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Risultati da 1 a 8 di 8

Discussione: Da un vecchio, ai giovani del TCP

  1. #1
    TCP Rider L'avatar di MTluc
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    Da un vecchio, ai giovani del TCP

    "La falsa leggenda
    dei ragazzi bamboccioni
    di ILVO DIAMANTI
    DA REPUBBLICA

    NON È CHIARO cosa sia successo ai giovani. Divenuti, all'improvviso, impopolari. Bersaglio di battute acide e ironiche. Da quando, nel 2007, Tommaso Padoa-Schioppa, allora ministro dell'Economia e delle Finanze nel governo Prodi, invitò le famiglie a mandarli fuori di casa.

    I "bamboccioni". Incapaci di crescere, di assumersi responsabilità, di conquistarsi l'autonomia. I giovani. Fino a ieri simbolo del futuro, del progresso, del domani che è già qui. Motore dell'economia: consumo e consumatori. Sono passati di moda, molto in fretta.

    Sulla scia di Padoa-Schioppa, nelle ultime settimane, altri "professori" e altri "tecnici di governo" li hanno presi di punta. Un vice-ministro ha definito "sfigati" gli studenti - o sedicenti tali - che, a 28 anni, non si sono ancora laureati. Mentre il Presidente del Consiglio ha affermato che i giovani devono scordarsi il lavoro fisso a vita. Perché, fra l'altro, è "monotono". E la ministra Cancellieri ha recriminato sui giovani che pretendono "il posto fisso nella stessa città, vicino a mamma e papà".

    Così i giovani hanno smesso di rappresentare il "futuro" e sono divenuti simbolo della resistenza al cambiamento e alla modernizzazione. Al pari di altre categorie. I tassisti e i notai. I pensionati e le pensioni. I sindacati e il famigerato articolo 18. I "politici".

    I giovani: sono invecchiati in fretta, nella rappresentazione
    pubblica. Un freno alla modernizzazione. Nel discorso tecnocratico. Ma anche nella retorica mediale, trainata dai talk show e dall'infotainment. Le loro proteste, nelle scuole e nelle piazze, per questo, vengono etichettate come battaglie di retroguardia. I giovani: gli irriducibili del posto fisso. Eredi del sistema di garanzie ottenute negli anni Settanta. Divenute, oggi, vincoli.

    Tuttavia, non è chiaro di cosa siano, davvero, responsabili. Di quali colpe si siano macchiati. I giovani. A guardare dati e statistiche, a leggere le loro storie, molte "accuse" nei loro riguardi appaiono, francamente, prive di fondamento.

    I giovani devono scordarsi la monotonia del posto fisso, si dice. E il 30% dei giovani, in effetti, vorrebbe un lavoro sicuro (Demos-Coop, maggio 2011. Un dato analogo a quello proposto da Mannheimer ieri sul Corriere). Ciò significa, però, che il rimanente 70% antepone altri requisiti. Non ritiene il lavoro fisso una priorità. Peraltro il 65% dei giovani occupati (Demos-Coop, maggio 2011) considera il proprio lavoro "precario" oppure "temporaneo". E il 60% pensa che, fra uno-due anni, avrà cambiato lavoro.

    D'altronde, il "posto fisso", per loro, di fatto non esiste. Anzi, per molti giovani, non esiste neppure il lavoro. L'Istat, nelle settimane scorse, ha stimato il tasso di disoccupazione giovanile oltre il 30%. Il più alto dell'Eurozona. (Ma è molto più elevato tra le donne e sale al 50% nel Mezzogiorno).

    Le statistiche ufficiali, inoltre, valutano il peso dei lavoratori atipici e irregolari oltre il 30% tra i giovani (e intorno al 15% nella popolazione). Ma il fenomeno più significativo è riassunto dai "Neet" (acronimo della definizione inglese: Not in Education, Employment or Training). Quelli che "non" lavorano e "non" studiano. Sono oltre 2 milioni e 200 mila. Sospesi. Sulla soglia, fra studio e lavoro. Senza riuscire a entrare né di qua né di là.

    Difficile considerarli "partigiani del posto fisso". Visto che di fisso hanno solo la precarietà. Ma anche l'indisponibilità a lasciare la famiglia e la casa di origine mi pare una leggenda.

