Condivido la condivisione
Mi immagino anche io un percorso intellettualmente onesto. Lo vedo appunto come la determinazione di un uomo che ha comunque un vissuto importante, una volontà integra anche nella non disconosciuta disperazione. Ma una scelta personale, di sostanza. In diverse culture in passato è stato riconosciuto valore anche al suicidio rituale, d'onore.
Una società dovrebbe preoccuparsi di più di chi si suicida impulsivamente e questo si riguarda spesso i più giovani a fronte di qualsiasi forma di grave delusione. Spesso giovani o malati però sono persone lasciate sole, o comunque non riconosciute come bisognose di estremo aiuto. In questo senso mi fa specie leggere considerazioni del tipo che se uno vuole uccidersi lo faccia da solo, tanto si sa come si fa, c'è pure internet d'aiuto.
Potrei non condividere fino in fondo le motivazioni di un uomo se le leggessi banalmente da un articolo ma la convinzione alla fine di un percorso di vita che si ritiene intellettualmente concluso, la determinazione anche nel cercare modo migliore per farlo, nel modo meno trumatico possibile per lui e per tutti, me lo fa cmq rispettare.
nel caso sconsigliata l'impiccagione
non è il caso di aumentare la sofferenza.