posizioni estreme pro e contro il nucleare non sono probabilmente mutate, innegabile è il fatto che le classi politiche e i governanti dei paesi occidentali stanno cambiando, in misura diversa beninteso, opinione. Da questo punto di vista, la vera notizia relativa a Marcoule non è l’incidente all’impianto di riconversione dei rifiuti nucleari, quanto la dichiarazione di Martine Aubry, possibile candidata all’Eliseo, riportata due giorni fa dal Corriere della sera: per l’esponente di spicco dei socialisti d’Oltralpe si deve uscire “progressivamente sì, ma senza indugi” dal nucleare. Una dichiarazione non proprio da poco per un politico francese di livello.

    FENOMENI CLIMATICI E REATTORI

    Vi sono due fatti fondamentali che determinano il crescente cambiamento di convinzioni sul nucleare, che ribalta quello che si affermò negli anni Sessanta e che fino a tutti gli anni Ottanta ha prodotto risultati, cioè nuovi reattori nucleari e nuove tecnologie costruttive. Il primo è rappresentato dal fatto che il mondo sta scoprendo come gli impianti nucleari, i cui incidenti passati e futuri agitano l’immaginario collettivo, siano potenzialmente soggetti ai fenomeni climatici estremi. I lettori più attempati non ricordano di avere sentito in passato notizie allarmanti sulla sicurezza delle centrali nucleari per lo scoppio di un grande incendio, o per l'arrivo di un uragano o per il verificarsi di un terremoto o maremoto. In questo inizio di ventunesimo secolo abbiamo invece visto cosa può succedere a una centrale nucleare se uno tsunami invade le coste del paese su cui sorge. Abbiamo sentito esprimere preoccupazione per i reattori che si trovano su un ampio territorio russo interessato da una vastissimo incendio. E abbiamo ascoltato i media americani raccontare non solo la paura di New York per il passaggio dell’uragano Irene, ma anche la notizia che la centrale nucleare di Oyster Creek in New Jersey è stata chiusa per prudenza. Non si tratta di fenomeni climatici causati dal riscaldamento globale, anche se questo pare avere un ruolo nella loro maggior frequenza e accresciuta intensità.

    CENTRALI SEMPRE PIÙ VECCHIE

    Il secondo fatto fondamentale è il progressivo invecchiamento delle centrali che le rende per forza di cose più vulnerabili agli incidenti. Marcoule come Fukushima si inquadrano in tale contesto: gli impianti non sono più pericolosi, soprattutto se manutenzione e vigilanza sono condotte con tutti i crismi, ma l’età crescente accresce la probabilità di malfunzionamenti e incidenti. Il problema riguarda naturalmente i paesi che per primi hanno ospitato impianti nucleari, come Stati Uniti, Europa e Giappone. La durata media della vita di un reattore è stimata dall’Agenzia internazionale dell’energia tra i 40 e i 50 anni. L’età media dei 435 reattori nucleari attualmente in attività nel mondo è di 25 anni, mentre nell’Europa occidentale il 75 per cento è nell’ultima metà del ciclo di vita. In particolare, il 65 per cento dei reattori europei ha un’età tra 21 e 30 anni, mentre un ulteriore 20 per cento opera da oltre trenta anni. L'esplosione all’impianto di Marcoule – che ospita la più vecchia centrale francese del 1955, quella che ha determinato l’entrata dei cugini transalpini nel club delle potenze nucleari – ha fatto tornare alto l'allarme sugli impianti nucleari in Europa.
    I risultati degli stress test, disposti dall'Unione europea dopo la catastrofe di Fukushima sui 196 reattori dei Paesi membri e degli Stati confinanti, non saranno definitivi prima di giugno 2012. Nel frattempo, sono cresciute le proteste degli ambientalisti per le centrali meno sicure del continente. Dei tredici impianti a circa 200 chilometri dall'Italia, a preoccupare sono soprattutto quello di Fessenheim, in Alsazia, la più vecchia delle strutture francesi costruita sulla faglia del Reno, e il reattore di Krsko, in Slovenia, teatro negli ultimi anni di numerosi guasti e incidenti. Più distanti, ma altrettanto pericolose, sono la centrale di Kozloduy in Bulgaria, della quale l'Unione Europea ha chiesto da anni la chiusura, e il complesso di Metsamor, ribattezzato la “Chernobyl d'Armenia”, con gli identici, antidiluviani reattori di fabbricazione sovietica.
    E mentre restiamo in attesa di azioni concrete prima che succeda qualcosa di grave, le scelte di uscita dal nucleare di Germania e Svizzera e l’esito del referendum italiano suggeriscono un orientamento che anche gli altri paesi europei potrebbero fare proprio, magari all’interno di una generale riflessione europea. Quella della graduale sostituzione degli impianti nucleari, a partire dai più vecchi e pericolosi, con le nuove fonti che si vanno prepotentemente affermando, stando ai dati degli ultimissimi anni, sarebbe una strategia non solo ragionevole ma ormai storicamente inevitabile. Si accelererebbe così il raggiungimento della grid parity, l’uguale convenienza economica con altre fonti di origine fossile, si accrescerebbe l’indipendenza energetica e la riduzione delle emissioni.
    Un’operazione del genere non si può realizzare concretamente nel giro di una notte né nel giro di anni, ma l’espressione ufficiale di tale orientamento sarebbe un grandissimo risultato politico per l’Europa. E ancora una volta, in questo ambito, sarebbe in anticipo sugli altri grandi paesi e se possibile in anticipo sul prossimo eventuale incidente.

