
Originariamente Scritto da
MTluc
Il mio quote era per Gabriel che da una parte mi dice che alla morte non ci pensa perchè è giovane, dall'altre riporta quella frase in firma
ma gabriel e' un asino
di intelligenza viva e con raffinato sense of humor, ma pur sempre un asino 
Ci si pensa eccome, ma non se ne parla perchè è un tabù. La morte, la fine. Parlarne non è portar jella, ma iniziare ad accettare che la vita stessa ha un significato grande proprio nella morte. E mano a mano che ci avviciniamo aumenta il carico delle nostre responsabilità.
puoi spiegare meglio che intendi ?
La giovinezza è spensierata, mentre prima con la maturità e poi con la vecchiaia crescono le consapevolezze.
la giovinezza e' tutt'altro che spensierata: e' piena di pensieri e problemi piu' grandi di noi, con la maturita' di cose piu' grandi di noi ci occupiamo raramente (al di fuori di luoghi come questo) 
Cristallizzarsi in una virtuale, eterna, giovinezza formale, sembra un rito esorcistico, una sorta di Dorian Grey, ma forse anche un modo per scongiurare consapevolezze e responsabilità, rimandarle ad un futuro che si spera non arrivi o arrivi il più tardi possibile.
mi sembra un'analisi esagerata: tutti sti anziani doriangreyzzati e cristallizzati, alla bocciofila dei ferrovieri non li vedo. quelli che si vedono, sara' mica che e' perche' godono di ottima salute e perche' oggi chi fa un figlio (il piu' impegnativo, a mio giudizio, dei progetti) a 50 anni non e' piu' una rarita' .................cosa ti da noia in questo ?
La vecchiaia si rifiuta. Appena un paio di giorni fa, ho letto in un post un suggerimento formale "non dire vecchio, che fa vecchio, meglio vintage!". Al di la del sorriso, il pensiero è: ma come si fa a creare lo scambio tra giovani e vecchi, quello in cui i giovani sanno inventare il futuro e i vecchi hanno l'esperienza per aiutarli a costruirlo, se ci vogliamo fermare idealmente alla soglia della vecchiaia? Se i vecchi non accettano la loro vecchiaia ed i giovani non la vogliono neanche riconoscere?