Pisa, 20 gennaio 2012 - "Se Roberta fosse stata lucida non si sarebbe mai avventurata nei campi di notte". E’ quello che pensano un po’ tutti gli abitanti di Gello e soprattutto coloro che conoscono la zona circostante l’abitazione della famiglia Logli.
Eppure è qui che i cani dell’unità cinofila della Protezione civile arrivati da Carrara hanno trovato le uniche fumose tracce. Dopo aver annusato degli indumenti della donna scomparsa si sono diretti in fondo al parcheggio su cui si affaccia anche l’autoscuola.
Qui si sono fermati ad annusare l’ultimo lampione: una ringhiera separa l’area pavimentata da un terreno coltivato solo in parte. Per raggiungere il campo non ci sono altre possibilità se non scavalcare la ringhiera, un’impresa però non impossibile per una donna giovane e in forma.
Il fiuto dei cani ha poi guidato gli investigatori avanti fino alla ferrovia per poi seguire delle tracce lungo i binari, fino alle prime case. Qui il percorso però si complica: il terreno è accidentato e se con la luce del sole è facilmente attraversabile, non lo è altrettanto di notte, quando non ci sono luci se non in lontananza.
Non solo. Perché per seguire la strada tracciata dai cani le soluzioni sono due: oltrepassare il fossato o camminare sui binari. Il canale che separa i due terreni non può essere superato con un semplice salto: Roberta avrebbe dovuto attraversare acqua e fango, oltretutto, se confermato, con le ciabatte da casa.
L’opzione ‘ferrovia’ è più praticabile ma pericolosa: per un ampio tratto si è costretti a camminare solo sui binari e comunque nel buio completo, dal momento che anche dall’altro lato ci sono solo campi.
Il percorso lungo i binari raggiunge poi delle abitazioni, un complesso di case con strade private che si affacciano su una traversa di via Dini, via Gigli. Ed è qui che i cani hanno perso le tracce di Roberta, se mai davvero le hanno fiutate. «Se fosse stata in zona probabilmente la avrebbero trovata» ha detto il responsabile dell’unità. Che nei primi due giorni è stata affiancata anche dall’associazione volontaria di Asciano ‘Sava’.
«D’estate — spiega il responsabile dell’associazione per la Protezione Civile Andrea Ferrara— ci occupiamo soprattutto di antincendio. Tra di noi ci sono tutte persone che conoscono perfettamente il territorio del lungomonte». Anche per questo il Comune di San Giuliano Terme li ha contattati sabato (subito dopo la scomparsa di Roberta) nel primo pomeriggio per affiancare le forze dell’ordine e le unità cinofile nelle ricerche. «Il primo giorno eravamo una decina, il secondo quindici. Poi le ricerche sono state ampliate e non è più stato richiesto il nostro intervento».
I volontari della Sava hanno battutto argini, fossi e campi nei dintorni dell’abitazione dei Logli e poi di Gello. «Abbiamo perlustrato anche la zona del Serchio, quella delle cave di S.Giuliano ed altri dove già in passato ci sono stati dei suicidi. E’ una scomparsa inspiegabile ed anche per chi si occupa delle ricerche non è semplice muoversi senza alcuna indicazione. Possibile che nessuna l’abbia vista se era in pigiama e in stato confusionale?». Già, sembra impossibile.