
Originariamente Scritto da
MTluc
Forse alla bocciofila che frequenti non ce ne sono

, ma in giro vedo molta gente che teme di invecchiare, e che prova ad esorcizzare l'inevitabile processo, con atteggiamenti, abbigliamento, il ricorso a cosmetici, chirurgia, etc il tutto in nome di un mantenimento di una giovinezza estetica ed esteriore che sembra essere la conditio sine qua non per avere un'esistenza appagante.
Oltre la quale c'è lo schifo di cui parlava Gabriel.
La morte essendo il termine del processo, si nasconde, a meno che non sia quella lontana, degli altri, televisiva, che si osserva con distacco, mischiata alle altre notizie.
Ma ad esempio spesso non si dice ai bambini, cui si raccontano storie strampalate nella convinzione che i bambini non sappiano comprendere ed accettare la morte, la celebriamo in modo sommesso, la ricordiamo con gesta fugaci e private.
Vediamo i cimiteri come luoghi tristi che fan quasi paura, da fuggire in fretta. Non come luoghi dove riposano persone care luoghi in cui sarebbe più bello invece ritrovarsi.
Il fatto è che temiamo la morte come non mai, non la accettiamo. E non accettandola rischiamo di mettere in discussione la vita, che inizia con la nascita e termina con la morte, appunto.
Allora la vecchiaia diviene un percorso di avvicinamento alla morte, qualcosa da fuggire, da cui cercare scampo.
Mentre è semplicemente una fase della vita, da vivere.
Insomma il rischio è di non vivere veramente per paura della morte, e di rifugiarci in vite virtuali in cui tutti impegnati in questo rito di esorcismo della morte, e quindi della vecchiaia, sacrifichiamo valori, riferimenti, affetti, forse anche l'amore (in una visione Freudiana)
Pusillanime
