E' un rito. Una tortura per chi vorrebbe ma non può. E' una pausa, un momento di riflessione, uno stacco da tutto. E' un piacere da prendere da soli o in compagnia. Ha mille varianti e mille modi d'esser fatto. E' inebriante quasi come une bella donna profumata (cit.). E' tradizione.
A Trieste è sicuro tradizione. Ci son tantissimi caffè sparsi, alcuni storici in cui passare pomeriggi in compagnia di un bel libro o di una buona persona.
E' tradizione anche per le torrefazioni famose (illy, CremCaffè e moltissime altre) e perchè è una pausa obbligata in qualsiasi giro lavorativo e non.
Quando lavoravo a Bologna delle colleghe m'avevan detto che solo le svergognate vanno a bere il caffè in bar da soleE son stata contenta della nostra emancipazione che dura da secoli, mia nonna e sua madre prima di lei non han mai rinunciato al loro "capo in b" al bar, anche da sole...
Prendere il caffè a Trieste non è facile. Chiedi un cappuccino e ti danno un bicchieretto di vetro con caffè e taaaanta schiuma, è il nostro "capo in b". Istituzione immancabile per iniziare bene la giornata.
E se uno volesse il cappuccino "normale" a Trieste? semplice, basta chiedere un caffèlatte con la schiuma.
E qui una mirabolante serie di varianti (nero, nero con latte a parte, gocciato cioè nero con una goccina di latte, lacrimato cioè sempre nero ma con una goccia di latte più grande, ecc.).
Insomma, siamo strani, ma il caffè è un piacere sempre.
E voi, come prendete il caffè?
Io al bar ovviamente capo in b.
A casa caffè rigorosamente di moka, bialetti vecchia di vent'anni perchè più è usata più il caffè viene bene... (miscela bar di una torrefazione qua vicino) con poco latte, un cucchiaino di zucchero e nel bicchierino francese!