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Risultati da 21 a 30 di 32

Discussione: Triumph in INDIA

  1. #21
    TCP Rider L'avatar di Cux
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    Scusate l'ignoranza ma attualmente quali modelli Triumph (se ce ne sono) sono costruiti interamente in UK?

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  3. #22
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    Citazione Originariamente Scritto da tonidaytona Visualizza Messaggio

    sempre piu' mi tengo strette le mie Daytona made in U.K.
    ed io la mia four

  4. #23
    TCP Rider Senior L'avatar di tonidaytona
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    Citazione Originariamente Scritto da Cux Visualizza Messaggio
    Scusate l'ignoranza ma attualmente quali modelli Triumph (se ce ne sono) sono costruiti interamente in UK?
    lo scorso anno in linea ho visto le speed , street , sprint e Rocket3 la Thunderbird.

    tutte le Bonneville e derivate da 865 vengono dalla Thailandia.
    come pure le parti in alluminio come i telai.
    Le luci delle moto, se viste da lontano, hanno qualcosa di fatato – il faro anteriore che illumina la strada e la luce rossa del posteriore – e tanto sul Gardetta quanto sulla Cannoni è possibile vedere chi ci precede da grandi distanze: sembrano dei pesci luminosi, sospesi nelle profondità degli abissi oceanici.

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  5. #24
    TCP Rider Senior L'avatar di S1m0ne75
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  6. #25
    TCP Rider Senior L'avatar di Dennis
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    Credo che non si sia ben compreso il senso della notizia, Triumph col suo nuovo stabilimento produttivo indiano punterà a fabbricare motociclette per il mercato asiatico direttamente in loco, mercato che chiede numeri impressionanti di mezzi di piccola cilindrata per l'uso quotidiano (da qui l'idea delle monocilindriche) ma anche una certa quota di moto di lusso per i "nuovi benestanti".
    Idem credo potrà accadere in Brasile, per gli stessi motivi.

    Assolvendo a tale scopo dubito che dirotteranno lì l'assemblaggio dei mezzi attualmente assemblati in UK per l'Europa e l'America , almeno per il prossimo lustro, suppongo continueranno ad assemblare le Classics in Thailandia e le Sports in UK. Tutto dipenderà comunque dall'evolversi dell'economia mondiale ma, se posso permettermi, non avrei problemi in merito a ciò.
    Il telaio della mia Daytona è stato fuso, saldato a mano e verniciato in Thailandia, e diamine se quei piccoli thailandesi non hanno fatto un lavoro eccezionale.
    Telai in lega leggera così belli, curati e rifiniti oggi non li fa nessuno, né italiani, né tedeschi, né giapponesi, le saldature sono un'opera d'arte, pensando che vengono fatte per una grande produzione in serie e tutte a mano.
    Sarebbe l'ora di smetterla coi preconcetti sull'industria orientale, in India e Thailandia ci sono cervelli e manodopera di livello anche superiore al nostro.
    Ultima modifica di Dennis; 13/01/2012 alle 22:42

  7. #26
    TCP Rider L'avatar di ilberna
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    Citazione Originariamente Scritto da Warsteiner Visualizza Messaggio
    Credo che non si sia ben compreso il senso della notizia, Triumph col suo nuovo stabilimento produttivo indiano punterà a fabbricare motociclette per il mercato asiatico direttamente in loco, mercato che chiede numeri impressionanti di mezzi di piccola cilindrata per l'uso quotidiano (da qui l'idea delle monocilindriche) ma anche una certa quota di moto di lusso per i "nuovi benestanti".
    Idem credo potrà accadere in Brasile, per gli stessi motivi.

