Calma..
Le tasse non sono solo quelle che ti trattengono sulla busta paga,
ne esistono diverse altre per le quali il dipendente ha esattamente la stessa possibilità di evasione del commerciante e del libero professionista.
A iniziare dai secondi lavori svolti in nero (una pratica diffusissima ), alle ICI delle seconde case , ai contratti d'affitto non registrati, passando per il Canone Rai e molte altre, per finire con le finte detrazioni (più possibili per il lavoratore autononomo, certamente, ma non impossibili per il dipendente)
Certo per il dipendente evadere l'Irpef del reddito da lavoro dipendente è quasi impossibile, ma le tasse non sono tutte lì. Ecco perchè asserire che i dipendenti siano totalmente immuni dall'evasione non è corretto.
Certamente pagano tutta l'irpef del lavoro che svolgono (salvo che appunto siano in nero e in quel caso sono evasori come chi il lavoro glielo da) ma non è per questo detto che siano totalmente virtuosi. Ci sono un sacco di autonomi/professionisti che sono nella loro stessa condizione, basta che lavorino esclusivamente con aziende (alle quali non si può non fatturare) che la situazione diventa analoga con una serie di differenze a sfavore dell'autonomo.
Sono stato dipendente per 24 anni....e da due e mezzo sono esclusivamente con partita IVA.... fidatevi che so cosa dico. Ora pago molto di più.
Non ho secondo lavoro (non ho il tempo per farlo, come la maggior parte che fa otto o più ore al giorno), non ho seconda casa e come puoi evadere l'ici di una casa accatastata (ti beccano subito), non ho contratti in affitto in nero avendo solo la casa in cui vivo, pago a malincuore il canone Rai, e non mi risultano finte detrazioni che posso usare!
E in ultimo l'irpef la pago tutta fino all'ultimo centesimo!
Come la mettiamo?
"Fletto i muscoli e sono nel vuoto!" (Rat-Man)
"Dio non é con noi perchè anche lui odia gli imbecilli!" (il Biondo)
"...to boldly go where no man has gone before!"
tempo fa si discuteva di questa cosa...forse valeva in passato...oggi i "professionisti" stanno iniziando a tirare la cinghia perchè la gente se va bene li paga "a babbo morto" e se va male non li paga affatto...si sta assistendo ad una guerra al ribasso tra le partite iva dove per forza viene erosa la parte di guadagno che ci si era prefissi di darsi...e quì andare a fare "più sconto" dello stato per dar modo al cittadino comune di evadere la vedo dura...in brasile ad esempio si ha il 30% di detrazione immediata sullo scontrino...
SAN PAOLO, DOVE L'IVA NON SI EVADE
di Diego Corrado e Marco Leonardi 06.09.2011
La lotta all'evasione fiscale è tornata di attualità. Ma il modo migliore per incentivare il buon
comportamento fiscale non è tanto il controllo e la punizione quanto la compartecipazione ai profitti.
Anche per la tassa più evasa, l'Iva. Come dimostra il programma Nota Fiscal adottato a San Paolo
del Brasile: un sistema semplice, automatico e che fa leva sulla tecnologia. Mentre in Italia
l'impianto delle detrazioni dall'imponibile Irpef è complesso e oneroso per il contribuente.
Questa estate di passione per i nostri conti pubblici e di affannosa ricerca di misure di risanamento
del debito ha riportato al centro dell’attenzione il tema della lotta all’evasione fiscale. È necessario
spezzare il circolo vizioso, in cui due elementi si sostengono a vicenda: più è alta l’evasione, più
devo fare ricorso a misure dure e invasive e più incrino il rapporto tra fisco e contribuenti, facendo
venir meno ogni possibilità di cooperazione tra gli attori del sistema. In effetti, la cosa più fastidiosa
per un lavoratore autonomo è essere considerato automaticamente un evasore. E probabilmente
non è neanche utile per raccogliere più tasse. Secondo gli economisti, il modo migliore per
incentivare il buon comportamento fiscale non sia tanto il controllo e la punizione quanto piuttosto la
“compartecipazione ai profitti”. (1)
A SAN PAOLO SI FA COSÌ
Nel corso della discussione su questa manovra economica si è parlato molto di un aumento dell’Iva
(e non è ancor detto che non avvenga davvero). L’Iva è però la tassa più evasa in quanto si crea
una naturale collusione tra il venditore e il compratore ai danni del fisco: tu venditore mi fai lo sconto
sul prezzo, e io compratore non ti chiedo lo scontrino-fattura. Ma oggi esistono tecnologie di facile
adozione per limitare l’evasione dell’Iva e sono fondate sulla compartecipazione e sulla
cooperazione piuttosto che sulla punizione.