    Tutti quelli che possono, durante il percorso universitario, se ne vanno lontano. Svolgono un periodo di studi (utilizzando il programma Erasmus) in Università straniere. Svolgono stages, dottorati, corsi di formazione e perfezionamento in diverse città italiane, europee. Americane. D'altronde, 6 persone su 10 ritengono, ragionevolmente, che per ottenere un lavoro adeguato alle proprie competenze e per fare carriera, i giovani debbano andarsene dall'Italia (Demos-Coop, maggio 2011).

    Una convinzione che cresce particolarmente fra i più giovani. Alcuni anni fa (Demos 2004), oltre quattro giovani su dieci, residenti nel Mezzogiorno, si dicevano pronti a trasferirsi nel Nord o all'estero, pur di trovare lavoro. Difficile trattare da "bamboccioni" i giovani italiani. Che, al contrario, si sono ormai abituati a una vita da precari, al lavoro "temporaneo". Ma proprio per questo utilizzano la famiglia e la casa di famiglia come una risorsa. Un salvagente. Una stazione di passaggio.

    Peraltro, non è facile staccare i giovani da casa, allontanarli dalla famiglia, in un Paese "immobiliare" come il nostro. Dove quasi 8 famiglie su 10 hanno la casa in proprietà. E il 20% ne ha almeno due. Dove il mercato degli affitti è limitato e caro. Basti pensare al costo di un posto letto per gli studenti universitari.

    Per questo non è chiaro perché a "liberare" l'Italia dal peso del passato debbano essere proprio loro. I giovani. Quegli "sfigati".

    Come se la società e il mercato del lavoro fossero davvero "aperti", regolati dal merito. Non è così. Lo dimostrano molte ricerche. Dalle quali emerge che, secondo 7 italiani su 10, le diseguaglianze sociali dipendono, soprattutto, dalla famiglia e dalle amicizie (Demos per Unipolis, gennaio 2012). D'altronde, lo pensano anche gli imprenditori, cioè, i "datori" di lavoro (Demos per Confindustria, gennaio 2010). I quali, per primi, tendono a riprodursi per via familiare. (Come le "classi dirigenti", d'altronde: professori universitari, giornalisti, politici, liberi professionisti....).

    Perché prendersela con i giovani, "questi" giovani? In via di estinzione, dal punto di vista demografico. Perché non hanno futuro: 8 persone su 10 si dicono certe che i giovani non miglioreranno la posizione sociale dei loro genitori. Ancora: il 50% dei giovani (ma di più, tra gli studenti universitari) pensa che sia necessario stipulare un'assicurazione integrativa, perché non disporrà mai di una pensione (Demos per Unipolis, gennaio 2012).

    Questi giovani "sfigati". Senza pensione. Per molto tempo, per sempre, faranno un lavoro atipico e precario. Sicuramente non "monotono". E, per pagare il debito pubblico accumulato da decenni, dovranno sopportare grandi sacrifici. Per molto tempo ancora.

    Forse, il motivo di tanto accanimento è proprio questo. Perché se il mercato del lavoro è chiuso, il debito pubblico devastante, il sistema pensionistico in fallimento, il futuro dei giovani un buco nero, non è per colpa loro, ma delle generazioni precedenti. Dei loro padri e dei loro nonni. Della generazione di Monti, Fornero e Cancellieri. Della "mia" generazione. Forse è per questo che ce la prendiamo tanto con i giovani.
    Per dimenticare e far dimenticare che è colpa nostra. "



    Ma anche ricordatevi che c'è sempre un secondo tempo da giocare e mai come oggi vale la pena di giocarselo tutto !
    Non so
    se mi capisco
    quando parlo

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  3. #2
    TCP Rider Senior L'avatar di lorisss83
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    Perché se vado in banca a chiedere un mutuo per andare via da casa, non me lo danno nemmeno se ho un lavoro a tempo indeterminato?figuriamoci se ho un contratto a termine. Come minimo mi sputano in un occhio.

  4. #3
    Amministratore L'avatar di Marco Manila
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    Sposto in sezione politica, di questo di parla no?