    Assolvendo a tale scopo dubito che dirotteranno lì l'assemblaggio dei mezzi attualmente assemblati in UK per l'Europa e l'America , almeno per il prossimo lustro, suppongo continueranno ad assemblare le Classics in Thailandia e le Sports in UK. Tutto dipenderà comunque dall'evolversi dell'economia mondiale ma, se posso permettermi, non avrei problemi in merito a ciò.
    Il telaio della mia Daytona è stato fuso, saldato a mano e verniciato in Thailandia, e diamine se quei piccoli thailandesi non hanno fatto un lavoro eccezionale.
    Telai in lega leggera così belli, curati e rifiniti oggi non li fa nessuno, né italiani, né tedeschi, né giapponesi, le saldature sono un'opera d'arte, pensando che vengono fatte per una grande produzione in serie e tutte a mano.
    Sarebbe l'ora di smetterla coi preconcetti sull'industria orientale, in India e Thailandia ci sono cervelli e manodopera di livello anche superiore al nostro.
    mah... io un mio caro amico passa 5 o 6 mesi all'anno in India, e non la pensa proprio come te sulla qualità della mano d'opera. per non parlare dei tecnici...

  8. #27
    TCP Rider Senior L'avatar di Dennis
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    Citazione Originariamente Scritto da ilberna Visualizza Messaggio
    mah... io un mio caro amico passa 5 o 6 mesi all'anno in India, e non la pensa proprio come te sulla qualità della mano d'opera. per non parlare dei tecnici...
    L'India, così come Cina, SudKorea o Thailandia, è un paese dove coesistono due società. Una è di fatto povera, senza prospettive concrete di miglioramento, l'altra marcia ad un livello economico e tecnico-scientifico ormai pari, se non superiore al nostro. A differenza del Giappone, che dal secondo dopoguerra ad oggi è riuscito ad evolversi libero da una politica assolutistica, seppur con varie differenze tra loro questi paesi sono tutti accomunati da tale ambiguità di crescita.
    Il risibile valore della vita e lo scarso rispetto per i diritti umani ha fatto sì che la "bassa società" oltre a mantenersi tale divenisse la manodopera perfetta per le industrie occidentali, coniugando bassi costi di produzione alla grande reperibilità di materie prime in loco ed alla possibilità di utilizzare tecniche produttive sconvenienti o non legali dalle nostre parti.
    Contemporaneamente, tale società ha un concetto di qualità di beni e servizi per noi risibile e, dall'unione di questi due fattori, abbiamo il classico concetto di "made in China", del prodotto orientale di scarsa tecnica e scarso valore. Di certo chi approda a questa manifattura con l'idea di produrre lì con standard europei si scontra con un muro insormontabile.

    Per contro, "l'alta società" ha un livello di istruzione medio nettamente superiore al nostro, di pari passo corre la differenza in termini di prospettive future, ricchezza, servizi.
    La tecnologia e la conoscenza scientifica in India e Cina sono oggi le avanguardie nel mondo, non è certo un caso che la cantieristica navale ed aerospaziale, l'elettronica, la meccanica di precisione, l'industria chimica di questi paesi ai livelli più avanzati ci faccia letteralmente il culo. Hanno la testa, la voglia di fare, una cultura dove l'ambizione personale è seconda alla dedizione verso la propria bandiera ed un'amministrazione che incentiva enormemente lo sviluppo sociale, potendo contare su una massa di persone quasi prive dei diritti per noi più elementari. Girare per le grandi metropoli orientali rende bene alla vista queste ambiguità.

    Tornando alle moto e parlando di costruttori europei, la Ktm ormai di proprietà indiana monta sulle sue piccole stradali dei propulsori realizzati in India, mentre Bmw non solo fa realizzare a Taiwan il monocilindrico dell'economica 650 da enduro, ma anche il bellissimo 450 usato per la sua off-road racing e tutt'ora adottato da Husqvarna, motore non solo realizzato, ma anche co-progettato dalla Kymco.

