La crisi dell’Inter è così profonda che per tornare a serie negative paragonabili a quella del febbraio di Ranieri bisogna tornare indietro nel tempo ed evocare le figure ormai sfuocate di Jesse Carver (anno 1957-58) e Alberto Zaccheroni (stagione 2003-2004). Era da otto anni esatti che l’Inter non faceva così male e la sequenza da brivido post-derby di Ranieri proietta Moratti nel futuro con qualche mese d’anticipo rispetto alla fine del campionato. Undici vittorie, due pareggi e sette sconfitte è il bilancio fin qui del tecnico romano. Un bilancio che, con la distrastrosa gestione Gasperini, diventa addirittura sportivamente drammatico: 9 k.o. di cui 6 in casa, fuori dalla Coppa Italia e a distanze siderali dalla lotta scudetto.
C’è poco da salvare in questa stagione dell’Inter tornata a velocità doppia all’era pre-Calciopoli, quando Moratti sbagliava tutte le scelte, cambiava allenatori come vestiti a inizio giornata e buttava via soldi e pazienza. Come allora, però, le colpe sono di tanti e non solo del tecnico.
RANIERI, BONUS CONSUMATO - La sconfitta contro il Novara ha esaurito il bonus che Ranieri aveva accumulato con la striscia di sette vittorie consecutive che era valsa il quasi aggancio alla zona-Champions. Delle sue scelte nelle ultime due settimane non è piaciuto quasi nulla. Non è riuscito a inserire Sneijder nei meccanismi e così ha finito con lo snaturare il modulo che gli aveva consentito di risalire e che era un 4-4-2 molto bloccato a centrocampo.
L’olandese non voleva fare l’esterno e Ranieri, per accontentarlo, ha mischiato le carte provando il ‘rombo’, il 4-2-3-1, lo scherma ad ‘albero di Natale’ e, in alcuni momenti, anche il 4-2-4. Risultato: difesa tornata improvvisamente di burro, sconfitte in serie e smarrimento di un senso di autostima che aveva accompagnato le vittorie di dicembre e gennaio. Pesa poi la gestione di alcuni uomini a partire da Poli: esce sempre lui e il pubblico lo capisce sempre meno (ieri grandi fischi al momento della sostituzione). La vecchia guardia arranca ma Cambiasso resta insieme a Zanetti l’uomo più utilizzato.
UN MERCATO FOLLE - In questa situazione il tecnico è stato messo anche da Moratti e Branca. La scelta di anticipare l’addio di Thiago Motta per accontentare la sua richiesta via sms è stata un suicidio. L’italo-brasiliano non aveva un doppione in rosa e i risultati si sono visti. La squadra ha perso ordine e peso a centrocampo. Ranieri è stato costretto a riaprire la stagione degli esperimenti quando, invece, c’era da raccogliere più punti possibili.
Ne valeva la pena? E adesso il rischio è che l’operazione sia ripetuta con Sneijder inseguito dai russi. Bilancio negativo anche dal punto di vista economico considerato che in due stagioni Moratti ha speso oltre 90 milioni di eurosenza riuscire a dare cambi all’altezza degli uomini del Triplete. Ranieri aveva chiesto di tenere Motta, cedere Zarate e prendere un esterno d’attacco. Gli hanno venduto il centrocampista della nazionale, tenuto Zarate e fatto un’offerta senza possibilità per Palacio; è stato trattato come un Benitez e un Gasperini qualsiasi.
PALI, TRAVERSE E RIGORI - Quando piove è facile che prima o poi nevichi. L’Inter di quest’anno ha un conto aperto con la sfortuna. Il destro di Sneijder sotto la traversa di Ujkani è il tredicesimo legno colpito dai nerazzurri in 23 giornate: un record in serie A. Non serve a giustificare la classifica deficitaria ma è un dato che merita di essere sottolineato così come gli arbitraggi che, con poche eccezioni, la stanno fortemente indirizzando.
Ieri Russo ha negato due rigori a Cambiasso e Poli e si è iscritto alla lista dei ‘nemici’ insieme ai fischietti dell’incredibile serie di inizio stagione (Bologna, Novara, Palermo, Napoli) e a tutti quelli che più o meno apertamente hanno danneggiato l’Inter. Moratti è stato pizzicato dalle telecamere in un poco elegante “Pezzo di m…a” riferito all’arbitro. Farebbe meglio a far sentire la sua voce dove conta invece che allo stadio. Vedi reazioni di Marotta e Galliani alla voce arbitri…
CHAMPIONS O MORTE - Dal 2003 al 2011 l’Inter ha incassato 223 milioni di euro dall’Uefa per le partecipazioni alla Champions League. Fanno 25-30 milioni di euro a stagione cui Moratti non può rinunciare pena un ridimensionamento traumatico ben oltre le scelte delle ultime due estati per rientrare nei parametri del fair play finanziario (per altro vicini a essere raggiunti nel primo step che prevede rossi fino a 45 milioni di euro in tre anni). La classifica Deloitte ha fatto la fotografia di una società con il fatturato in calo e una ripartizione degli introiti ancora sbilanciata verso i diritti tv: 58% contro il 26% del merchandising e il 26% della biglietteria. Guai a stare fuori dall’Europa che conta: sarebbe un colpo mortale al piano di rinnovamente che già zoppica e costringerebbe a scelte drastiche e senza certezze visto che in Italia la strada verso la Champions resterà stretta (due posti più uno) ancora a lungo
Come GODO![]()