Ho comperato l’anno scorso a gennaio la Street Triple (TRIUMPH), prima mia moto nuova. Nel 2006, dopo molte vicissitudini personali, ho preso la patente A e vista la mia inesperienza con le due ruote mi comprai una moto usata (Honda Hornet 600). A gennaio 2011, nonostante la crisi, mi regalai per Natale questa moto, acquisto che è stato la coronazione di un sogno e non ho esitato nella scelta del modello in quanto ero da tempo innamorata della Street. Scelgo dunque di comprare una Street Triple nuova per avere più assistenza e garanzia, in quanto essendo una ragazza non capisco molto di meccanica, dunque il nuovo mi ispira maggiore fiducia. Premetto che uso la moto soltanto per turismo, con un passo tranquillo ma sono arrivata a percorrere 23000 Km in una sola stagione, quindi sottolineo la comodità e affidabilità del mezzo.
Mi rivolgo ad un concessionario Triumph più vicino al paese di mia residenza dove con l’acquisto spiego che a me serve soprattutto assistenza in quanto mi trovo da sola in un paese non di mia residenza e non conosco meccanici che potrebbero assistermi. Con l’acquisto decidiamo di personalizzare un pochino la moto con qualche minimo accessorio che loro mi hanno consigliato in base all’utilizzo che avevo loro descritto. Allora ci siamo accordati per il montaggio di alcuni accessori con la precisazione fatta da loro che si dovevano montare accessori marcati Triumph in quanto in una moto nuova non si potevano montare altre marche altrimenti cadeva la garanzia del concessionario. Tra i vari accessori consigliati c’era un kit per abbassare la moto; io inizialmente ero molto titubante, tanto da avere chiesto anche info sul forum perchè non ero sicura se andassi ad alterare tutti i rapporti di settaggio della moto che poi avrebbero influito sulla guidabilità e sicurezza del mezzo. In questa occasione i proprietari del concessionario Triumph mi avevano assicurato che “non sarebbe cambiato nulla e si trattava di un Kit ideato da Triumph apposta per abbassare di pochissimo la moto ed era stato fatto soprattutto perchè ultimamente aumentavano le clienti donne che avevano questa necessità, dunque la Triumph montava di serie questo kit e settava la moto in base alla necessità del cliente che specificava al momento dell’acquisto”.
Tutti gli accessori sono stati pagati al momento dell’acquisto della moto anche se non tutti compaiono nella fattura emessa dal concessionario.
Tutta la manutenzione ad oggi è stata fatta dal concessionario Triumph di RE (tagliando 1000 Km e tagliando 10000 Km e 1° controllo quando ha manifestato problemi di accensione). Inoltre ogni volta che mi sono recata al concessionario ho acquistato spesso abbigliamento e accessori Triumph, e loro mi trattavano come una buona cliente, infatti oltre al semplice rapporto venditore cliente sembrava ci fosse un buon rapporto umano che ispirava una certa fiducia! A Ottobre, 16000 Km, durante un giro sull’appennino dopo il pranzo la moto non si accende più, ma dopo numerosi tentativi sono riuscita ad accenderla sfruttando la discesa! Dopo questo primo episodio ho portato subito la moto in concessionario a RE dove è rimasta in assistenza una settimana senza che loro riuscissero a capire l’origine del problema. Poi mi hanno riferito di avere trovato un cablaggio bruciato e mi hanno chiamato per ritirare la moto. Chiedo ai proprietari dell’officina di registrare l’intervento sul libretto e di scrivere espressamente cosa era stato fatto/sostituito. La loro risposta fu negativa, sostenendo che “si trattava di un intervento banale e non valeva la pena di segnalarlo”. Al momento dell’accensione per partire, di fronte ai proprietari dell’officina, la moto non si accendeva ancora, tanto che loro stessi hanno fatto 5-6 tentativi e infine si è messa in moto con una grossa “infumicata”! Fine ottobre la moto muore definitivamente in quanto nonostante i tentativi e spinte varie non si accendeva più, neanche i fari si accendevano né il quadro, tutto morto dopo il check!
Mi organizzo, la prima settimana di novembre, per portare la moto in assistenza presso il concessionario Triumph di RE, prendendo un furgone. La moto è rimasta in concessionario fino a metà dicembre e in questo mese nessun intervento risolutivo è stato effettuato. Al momento mi hanno spiegato le loro motivazioni per il ritardo. Prima di Natale i proprietari del concessionario mi hanno chiamato dicendomi che mi devono riconsegnare la moto per le festività natalizie ma a gennaio, dopo le ferie, avrebbero sistemato il tutto. Per tutto questo periodo la moto non si è mai accesa, nonostante qualche sporadico tentativo. A metà gennaio il concessionario Triumph mi invia una mail spiegando che non apriranno più e comunque indirizzavano tutti i loro clienti (Triumph) presso due officine meccaniche di Reggio Emilia per tagliandi e assistenza a tutte le moto Triumph.