    Triumph ha scelto di non affidarsi ad industrie locali, ma di investire in proprio aprendo suoi stabilimenti in Thailandia ed ora, come abbiamo visto, replicherà a breve in India.
    Una scelta che molti "integralisti" condannano, ma che ha contribuito a rendere Triumph uno dei costruttori più di successo degli ultimi anni, con una gamma di moto e motori che solo Bmw in Europa può competergli, modelli che sono stati dei veri best-seller in tutto il mondo ed una solidità economica unica.
    Forse non tutti hanno in mente che Triumph dopo la sua rinascita è sempre stata nelle mani di un'unica persona, il grande imprenditore inglese John Bloor, e parlando di gusti personali, preferisco le moto fatte da una grande, moderna, sana e dinamica azienda inglese, da sempre nelle mani di un inglese, con stabilimenti produttivi propri in giro per il mondo, ad una austriaca di proprietà indiana, una tedesca che si fa fare motori da una di Taiwan, una italiana finita nelle mani dei cinesi o di un babbeo di manager di compagnie aeree.
    Triumph sa il fatto suo e malgrado questo forum abbia la caratteristica di esser pieno di tanti disaffezionati e detrattori del marchio, il mercato italiano e mondiale premia sempre di più il suo sforzo di progettare e costruire moto ogni anno più fantastiche che mai.

    Forza Triumph, come disse il generale in Full Metal Jacket "dentro ognuno di questi indiani c'è un uomo che sogna di diventare Triumphista!!!"
    magari non era proprio così ma il senso è quello

  9. #28
    TCP Rider L'avatar di triumph eyes
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    L'India, così come Cina, SudKorea o Thailandia, è un paese dove coesistono due società. Una è di fatto povera, senza prospettive concrete di miglioramento, l'altra marcia ad un livello economico e tecnico-scientifico ormai pari, se non superiore al nostro. A differenza del Giappone, che dal secondo dopoguerra ad oggi è riuscito ad evolversi libero da una politica assolutistica, seppur con varie differenze tra loro questi paesi sono tutti accomunati da tale ambiguità di crescita.
    Il risibile valore della vita e lo scarso rispetto per i diritti umani ha fatto sì che la "bassa società" oltre a mantenersi tale divenisse la manodopera perfetta per le industrie occidentali, coniugando bassi costi di produzione alla grande reperibilità di materie prime in loco ed alla possibilità di utilizzare tecniche produttive sconvenienti o non legali dalle nostre parti.
    Contemporaneamente, tale società ha un concetto di qualità di beni e servizi per noi risibile e, dall'unione di questi due fattori, abbiamo il classico concetto di "made in China", del prodotto orientale di scarsa tecnica e scarso valore. Di certo chi approda a questa manifattura con l'idea di produrre lì con standard europei si scontra con un muro insormontabile.

    Per contro, "l'alta società" ha un livello di istruzione medio nettamente superiore al nostro, di pari passo corre la differenza in termini di prospettive future, ricchezza, servizi.
    La tecnologia e la conoscenza scientifica in India e Cina sono oggi le avanguardie nel mondo, non è certo un caso che la cantieristica navale ed aerospaziale, l'elettronica, la meccanica di precisione, l'industria chimica di questi paesi ai livelli più avanzati ci faccia letteralmente il culo. Hanno la testa, la voglia di fare, una cultura dove l'ambizione personale è seconda alla dedizione verso la propria bandiera ed un'amministrazione che incentiva enormemente lo sviluppo sociale, potendo contare su una massa di persone quasi prive dei diritti per noi più elementari. Girare per le grandi metropoli orientali rende bene alla vista queste ambiguità.

    Tornando alle moto e parlando di costruttori europei, la Ktm ormai di proprietà indiana monta sulle sue piccole stradali dei propulsori realizzati in India, mentre Bmw non solo fa realizzare a Taiwan il monocilindrico dell'economica 650 da enduro, ma anche il bellissimo 450 usato per la sua off-road racing e tutt'ora adottato da Husqvarna, motore non solo realizzato, ma anche co-progettato dalla Kymco.