    Lavoce.info - ARTICOLI - USCITA DI SICUREZZA DAL NUCLEARE

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  3. #2
    Il discorso, praticamente, è molto più semplice: il nucleare NON CONVIENE.

    STOP.

    Se consideri i meri costi energetici del COMPLETO ciclo di gestione di una centrale atomica, ti rendi conto che consuma più di quel che rende, lasciando comunque irrsolto il problema delle scorie nel medio/lungo termine.

    Senza entrare nei dettagli, l'esempio pratico è dato dal fatto che negli States (paese leader in questa tecnologia) non si costruiscono più centrali da qualche decennio, malgrado la fame spasmodica di energia, e non esiste privato che vi investa un cent.

    La verità è che per 50 anni c'è stata una "economia della bomba" che produceva comunque sottoprodotti radioattivi e tanto valeva utilizzarli in qualche modo...

    Il nucleare in quanto tale, però, è UNA TRUFFA TOTALE, che ha il punto di forza nel garantire COMUNQUE a QUALCUNO guadagni ILLIMITATI nel tempo, in quanto non dismettibile.

    Dixit.

    Ciao.
    Ultima modifica di Don Zauker; 16/09/2011 alle 17:36

  4. #3
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    Citazione Originariamente Scritto da Don Zauker Visualizza Messaggio
    Il discorso, praticamente, è molto più semplice: il nucleare NON CONVIENE.

    STOP.

    Se consideri i meri costi energetici del COMPLETO ciclo di gestione di una centrale atomica, ti rendi conto che consuma più di quel che rende, lasciando comunque irrsolto il problema delle scorie nel medio/lungo termine.
    Senza entrare nei dettagli, l'esempio pratico è dato dal fatto che negli States (paese leader in questa tecnologia) non si costruiscono più centrali da qualche decennio, malgrado la fame spasmodica di energia, e non esiste privato che vi investa un cent.

    La verità è che per 50 anni c'è stata una "economia della bomba" che produceva comunque sottoprodotti radioattivi e tanto valeva utilizzarli in qualche modo...

    Il nucleare in quanto tale, però, è UNA TRUFFA TOTALE, che ha il punto di forza nel garantire COMUNQUE a QUALCUNO guadagni ILLIMITATI nel tempo, in quanto non dismettibile.

    Dixit.

    Ciao.
    non sono molto daccordo...
    ...e poi..sei sicuro che gli ammericheni non investano più nel nucleare? uummm...sarà..ma non ci credo!

  5. #4
    Citazione Originariamente Scritto da Mr. RustyNail Visualizza Messaggio
    non sono molto daccordo...
    ...e poi..sei sicuro che gli ammericheni non investano più nel nucleare? uummm...sarà..ma non ci credo!
    Io sono sicuro di quello che scrivo.

    Tu?