Le adotta per esempio lo stato di San Paolo in Brasile. Il programma Nota Fiscal Paulista prevede
che il cittadino registrato al programma, comunicando il proprio codice fiscale all’atto dell’acquisto di
beni, riceva il 30 per cento dell’Icms dovuto dall’esercente. (2) La somma accreditata può essere
usata dal cittadino in compensazione delle proprie imposte o bonificata direttamente sul suo conto
corrente.
Gli esercenti hanno l’obbligo di aderire al programma, che è invece una semplice facoltà per i
cittadini. Il tutto è gestito via web, ma non è necessario che l’esercente sia sempre on-line, può
trasmettere i dati periodicamente. Il software è fornito gratuitamente dalla Secretaria da Fazenda.
Page 1/3
Lavoce.info - ARTICOLI - SAN PAOLO, DOVE L'IVA NON SI EVADE
Il consumatore non ha nessun obbligo di conservazione dei documenti fiscali emessi nei suoi
confronti, che saranno inviati dall’esercente e accessibili on-line in ogni momento. Lo scontrino
cartaceo è utile al consumatore solo per successiva verifica, oppure nel caso di omissione di invio
online da parte dell’esercente, per denunciarlo. Per accumulare il credito, il consumatore deve
semplicemente comunicare il suo codice fiscale al momento dell’acquisto, è necessario registrarsi
(tutto online, in pochi minuti) solo per consultare il credito accumulato e utilizzarlo. Anche i
consumatori residenti in altri stati del Brasile possono aderire al programma e accumulare crediti.
Alcuni dati (dal sito) dall’inizio del programma nel gennaio 2008 a oggi. 1 euro = 2,3 reais
Totale crediti distribuiti
Consumatori registrati
Scontrini “processati”
Esercizi registrati
R$ 3.955.311.981
11.739.586
13.666.039.167
704.683
Il programma prevede un ulteriore incentivo che si affianca alla restituzione di parte dell’Iva
incassata: la distribuzione di premi sorteggiati mensilmente tra i partecipanti; finora ne sono stati
distribuiti per 489.500.000 reais.
L’effetto combinato degli incentivi previsti dal programma ha portato a un incremento del gettito nei
primi tre anni di applicazione pari al 23,3 per cento, con punte di quasi il 40 per cento nei settori più
a rischio, come sport, tempo libero e ristoranti, secondo i dati della Secretaria da Fazenda. È un
incremento notevole se consideriamo che anche il Brasile ha sofferto, seppur meno di altri paesi,
per la crisi economica esplosa nel 2008. Secondo le stime del fisco paulista, al netto dei rimborsi,
dei premi e delle spese di pubblicità del programma, il beneficio per le casse pubbliche a fine 2010
era di circa 800 milioni di reais annui, circa 350 milioni di euro al tasso attuale. Lo stato di San
Paolo è grande quasi come l’Italia (248mila kmq), con una popolazione di 41 milioni di abitanti, e 11
milioni di consumatori registrati al programma sono davvero un numero imponente. Il Pil dello stato
di San Paolo è circa di 350 miliardi di euro, quindi il gettito aggiuntivo è lo 0,1 per cento del Pil:
come se in Italia, che ha un Pil di circa 1.500 miliardi di euro, un sistema analogo potesse
raccogliere un gettito aggiuntivo netto di premi e rimborsi di 1,5 miliardi di euro.
DUE OSTACOLI ITALIANI
In Italia esistono le detrazioni dall’imponibile Irpef di alcune spese, considerate “meritevoli” (sanità,
spese di iscrizione per l’istruzione pubblica e così via): al compratore conviene chiedere la fattura di
tali spese per dedurle in sede di dichiarazione fiscale. Per godere del beneficio, che si risolve in
minori imposte versate, è necessario indicare le spese nella dichiarazione annuale e conservarne i
giustificativi fino alla fine del periodo di accertamento (cinque anni). Molti ritengono che si debba
estendere il meccanismo, e quindi il conflitto di interessi tra venditore e compratore, a una più
ampia serie di spese per limitare l’evasione. Ma nell’impostazione italiana i principali ostacoli a
questa proposta sono due. Il primo: per le spese minute è oneroso tenere gli scontrini fino alla fine
del periodo entro il quale il fisco può rettificare la dichiarazione fiscale, come è richiesto oggi. Inoltre
per la “gestione” delle detrazioni è spesso necessario il ricorso a un professionista, con relativi costi
e fastidi, che spesso vanificano il beneficio della deduzione. Il secondo ostacolo è il “costo” per
l’erario, in termini di minori entrate: se per ogni euro raccolto lo stato ammette diciamo il 20 per
cento di detrazioni, non elimina del tutto l’incentivo a evadere e il suo gettito si riduce se il guadagno
che ricava da una minore evasione è inferiore al costo dello “sconto fiscale”.
