Bene.
Tu non togli la vita ad un padre per la responsabilità che avrebbe sui figli, ma la togli all'unico figlio di due genitori, che si ritrovano privati del loro ragazzo per sempre.. senza alcuna possibilità di parola, data la maggiore età del soggetto.
Inoltre, i motivi che io ho citato sono volutamente senza alcuna certezza, frutto di sole ipotesi... paura di un futuro incerto, di prendersi delle responsabilità..
Per me, farlo in questo caso, è follia.
Se una persona è davvero così convinta di intraprendere una scelta del genere per questi motivi, andrebbe ascoltata.. dialogo, terapie.. non puoi dire addio al mondo per delle paure adolescenziali.
Significa ritirarsi prima di giocare la partita. Ma è la tua vita, deve ancora iniziare.
Secondo me, beninteso.
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Seguito sua richiesta..non di mia iniziativa...
io sono solo uno strumento....un pugnale o una pistola non sono
oggetti "maligni" di natura......
Gli toglierei la vita se decidessi di usare la siringa contro la sua volontà
Sai la novità
a me starebbe pure bene che si suicidasse... invece succede che l'ubriaco di turno che ha uccido 1-2 ragazzi perchè guidava ubriaco si fa pochissimo di carcere, più ai domiciliari e magari poco dopo lo ingaggiano anche per fare la pubblicità di jeans!!!!
se volessi suicidarsi tantop meglio, uno in meno che fa danni.... invece spesso gli ridanno pure la patente.....
a proposito del libero arbitrio....sta parola mi fa sempre venire in mente la chiesa che la prende sempre come scusante.... se gli parli del male ti dicono che è perchè dio ha dato all'uomo la cosa più importante che potesse dargli, il libero arbitrio... eccerto .. e allora come mai quando uno vuole staccare il respiratore alla figlia vegetale non glielo permetti? e quando uno affetto da sla vuole smettere di vivere e riesce a farlo prima fai di tutto perchè non gli sia possibile e poi quasi non gli permetti il funerale? e sei così contro all'eutanasia? com'è? lì il libero arbitrio smette di esistere.. cioè dio me lo dà e tu chiesa me lo togli???? vabbè, alla faccia della portatrice della parole del signore....
amen
non a caso in svizzera ci sono delle associazioni che ti aiutano a morire, non sto a scrivere i nomi ora, però il concetto era abbastanza semplice.... loro ti preparavano le gocce... ma tu dovevi prenderle....
solo in particolari casi si facevano eccezioni....
mi sembra di ricordare però che ci fossero degli standard.... non tutti potevano suicidarsi.... solo chi soffriva e non avrebbe avuto miglioramento, oppure chi era perseguitato da dolore cronico etc etc.... la sensazione che ho avuto però era che bastasse pagare... e si trovava un medico che poteva dire che il tuo ero un dolore cronico o che la tua situazione mentale non fosse migliorabile... ma questa era solo una sensazione....
non ho avuto modo di leggere tutto...comunque queste 3 affermazioni sono 3 punti fondamentali...
streettissimo e Le_Loup centrano pienamente il problema di poter creare delle leggi in grado di districarsi in un argomento così complesso: il diritto ad una vita dignitosa, come definita dalla costituzione, il diritto a tutelare la propria salute(anche mentale) e al rispetto della volontà umana. E' difficile se non impossibile pensare di creare una legge in cui siano specificati tutti i possibili casi in cui ogni individuo ha diritto a disporre della propria vita e della propria morte. E' difficile, se non impossibile, pensare di creare una legge che specifichi caso per caso come valutare se è una scelta consapevole o dettata da una alterazione della pecezione della realtà, o che eviti(come ha fatto notare Segy) che la legge diventi oggetto di omicidi giustificati.
le leggi nascono per tutelare non solo il singolo idividuo ma l'interesse della collettività. ed è qui che "il padre di famiglia che si vuole uccidere lasciando i figli orfani o i genitori che perdono l'unico figlio" assumono una importanza della colletività superiore a quella dell'individuo...o forse si può lecitamente pensare che costringere alla vita chi vuole morire costituisca una violenza ancora maggiore....questa è la complessità dell'argomento che non è una semplice scelta di prendere quel farmaco piuttosto che un altro.
moralmente...bè personalmente ho avuto persone che hanno lottato contro un tumore, e una di queste se n'è andata dopo aver cercato l'impossibile. ho perso un amico a causa di una dipendenza da eroina e abbiamo cercato di tutto per aiutarlo. stiamo lentamente perdendo una persona malata di depressione.
ed è qui che vorrei sottolineare la frase della strega e al tempo stesso, quindi, la difficoltà di legiferare in materia...chi è in grado di definire il livello di sofferenza fisica e/o mentale? perchè quello fisico dovrebbe essere più intenso di quello mentale?
ho letto delle cose che mi hanno davvero colpito..la depressione(che non è intesa come la tristezza dopo che il ragazzo ti ha lasciato..) è una malattia orrenda. ti toglie la voglia di vivere, la percezione della realtà, la capacità di provare emozioni, sentimenti, la capacità di accorgerti dell'esistenza degli altri, di un mondo. è una malattia da cui se ne esce? è una malattia che si sta diffondendo! una malattia che invece spesso non lascia alternative, non lascia niente in mano ai medici per poterti aiutare. inoltre alla persona viene a mancare uno dei contributi più forti che invece si possono usare contro le altre patologie, la volontà! il sentire il sostegno di una famiglia!la forza di non arrendersi! chi è depresso non sente niente, non vede l'amore perchè non ne ha nemmeno per se stesso, non vede la via di uscita, non vede un cammino, non ha dei bisogni, non ha degli obiettivi, non ha dei sogni. ti passa come un velo nero che copre tutta la tua vita, che copre i colori e li copre anche alle persone che vedono solo, purtroppo, il corpo di una persona che amano ma non trovano più negli occhi, quella persona. è spesso non c'è niente, il corpo sta benissimo, il cuore, i polmoni, il fegato..tutto funziona..ma non funziona la psiche di una persona che si spegne e che vuole solo spegnersi. e cosa aggrava tutto questo? il sentirsi dire dalle persone care che si guarisce, che basta volerlo, che non è NIENTE, che si è esagerati e piano piano si rimane soli perchè quel niente per quella persona è ciò che la sta uccidendo. iniziano pure a dargli colpe, a sottolineargli le mancanze, che è un po' come sottolineare ad una persona cieca il non saper vedere(scusate il paragone forte)..mi scuso per la lunghezza ma lo sentivo col cuore, perchè ogni giorno in ospedale di questi, come il mio caso personale, se ne vedono ad oltranza.
Deborah
Ultima modifica di Debi; 01/12/2011 alle 19:32
7Luglio.