credo che trattare la vita degli altri come fosse la propria sia la cosa più sbagliata che ci sia ...
ti quoto!
l'egoismo in una scelta del genere non penso che centri .... chi vorrebbe mai morire? e perché? forse qualcuno ha scoperto un po' di mistero ... ci sono persone che muoiono attaccati alla vita come linus rimane attaccato alla sua coperta, lasciandola nello strazio ... e persone che muoiono, per contrapposizione, con il sorriso sulle labbra .... come si può trattare l'argomento in modo tanto banale come se si stesse parlando di un uscita serale proprio non lo capisco ...![]()
Le verre est un liquide lent
Ultima modifica di Luigi; 02/12/2011 alle 18:35 Motivo: UnionePost automatica
tre passi avanti uno indietro per umiltà
all'aldilà ... al di là dove?
bisognerebbe scrollarsi di dosso questa cultura cattolica e guardare l'universo con altri occhi ... ne conosciamo talmente poco, e conosciamo talmente poco di noi che tutto é possibile, anche una vita sotto altra forma ... se é vero che nulla muore ma tutto muta, noi chi siamo per non rientrare in questo genere di pensiero?![]()
Le verre est un liquide lent
Ultima modifica di Luigi; 02/12/2011 alle 19:16
tre passi avanti uno indietro per umiltà
Veramente è dal 1963 che la cremazione è ammessa dalla Chiesa Cattolica,
"La Chiesa permette la cremazione, se tale scelta non mette in questione la fede nella risurrezione dei corpi." Fonte: Catechismo della Chiesa Cattolica-http://www.vatican.va/archive/catechism_it/p3s2c2a5_it.htm
Ma a parte questa piccola digressione......
Sul suicidio , non essendo io credente, sono anche d'accordo.
Come ho scritto all'inizio è il coinvolgere dei terzi nella propria morte che mi lascia perplesso.
Ritengo che si abbia il diritto di terminare la propria vita quando questa diventa insopportabile, sarà forse anche da deboli, ma si ha il diritto anche di esserlo. Non importa perchè sia insopportabile, depressione (che è una malattia) o altro stato clinico.
Un pò diverso è chidere ad un terzo di ucciderci..... nel nostro odinamento penale l'omicidio del consenziente è un reato a sè stante. Ma non è questo il problema, che non è tanto di natura giuridica quanto morale. Se sia giusto o meno trasformare il prossimo in un omicida oppure no.
E' pur vero che in strutture sanitarie chi opera questo tipo di cose è preparato e volontariamente cosciente di cosa sta facendo. Cosa molto diversa dall'improvvisato che si trova a dover fronteggiare la richiesta di un coniuge, di un figlio, o di un amico.....
Ma non saprei.... questo del coinvolgimento di terzi è una cosa che mi lasci perplesso....
Ma sulla legittimità morale di terminare la propria vita non ho dubbi.
E' una scleta non facile, ma talvolta meno penosa che vivere.... e qualche volta anche una scappatoia (ma mai facile...l'istinto a vivere è potente....serve tanta disperazione)
Quel che non credo sia molto reale (anche se legittimo) è la pianificazione a distanza di tempo. I coniugi che pensano di "terminarsi" a 80 anni...li trovo molto sprovveduti. Non sanno adesso a 50 come stranno a 80 e cosa penseranno allora, tagliarsi i ponti alle spalle non è mai una cosa saggia......
Mia madre diceva che non voleva morire da vecchia e rugosa.... a 62 anni se n'è andata di cancro al pancreas..ma qualche tempo prima di morire (non ne aveva nessuna voglia) quando faceva ancora devastanti cure chemioterapiche, mi disse: "Sai Giorgè...se mi dicessero che si ferma qui, che non si peggiora ulteriormente...io ci starei. Anche a vomitare 4 volte al giorno tutti i giorni, anche a star così male....sai in fondo ci si abitua a tutto!...." E' stata un grande grossa lezione......
vorrei intervenire...a mio parere l' eutanasia è sinonimo di civiltà e libertà che un Paese come l' Italia non è ancora in grado di gestire, per leggi assurde e burocrazia da terzo mondo. Sempre a mio parere....chi decide di praticare l' eutanasia non è scevro da forme depressive che sono insite nella psicologia di chi ha alle spalle una lunga sofferenza oppure una malattia cronica (anche asintomatica). Bisogna considerare che negli ultimi anni anche in Italia si sono fatti enormi passi avanti nella terapia del dolore, quindi si possono affrontare certe malattie senza dolore (ci sono anche dei centri specializzati preposti...) quindi credo che il motivo principale che spinge una persona a "chiudere" con la vita sia soprattutto di carattere psicologico, e penso che ne abbia comunque il diritto. Certo è che in Italia avrebbe un impatto sociale devastante, e non solo per il retaggio culturale (per esempio la Chiesa). La Svizzera ha un ordine sociale molto diverso dal nostro, c'è un equilibrio sui diritti e doveri che in Italia forse non avremo mai...quindi per loro forse è più semplice gestire il problema. Io comunque sono favorevole.
a 18 anni non si è responsabili della propria vita...assolutamente. io ho anche 2 figli, ma non c' entra...la maggiore età a 18 anni, con tutto quel che comporta è stata una grande cazzata.
Ultima modifica di gpalmi; 02/12/2011 alle 22:28 Motivo: UnionePost automatica