    Allora, sotto coi dati...

    L'ultima centrale americana è del '96.

    Gli States sono fermi col nucleare da molto prima, la loro quota di centrali è attualmente di 104 unità, raggiunsero il picco nel '90 con 112.

    Tieni presente che non sono strutture che tiri sù in una notte, se consideri la progettazione dall'inizio (con l'individuazione del sito ed i permessi) possono necessitare anni, persino decadi; il picco del '90 è figlio politicamente dell'era Reagan pre-perestroika.

    Per quanto riguarda i finanziamenti di tali centrali, ti confermo essere di origine governativa; del resto, sono LORO che hanno isotopi da smaltire...

    Nel 2011 (primi 5 mesi) la quantità di energia ELETTRICA statunitense derivata dal nucleare è inferiore al 20% del totale.

    Il costo dell'ultima centrale franco-tedesca che stanno costruendo in Normandia sarà di 3 miliardi di Euro, cifra che andrà raddoppiata per i costi di demolizione-bonifica che avverrà presumibilmente entro i prossimi 25/50 anni.

    Costi IMMEDIATI e STIMABILI, perchè una soluzione DEFINITIVA per le scorie ancora non si è trovata.

    Il meglio che abbiamo ideato, finora, in Europa, è stato consegnarle alla 'ndrangheta che le ha caricate su una nave poi affondata.

    Oppure rifilarle a qualche dittatore africano che le seppellisce nell'orto.

    Se hai idee migliori ti consiglio di tirarle fuori, perchè qui ti giochi il Nobel.

    Ciao.

  6. #5
    TCP Rider L'avatar di malawiboy
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    Certo che l'essere umano è un totale fallimento sotto il punto di vista biologico. Una specie che distrugge il suo habitat naturale allo scopo di accumulare oggetti che in caso di necessità non potrebbero soddisfare i suoi bisogni primari (a parte, al massimo, pulirsi le chiappe), è una specie che meriterebbe niente di meno dell'estinzione.
    Chernobyl non servì a farci cambiare idea, ma forse Fukushima avrà più fortuna. Speriamo che decideremo davvero in via definitiva di lasciarci alle spalle questa tecnologia da psicopatici.
    "Quella umana è una razza affetta da amnesia."

  7. #6
    TCP Rider L'avatar di Bonzo
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    Citazione Originariamente Scritto da malawiboy Visualizza Messaggio
    Certo che l'essere umano è un totale fallimento sotto il punto di vista biologico. Una specie che distrugge il suo habitat naturale allo scopo di accumulare oggetti che in caso di necessità non potrebbero soddisfare i suoi bisogni primari (a parte, al massimo, pulirsi le chiappe), è una specie che meriterebbe niente di meno dell'estinzione.
    Chernobyl non servì a farci cambiare idea, ma forse Fukushima avrà più fortuna. Speriamo che decideremo davvero in via definitiva di lasciarci alle spalle questa tecnologia da psicopatici.
    Quoto il paesano comunque l' uomo si autodistruggerà in futuro, non ha scampo, le risorse sono limitate e non infinite

  8. #7
    Citazione Originariamente Scritto da Bonzo Visualizza Messaggio
    Quoto il paesano comunque l' uomo si autodistruggerà in futuro, non ha scampo, le risorse sono limitate e non infinite
    Analisi secca, ma che condivido.

    Citazione Originariamente Scritto da malawiboy Visualizza Messaggio
    Chernobyl non servì a farci cambiare idea, ma forse Fukushima avrà più fortuna. Speriamo che decideremo davvero in via definitiva di lasciarci alle spalle questa tecnologia da psicopatici.
    Per dare più "corpo" alla risposta precedente...

    E' stato comunque un magnifico sogno e non mi sento di condannare chi ci ha creduto.

    Sarebbe stato la soluzione di (quasi) tutti i problemi, avrebbe reso a portata dell'uomo la stessa forza di Dio.

    Analizziamo un momento la genesi della cosa.

    Nei primi decenni del secolo scorso, un paio di scienziati descrivono due teorie che rivoluzionano la concezione stessa dell'Universo.

    Una di esse, in particolare, contiene la chiave teorica per accedere a illimitate riserve di energia.

