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Paolo Borsellino sapeva che la mafia gli stava preparando un attentato.
Sapeva che dopo Falcone sarebbe toccato a lui.
Alla fine di giugno 1992, i carabinieri riferirono a Paolo Borsellino che nell'ambiente carcerario
"era voce ricorrente che fosse in fase avanzata un attentato al giudice",
ucciso poi il 19 luglio in via D'Amelio, a Palermo.
"Lo so, lo so. Ma devo lasciare qualche spiraglio,
altrimenti se la prendono con la mia famiglia",
avrebbe risposto Borsellino.
Lo riferisce il colonnello Umberto Sinico,deponendo al processo Mori in corso a Palermo.
Secondo l'ufficiale, il magistrato avrebbe accettato di sacrificarsi,
lasciando "qualche spiraglio" nella sua sicurezza pur di mettere la sua famiglia al riparo da ritorsioni.
Sapevamo che era un Grande italiano.
Era pure un Grande marito e un Grande padre.