...il culo, sto parassita leccaculo!
Non è bastata l’emorragia d’ascolti che ha fatto perdere credibilità, prestigio e soldi al giornale della rete ammiraglia Rai. Non sono bastati gli editoriali a senso unico, né la cacciata dal video di quei conduttori ritenuti troppo orientati a sinistra. E neppure i servizi sulle gelaterie e cappottini per animali mandati in onda prima (e spesso al posto) delle notizie importanti. Per cacciare Augusto Minzolini dalla poltrona del Tg1 c’è voluto il tribunale di Roma. Sì, perché la prima conseguenza del rinvio a giudizio con l’accusa di peculato per le spese folli fatte con la carta di credito aziendale è stata la rimozione dal suo incarico decisa oggi dal Cda di Viale Mazzini.
Ma Minzolini non ci sta, e in concomitanza del tg delle 20.00 diffonde una nota per annunciare il ricorso al giudice del lavoro: “Considero la mia rimozione un atto illegittimo, frettoloso, carente nei presupposti e sostanzialmente immotivato – scrive l’ex direttore – Credo non sia casuale che l’esito della votazione finita in perfetta parità abbia prodotto il risultato che mi riservo di contestare. Sorprende comunque che alcuni consiglieri dell’azienda, sebbene da me preventivamente informati, abbiano scelto di non tener conto delle guarentigie che il legislatore offre a tutti coloro che vengono colpiti da provvedimenti di una pubblica amministrazione quale la Rai ha scelto di considerarsi”.
ci vuole proprio una faccia tosta incredibile
Rai, il Cda caccia Minzolini dal Tg1 e lui fa ricorso al giudice del Lavoro | Redazione Il Fatto Quotidiano | Il Fatto Quotidiano






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