Aia...
Rossi-Ducati se i guardiani del tempio invocano il divorzio
E’ vero che solo i somari non cambiano opinione ma è anche vero che non sono solo i somari a “ragliare”. Dal “sancta sanctorum” dei media arriva l’invito (o l’ordine?) a Rossi e alla Ducati di … separarsi. Nessuna meraviglia. Nel senso che dopo essersi arrampicati sugli specchi per difendere l’indifendibile, finalmente pare si prenda atto della mortificante e (fin qui) inarrestabile via crucis imboccata e percorsa dal super strapompato binomio tricolore e si usa senza perifrasi la magica parolina che sintetizza il tutto: fallimento.
Già. Come nei matrimoni d’amore e d’affari non c’è mai chi ha tutte le colpe e chi tutte le ragioni. Pur non tagliando la mela in due pacche precise, anche qui le responsabilità sono di entrambe le parti.
Di Rossi, che con presunzione e arroganza credeva di dominare il campo sempre e con qualsiasi mezzo, certo di trasformare con la “sua” squadra qualsiasi ferraglia in bolide vincente e con il suo “secondo” nel manico sopperire a qualsiasi gap del mezzo.
Della Ducati, che oltre al successo di marketing e di immagine acquisiti sin dai tempi di Madonna di Campiglio grazie ai giornalisti compiacenti, con l’arrivo di Valentino a Borgo Panigale era certa di portare a casa anche i risultati in pista, titolo iridato compreso. Oggi, ad amalgama non riuscita, magari interpretando la vox populi, tutti delusi e sbandati per il “fiasco”, da autorevole pulpito si invoca il divorzio. E i danni? E’ ancora valido l’antico adagio che “chi rompe paga”? Forse no.
La dispensa da matrimonio rato e non consumato in diritto canonico viene concessa dal Pontefice nei casi in cui sia stato accertato che il matrimonio, malgrado la corretta celebrazione, non sia stato poi consumato attraverso un rapporto fisico tra i coniugi. In questo caso, sia il pilota sia la Casa, ci hanno almeno provato.
Anzi, le hanno provate tutte, con profusione di tentativi e di … soldi, (offerti fin troppo precipitosamente dal munifico superottimista e … “ingenuo” sponsor tabaccaio), spinti dalla grancassa mediatica, non si sa se per amore di questo motociclismo da luna park o per cupidigia del grande business.
L’impressione è che tutta questa improvvisa e improvvisata foga per il divorzio abbia un solo obiettivo: dare tutte le colpe del disastro a una parte. Indovinate qual è la parte da crocifiggere?
Ultima modifica di superIII; 27/09/2011 alle 08:19
autri tecnici ?
io in abito non voglio visto
Era ovvio... Finalmente se ne torna su una giapponese con il telaio come vuole lui..
Preparatevi a sentire altre scuse assurde, quando anche con quel mezzo dovrà stare dietro.
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cosa centra? anche Melandri è un pezzo che ha svelato le trattative di Rossi con Gresini... ovviamente negate da Rossi...
beh, capisco che riteniate anche Melandri poco attendibile dopo che ha detto la sua sulle Michelin, sul comportamento della Ducati nei suoi confronti ecc...
Ultima modifica di superIII; 27/09/2011 alle 08:28