E' verissimo quel che dici, ma quel che sfugge a chi non è pratico di legislazione navale è l'enorme potere discrezionale che un Comandate ha e deve avere per cui potrebbero trovare 1001 scusa per giustificare l'avvicinamento. Certo se la Capitaneria di porto iniziasse a richiamarli e a far sentire la voce anche negli uffici delle compagnie..... magari l'atteggiamento cambierebbe. Vuoi vedere che ora , per un lungo periodo , non s'inchinerà più nessuno?
Al telefono De Falco gli ricorda che lui (Schettino) avendo dichiarato l'abbandono nave non è al comando delle operazioni e la sua autorità sulla nave diventa subordinata a quella del coordinatore dei soccorsi.
In questi casi, infatti, il comando passa a chi coordina i soccorsi per quanto riguarda l'aspetto generale del soccorso e ai singoli comandanti delle singole unità di soccorso per quanto riguarda la manovra delle stesse, e le operazioni del personale dipendente.
Schettino non è stato rimosso dal comando per incapacità nella nottata fatidica, semplicemente non aveva il comando delle operazioni di salvataggio, che invece aveva De Falco. E' assolutamente corretto che De Falco chieda a Schettino di tornare e /o restare a bordo, egli (Schettino) è il comandante dell'unità soccorsa e ha il dovere, legale prima e morale poi, di accertarsi della salvezza dei passeggeri e dell'equipaggio e se poi possibile pure della nave stessa. Schettino prende ordini da chi coordina il soccorso, ma a sua volta ha la facoltà di darne per rendere operative le istruzioni che il coordinamento dei soccorsi gli impartisce. restando sulla scialuppa Schettino manca a tutti questi suoi doveri.