Il cuneo fiscale o cuneo contributivo è rappresentato dalla variazione tra l'onere del costo del lavoro e il reddito effettivo percepito dal prestatore d'opera: in pratica è la differenza tra quanto pagato dal datore di lavoro e quanto incassato effettivamente dal lavoratore, essendo il restante importo versato al fisco e agli enti di previdenza.

L' OCSE, nell' annuale rapporto sul prelievo fiscale e sui salari, aggiornato al 2005, in Italia il cuneo fiscale si attesta al 45,40% (al settimo posto tra i Paesi Ocse, cioé quelli maggiormente industrializzati), contro una media Ocse del 37,28% . La media dell'Europa a 15 nazioni è pari al 42,07%, mentre quella dell'Ue allargata è del 42,49%.

Dal 2004 al 2005 - sempre secondo i dati dell'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico - il cuneo fiscale in Italia è rimasto stabile. I dati riguardano il caso di un lavoratore single senza figli che ha una remunerazione pari alla media nazionale.

L' Italia, non è comunque tra i peggiori in classifica. Nei paesi Ocse il cuneo fiscale oscilla tra le percentuali superiori al 50% di Belgio, Germania, Francia e Ungheria e quelle inferiori al 19% di Messico e Corea.

Tra il 2004 e il 2005 la crescita maggiore si è registrata in Messico (+2%), e il calo più consistente nella repubblica Slovacca (-4,15%).