Sì, mi è capitato e direttamente.
Questi sentimenti sono comuni, ma anche molto superficiali nel senso proprio letterale del termine: sono parte di una superficie che non è quella che ci può aiutare a comprendere certi gesti.
Per comprenderli bisogna usare strumenti nostri interiori molto più profondi.
Io penso che guardare il suicidio come qualcosa che altri rispetto alla persona che lo ha compiuto avrebbero potuto evitare sia una causa persa in partenza.
Si continua a mettere al centro del discorso noi che restiamo nel dolore, rispetto a colui che ha scelto di morire: per me questa prospettiva è controproducente.