    Triumph ha scelto di non affidarsi ad industrie locali, ma di investire in proprio aprendo suoi stabilimenti in Thailandia ed ora, come abbiamo visto, replicherà a breve in India.
    Una scelta che molti "integralisti" condannano, ma che ha contribuito a rendere Triumph uno dei costruttori più di successo degli ultimi anni, con una gamma di moto e motori che solo Bmw in Europa può competergli, modelli che sono stati dei veri best-seller in tutto il mondo ed una solidità economica unica.
    Forse non tutti hanno in mente che Triumph dopo la sua rinascita è sempre stata nelle mani di un'unica persona, il grande imprenditore inglese John Bloor, e parlando di gusti personali, preferisco le moto fatte da una grande, moderna, sana e dinamica azienda inglese, da sempre nelle mani di un inglese, con stabilimenti produttivi propri in giro per il mondo, ad una austriaca di proprietà indiana, una tedesca che si fa fare motori da una di Taiwan, una italiana finita nelle mani dei cinesi o di un babbeo di manager di compagnie aeree.
    Triumph sa il fatto suo e malgrado questo forum abbia la caratteristica di esser pieno di tanti disaffezionati e detrattori del marchio, il mercato italiano e mondiale premia sempre di più il suo sforzo di progettare e costruire moto ogni anno più fantastiche che mai.

    Forza Triumph, come disse il generale in Full Metal Jacket "dentro ognuno di questi indiani c'è un uomo che sogna di diventare Triumphista!!!"
    magari non era proprio così ma il senso è quello
    minchia se ti quoto!! e lascio integro il tuo post chè merita di essere ripetuto stampato e "volantinato" !
    "..oh guarda là, ma è rifatta o è degli anni '70 ? ..ah ..no, no, è rifatta.. ha i dischi.."
    ....piccoli cambiamenti eseguiti ! :) .. http://www.forumtriumphchepassione.c...-soft-caf.html Foto

  10. #29
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    L'India, così come Cina, SudKorea o Thailandia, è un paese dove coesistono due società. Una è di fatto povera, senza prospettive concrete di miglioramento, l'altra marcia ad un livello economico e tecnico-scientifico ormai pari, se non superiore al nostro. A differenza del Giappone, che dal secondo dopoguerra ad oggi è riuscito ad evolversi libero da una politica assolutistica, seppur con varie differenze tra loro questi paesi sono tutti accomunati da tale ambiguità di crescita.
    Il risibile valore della vita e lo scarso rispetto per i diritti umani ha fatto sì che la "bassa società" oltre a mantenersi tale divenisse la manodopera perfetta per le industrie occidentali, coniugando bassi costi di produzione alla grande reperibilità di materie prime in loco ed alla possibilità di utilizzare tecniche produttive sconvenienti o non legali dalle nostre parti.
    Contemporaneamente, tale società ha un concetto di qualità di beni e servizi per noi risibile e, dall'unione di questi due fattori, abbiamo il classico concetto di "made in China", del prodotto orientale di scarsa tecnica e scarso valore. Di certo chi approda a questa manifattura con l'idea di produrre lì con standard europei si scontra con un muro insormontabile.

    Per contro, "l'alta società" ha un livello di istruzione medio nettamente superiore al nostro, di pari passo corre la differenza in termini di prospettive future, ricchezza, servizi.
    La tecnologia e la conoscenza scientifica in India e Cina sono oggi le avanguardie nel mondo, non è certo un caso che la cantieristica navale ed aerospaziale, l'elettronica, la meccanica di precisione, l'industria chimica di questi paesi ai livelli più avanzati ci faccia letteralmente il culo. Hanno la testa, la voglia di fare, una cultura dove l'ambizione personale è seconda alla dedizione verso la propria bandiera ed un'amministrazione che incentiva enormemente lo sviluppo sociale, potendo contare su una massa di persone quasi prive dei diritti per noi più elementari. Girare per le grandi metropoli orientali rende bene alla vista queste ambiguità.