  5. #4
    TCP Rider Senior L'avatar di macheamico6
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    Citazione Originariamente Scritto da lorisss83 Visualizza Messaggio
    Perché se vado in banca a chiedere un mutuo per andare via da casa, non me lo danno nemmeno se ho un lavoro a tempo indeterminato?figuriamoci se ho un contratto a termine. Come minimo mi sputano in un occhio.

    SE:

    - hai un lavoro a termine indeterminato;
    - il tuo datore di lavoro non è posizione a sofferenza presso il sistema bancario, e comunque non è noto che sia in seria difficoltà;
    - non ci sono pregiudizievoli in capo a te (altri prestiti in ammortamento presso altre banche o finanziarie con rate impagate, per non parlare poi di protesti o iscrizione in CAI);
    - non hai il quinto dello stipendio inpegnato/pignorato;
    - la tua età anagrafica + la durata del prestito non supera i 65 anni (anche se molte banche arrivano anche fino a 72 ed oltre);
    - chiedi una somma non superiore all'80% del minor valore tra quello indicato sul compromesso e sull'atto d'acquisto (è possibile che alcune banche abbiano abbassato tale pct. ai 2/3 -65%-, com'è per contro anche possibile trovare banche disposte a finanziarti una somma anche superiore all'80%, ed infine è possibile che alcune banche non tengano conto del compromesso e/o dell'atto d'acquisto, e facciano riferimento unicamente al valore della perizia, a patto che sia redatta da un tecnico a loro gradito o -per alcune- che venga "giurata" dal professionista);
    - pur in assenza di garanzie prestateti da terzi, il tuo rapporto rata/reddito è congruo (*);
    ti garantisco che non troverai UNA banca che ti rifiuterà il mutuo.
    Forse negli ultimi due anni le banche non hanno più l'interesse che avevano fino all'anno 2010 nel fare tale genere di operazioni (perché fino al 2010 ti avrebbero fatto la corte per darto il mutuo), ma comunque, anche se in maniera inferiore, è ancora una delle operazioni più gradite al sistema.
    Ovviamente le condizioni in termini di tasso non saranno più quelle che le banche applicavano fino ad un anno e mezzo fa, ma esse non possono che aver seguito l'andamento del mercato, quindi......

    (*) qui il discorso sarebbe molto lungo da esporre, e lo farei solo se c'è qualcuno a cui interessa.
    "Per quanto buia sia la notte, le stelle non si spengono.
    Per quanto dura sia la vita, i sogni non si abbandonano."


  6. #5
    TCP Rider L'avatar di HornetS2000
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    Bell'articolo, fa piacere vedere che non tutti ineggiano canti di trionfo a questi "dotti, medici e sapienti" che hanno posato le auguste natiche sulle poltrone dei ministeri, senza averne diritto.
    Ho fatto tutto il bene che ho potuto, e tutto il male che ho dovuto
    ... Voi credete in Dio ? ... Noi crediamo nella punizione ...
    Quando tutti i mari sono nostri confratelli,
    Perchè i venti e le onde si innalzano rumorosi
    ?

  7. #6
    TCP Rider Senior L'avatar di Lo scrofo
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    Libidine Volante + Carotona 1290 SA.. Figa e cavai no basta mai.
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    Citazione Originariamente Scritto da Marco Manila Visualizza Messaggio
    Sposto in sezione politica, di questo di parla no?
    non direi del tutto ...
    La vita è troppo corta per avere dei nemici. - Ayrton Senna

    Don't worry #Roma.. We have a special place on the site for you. It's called 'Gangbang' Pornhub

  8. #7
    TCP Rider L'avatar di MTluc
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    Citazione Originariamente Scritto da Marco Manila Visualizza Messaggio
    Sposto in sezione politica, di questo di parla no?
    Se vuoi, ma sarebbe più adatta una ipotetica sezione "società", è un po' un confronto tra diverse visioni del parte giovane dell'Italia
    Non so
    se mi capisco
    quando parlo

  9. #8
    TCP Rider Senior L'avatar di streetTux
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    Triumph Speed Twin 1200 MY19 - Triumph Street Triple 765 R MY19.. addio Street Triple 675 :(
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