...e non solo in Sicilia...
Vieni qui da me a dare un'occhiata.
La verità è che, se è vero (e lo è) che ai tempi della I Repubblica la mafia votava DC, è altrettanto vero che buona parte della camorra votava PCI.
Ai tempi di Chiaromonte vicesegretario, il PCI nel napoletano era partito di maggioranza relativa.
Oggi, nel PD (che a differenza del suo quasi omonimo è democratico, contano le tessere) si contano più iscritti nel napoletano che in tutta la Lombardia; cosa che, in un partito di tradizionale ascendenza operaia, qualche dubbio certamente lo pone.
Per inciso: se vuoi VERAMENTE vedere dove reinveste la camorra, fai un giretto dalle mie parti e ti illustro un pò di cosette.
Dalla vicesindaco campana, incapace non dico di leggere e scrivere, ma nemmeno di parlare in italiano; fino ai "favolosi" investimenti delle varie Coop (che tutti gli anni stracciano i bilanci: qualcuno ricorda un certo Consorte?) fino alle recenti "campagne acquisti" delle ex-municipalizzate e aziende "rosse", è evidente come siamo (perdonatemi il termine) "esterodiretti".
Bisogna VERAMENTE capire COSA si vuole fare in questo Paese.
Ultima modifica di Don Zauker; 05/11/2011 alle 14:24
Al 100% Miss.
Intanto bisogna STABILIRE che, indipendentemente dal gioco a cui si gioca, si seguono le regole.
Poi si sceglie il gioco.
Purtroppo, a mio parere andiamo sempre più verso l'arbitrio, calano i diritti, la legge del più forte è il nostro prossimo futuro.
Vediamo.
questo ragionamento è applicabile a capre e pecore... . La legge del più forte è la legge di chi ha potere e il potere ce l'ha la casta politica , la casta dei magistrati, e tutti ii privilegiati organizzati che gli ruotano intorno
il gioco che si sta giocando è fondamentale per far si che tutti rispettino le regole
, no come dici tu indipendente dalle regole che vanno comunque rispettate.
Mi dici perchè gli "sfigati" che non appartengono ad un gruppo organizzato privilegiato dallo Stato, dovrebbero rispettare le regole? in democrazia i gruppi di interesse organizzati cercheranno di far pagare il conto dei propri privilegi alla grande massa della popolazione, ogni qual volta questa non possa essere facilmente organizzata per opporsi. Il risultato sarà una politica profondamente iniqua, che danneggerà la maggioranza in nome delle minoranze attive. E tutto questo secondo i principi cardine della democrazia: l’auto-organizzazione politica e la libertà di richiesta di determinati “beni politici” alle autorità elette.
Il risultato è una tragedia dei beni comuni: ognuno chiede privilegi per sé, sperando di scaricare i costi sugli altri; e alla fine tutti perdono più di quanto guadagnano, a meno che non siano dalla parte dei privilegiati netti (praticamente solo i gruppi politici e persone particolarmente “ammanicate”). Il fatto è che in un gioco che distrugge ricchezza non più di una sparuta minoranza può guadagnarci. E questo sarebbe il gioco che ci porterebbe a rispettare le regole che disciplinano lo stesso gioco? SVeglia