    Tornando alle moto e parlando di costruttori europei, la Ktm ormai di proprietà indiana monta sulle sue piccole stradali dei propulsori realizzati in India, mentre Bmw non solo fa realizzare a Taiwan il monocilindrico dell'economica 650 da enduro, ma anche il bellissimo 450 usato per la sua off-road racing e tutt'ora adottato da Husqvarna, motore non solo realizzato, ma anche co-progettato dalla Kymco.

    Triumph ha scelto di non affidarsi ad industrie locali, ma di investire in proprio aprendo suoi stabilimenti in Thailandia ed ora, come abbiamo visto, replicherà a breve in India.
    Una scelta che molti "integralisti" condannano, ma che ha contribuito a rendere Triumph uno dei costruttori più di successo degli ultimi anni, con una gamma di moto e motori che solo Bmw in Europa può competergli, modelli che sono stati dei veri best-seller in tutto il mondo ed una solidità economica unica.
    Forse non tutti hanno in mente che Triumph dopo la sua rinascita è sempre stata nelle mani di un'unica persona, il grande imprenditore inglese John Bloor, e parlando di gusti personali, preferisco le moto fatte da una grande, moderna, sana e dinamica azienda inglese, da sempre nelle mani di un inglese, con stabilimenti produttivi propri in giro per il mondo, ad una austriaca di proprietà indiana, una tedesca che si fa fare motori da una di Taiwan, una italiana finita nelle mani dei cinesi o di un babbeo di manager di compagnie aeree.
    Triumph sa il fatto suo e malgrado questo forum abbia la caratteristica di esser pieno di tanti disaffezionati e detrattori del marchio, il mercato italiano e mondiale premia sempre di più il suo sforzo di progettare e costruire moto ogni anno più fantastiche che mai.

    Forza Triumph, come disse il generale in Full Metal Jacket "dentro ognuno di questi indiani c'è un uomo che sogna di diventare Triumphista!!!"
    magari non era proprio così ma il senso è quello
    mah... non mi sono mai informato particolarmente sull'economia indiana e sul loro livello tecnico culturale.
    Entrando nello specifico del mio amico: lui lavora per una multinazionale nel campo dell'informatica, che ha delle sedi in India. E mi dice che quando lo hanno mandato la pensava di doversi rapportare con un mondo di tecnici molto preparati e qualificati, e di mano d'opera molto precisa e operosa. Invece no... è stata una delusione enorme, con i tecnici fatica moltissimo a rapportarsi perchè sono molto diffidenti e scettici nei suoi confronti in quanto straniero, e faticano ad ascoltare suggerimenti e linee aziendali da seguire.
    La mano d'opera ha solo una fortuna: sono tanti e costano poco, quindi l'incidenza dei costi di pezzi di seconda scelta, o comunque dei pezzi che per qualsiasi motivo vanno scartati/buttati è molto minore e sopportabile per l'azienda rispetto ai paesi europei... sommando tutti i costi le ditte hanno comunque interesse a produrre la, anche se gli operai trattano un chip esattamente come un pezzo di acciaio, cioè senza la minima cura.

    Però parlo senza esperienza personale diretta. magari tu hai provato?

  11. #30
    RAT Pack Leader Lucca L'avatar di D74
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    Citazione Originariamente Scritto da Obsolete Visualizza Messaggio
    un rifacimento della cab sarebbe un successone in tutto il mondo, se fatto come si deve, invece la ministreet sarebbe un suicidio, pure se fatta bene, perchè chi apprezza ste moto guarda alle prestazioni e con un 250 sotto c'hai poco da prestazionare.
    per il mercato occidentale no... per quello asiatico che ha numeri apetibili si...

    anche in giappone ci sono cbr di cilindrata minima... che qui non vengono ovviamente importati
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