    Poichè la comprensione reale di questi enunciati è possibile solo agli iniziati, i vari responsabili mondiali sono costretti a fidarsi dei loro consulenti, che confermano la bontà di tali teorie, peraltro continuamente corroborate dalle nuove verifiche pratiche.

    La WW2 accelera i tempi, si utilizzano queste conoscenze in ambito bellico con risultati sbalorditivi; l'energia c'è, si tratta ora solo di imbrigliarla.

    Si fanno piani di sviluppo a lungo termine basandosi ANCHE su questa certezza, sulla sicurezza di poter disporre un giorno di un'energia senza fine.

    Si punta ad un illimitato sviluppo, che economicamente produrrà risultati nefasti.

    La crisi attuale è ANCHE figlia di queste errate previsioni.

    Oggi, le speranze di cavare il ragno dal buco si sono affievolite parecchio.

    Malgrado l'utilizzo di nuovi isotopi, e l'incredibile sviluppo dell'elettronica (imprevedibile nella prima metà del secolo scorso, e che ha portato a possibilità di controllo impensabili), il nucleare si presenta ancora inapplicabile come energia da sfuttamento.

    Esattamente come un'inceneritore, che ha una ragione di essere in quanto bisogna COMUNQUE smaltire rifiuti, ma non avrebbe senso produrre questi ultimi SOLO come fonte energetica; allo stesso modo, un reattore termonucleare può essere FORSE una soluzione qualora vi siano GIA' prodotti radioattivi da smaltire, situazione venutasi a creare con la guerra fredda e la politica della bomba, ma che a più di 70 anni dall'accensione del primo reattore da parte di Fermi, risulta ancora deficitaria.

    Gli enormi costi di progettazione/gestione, il problema irrisolto delle scorie (che si moltiplicano nel tempo: tutto ciò che è radioattivo rende radioattivo ciò che lo circonda), nonchè la scarsa energia prodotta rispetto ai costi gestionali fanno sì che, oggi come oggi, le prospettive di rendere servibile questa tecnologia siano assai scarse.

    Viceversa, rimane altamente allettante dal punto di vista speculativo, in quanto scelta non dismissibile.

    A mio parere, questo è l'attuale quadro della situazione.

    Ciao.
    Ultima modifica di Don Zauker; 18/09/2011 alle 03:20 Motivo: UnionePost automatica

  9. #8
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  10. #9
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    Quantità di energia "illimitata" ne abbiamo già, basta osservare il mondo naturale: il sole fornisce al mondo biologico tutta l'energa necessaria. Non ho intenzione di fare i soliti discorsi "il sole, non basta, e poi ci sono le nuvole, i pannelli solari non sono efficienti ... " e via con queste solfe continuamente riproposte da sedicenti esperti, opinionisti, giornalisti ... e poi da politici incompetenti e disonesti, che volgiono solo riempirsi le tasche, anche col "nucleare".
    Guardate il mondo naturale: le reazioni nucleari di fissione non si trovano in natura come sistema per generare energia, quelle di fusione invece si, nelle stelle. Una stella è un inimmaginabile crogiolo infernale in cui mediante tali reazioni si produce radiazione elettromagnetica, che intercettata su un pianeta come il nostro serve a mantenere la vita. Nessuna forma vivente nota usa le reazioni nucleari di fissione per mantenersi perchè sono "inutili" (in senso energetico) e complesse da gestire. Il punto è tutto qui: una "macchina" che converta energia da una forma ad un'altra se è semplice funziona meglio. I reattori a fissione non lo sono, la fisica nucleare è complessa, ed i comportamenti dei componenti base della materia seguono regole non lineari, quelle a cui siamo abituati nel mondo che riusciamo a vedere e comprendere. I reattori nucleari sono inutili per convertire energia da una forma ad un'altra, sono invece utilissimi in alcuni modelli per produrre materiali nucleari ad uso militare. Non servono ad altro, ed invece ci stanno racontando favole sul nucleare da oltre 60 anni.
    Consiglio una bella "favola" sull'energia: si intitola "Colonie umane nello spazio", di un fisico americano, parlava di questi argomenti già 35 anni fa ...
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  11. #10
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