A Verona, in fiera, vado a visitare lo stand dell’officina meccanica che mi era stata consigliata e aveva come insegne soltanto Harley Davidson ma nessuna scritta Triumph. Mi allarmo un pochino poi mi rivolgo allo stand ufficiale della Triumph dove mi indirizzano invece presso il concessionario di Modena o Parma.
Ho dunque contattato il concessionario di Parma, che si è mostrato molto gentile e disponibile e come promesso mi è venuto a ritirare la moto in data 26.01.2012. Il giorno seguente mi sono recata all’officina di Parma per un controllo visivo della situazione. Il loro meccanico che aveva già smontato parzialmente la moto mi ha mostrato quanto segue:
la moto aveva il parafango della ruota posteriore spaccato in cima all’attacco e mi spiega che questa rottura (che io non avevo evidenziato) era dovuta al fatto che la moto era stata settata con la molla di precarico completamente scaricata e il tutto batteva sul parafango senza alcuna ammortizzazione. Inoltre il Kit che mi è stato venduto come accessorio Triumph per abbassare di 2 cm la moto permettendomi di toccare con maggiore tranquillità, non era uno accessorio Triumph e proprio la combinazione di questi due fattori avevano causato la rottura del parafango posteriore e anche un’ammaccatura nella barra del forcellone dovuta al fatto che parte della pedalina ci si appoggiava sopra. Inoltre il meccanico ha evidenziato che vari fili elettrici erano stati sistemati in modo scorretto all’interno del motore e in futuro avrebbero causato altri problemi.
A questo punto mi chiedo:
1. Come sia possibile che un’officina autorizzata con tanto di marchio esposto possa mantenere un comportamento del genere, poi a pagare le conseguenze è il cliente finale, che oltre a sentirsi preso in giro e tradito da un marchio mondiale verso cui riponeva fiducia si trova ad avere la moto danneggiata da chi invece dovrebbe garantire assistenza e garanzia?
2. Come sia possibile che un’officina meccanica rilasci un mezzo senza che sia garantita la sicurezza su strada dello stesso mezzo? (impianto elettrico e sospensioni possono infatti creare problemi nella guida se non correttamente settati).
3. Come è possibile che non ci sia nessun controllo sul lavoro eseguito dalle varie officine meccaniche da parte della casa madre (dei dirigenti Triumph) che permettono alle officine di esporre il loro marchio? In questo caso era stata data fiducia a persone addette ai lavori i quali non sono stati in grado di fare un settaggio di una molla di precarico, oltre a vendere per originali pezzi after market.
4. Qualora mi fosse successo qualcosa a seguito di cadute dovute ad un settaggio sbagliato della moto chi sarebbe stato responsabile? Comunque sempre io ne avrei pagato le conseguenze!
5. Perché non c’è stata una comunicazione ufficiale da parte della Triumph per l’avvenuta chiusura del centro di assistenza dove è stata acquistata la moto che è ancora in garanzia? Con relativa comunicazione dei possibili centri ufficiali più vicini dove ci si deve rivolgere in caso di necessità?
6. Qualora la moto avesse dei richiami in atto, come mi è stato al Motor Bike di Verona, perché non viene mandata una comunicazione direttamente all’intestatario del mezzo presso l’indirizzo di residenza? Attualmente queste comunicazioni vengono lasciate al buon senso del concessionario.
7. Cosa sarebbe successo se avessi portato la moto in garanzia all’officina che mi era stata consigliata dal concessionario Triumph di RE? Officina HD. Se veramente mi fossi rivolta a questa officina chi avrebbe pagato l’assistenza in garanzia?
8. Questo trattamento alquanto scorretto è stato rivolto soltanto alle clienti donne, ritenute inesperte e sesso debole, oppure anche a clienti uomini? Potrebbe essere alquanto demotivante per tutte le ragazze che oggi si affacciano al mondo delle due ruote.
Questi sono i quesiti che mi rimbombano in testa, nel continuo pensiero che attualmente la moto nuova non funziona e spero tanto di riuscire a risolvere nel miglior modo possibile e senza molta spesa. Il mio desiderio è quello di avvisare tutte le persone che come me ripongono troppa fiducia in un marchio/officina che invece non fa altro che truffare i clienti.
Elisa Corinti, Correggio
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