Il primo ostacolo, come ci mostra l’esempio dello Stato di San Paolo, può essere facilmente
Page 2/3
Lavoce.info - ARTICOLI - SAN PAOLO, DOVE L'IVA NON SI EVADE
eliminato attraverso il ricorso a una tecnologia ormai già sperimentata con successo in altri paesi. Il
secondo certamente va valutato, ma la percezione di un fisco che incentiva un comportamento
onesto aiuta anche nella raccolta delle tasse. Il modello brasiliano trasforma radicalmente il rapporto
fisco-cittadino, creando un controllo capillare esercitato da un esercito di volontari che si applica
ogni giorno in milioni di transazioni.
Il sistema ovviamente non cancella tout-court l’evasione. Crea però un forte disincentivo in quella
fascia di transazioni in cui il costo della collusione tra venditore e compratore (in termini di costo di
transazione, rischio, ecc.) è superiore al beneficio per il compratore. L’automatismo del beneficio,
la sua facile realizzabilità tecnica sono i principali punti di forza del programma.
Soprattutto, capovolge l’impostazione degli strumenti di lotta all’evasione cui si fa spesso ricorso nel
nostro paese, basati sull’inasprirsi dei controlli e dei criteri di calcolo presuntivi, che creano costi e
fastidi (diretti e immediati per tutti, in termini di maggiori esborsi e tempi per la compliance;
potenziali, ma gravemente iniqui, in caso di sanzioni ingiuste se non si riesce a vincere le
presunzioni contrarie pur essendo nel giusto).
Se nel futuro si aumenterà l’Iva, parte dell’aumento non potrebbe tornare automaticamente sui conti
correnti di chi si pretende lo scontrino? In Italia come a San Paolo del Brasile.
(1) John List, un famoso economista di Chicago, ha presentato alla conferenza annuale degli
economisti i risultati di un esperimento: anche la gente che lavora per le opere caritatevoli ruba
parte delle offerte (i furti ammontano a circa il 20 per cento del totale), il modo migliore per limitare i
furti non è la punizione ma la compartecipazione. I furti si riducono al 3 per cento se chi raccoglie le
offerte può tenersene il 50 per cento per ogni dollaro di offerta raccolto. Lo stesso ragionamento si
può fare applicato al fisco ed è alla base della deducibilità delle spese ritenute meritevoli (istruzione,
sanità eccetera).
(2) La “nota fiscal” è il nostro scontrino fiscale. Il programma Nota Fiscal Paulista è illustrato in
dettaglio alla pagina Secretaria da Fazenda - Governo do Estado de São Paulo, della Secretaria da Fazenda dello Stato di
San Paolo (Fazenda=Tesoro). L’Icms è una
www.lavoce.info/crea_pdf.php?tab=233&n=1002536
magari andava in giro con il GS![]()
![]()
Ultima modifica di Stinit; 26/12/2011 alle 10:11 Motivo: UnionePost automatica
Non ti capisco... sembra che tu l'abbia un po' presa sul personale.
Ho forse mai detto che tu evadi?
E , perdonami , tu sei uno, io te ne posso portare un altro che invece fa molte delle cose che ho detto. E saremmo pari.
Vale a dire che nella categoria ci sono quelli per bene, come te, e quelli per male come quello che conosco io (e dico "uno" solo per semplcità, come per semplicità indico te , che non sei certamente solo, nella categoria dei "per bene")
Ora se generalizzare è spesso sbagliato, lo è sempre sia con i professionisti sia con i dipendenti.
Il senso ultimo del post di Segy era proprio questo. Infatti nel titolo c'è la parola "anche".
Da professionsita Segy (ma anch'io) s'è forse un rotto le palle di sentirsi additato come evasore a prescindere solo perchè appartiene ad una categoria.E ha fatto notare che anche fare gli assenteisti significa frodare l'INPS ed eventualmente il proprio datore di lavoro, se poi uno è un lavativo e pure dipendente statale froda lo Stato....
Nulla di più di questo.
Ultima modifica di 357magnum; 26/12/2011 alle 10:48