Lusi, la moglie ai pm: «Sapevo che i soldi
erano della Margherita»
Nei verbali le ammissioni della Petricone:
«Mi disse che servivano alla famiglia»
di Sara Menafra
ROMA - Lo ha detto come se fosse la cosa più normale del mondo: «Davo per scontato che i soldi fossero della Margherita, ma avevo rimosso la questione. Non ho chiesto altro». A parlare è Giovanna Petricone, moglie del senatore Luigi Lusi, agli arresti domiciliari per associazione per delinquere. Le sue dichiarazioni sono quelle formalizzate nel verbale del 3 aprile scorso e sono state allegate al fascicolo dell’ordinanza di custodia cautelare depositate a disposizione degli indagati.
Un racconto tutto sommato chiaro nel quale Petricone dipana la storia partendo dall’inizio della relazione con l’ex tesoriere della Margherita. E dall’idea di mettere da parte i soldi «per la famiglia». «Anche se siamo cugini lontani - dice al pm Stefano Pesci - io e Luigi non ci eravamo mai conosciuti, l’ho visto qualche volta ma la nostra relazione è cominciata nel 2001, quando lui era tesoriere del comitato per Rutelli e vicepresidente di Trambus. Nel 2006, quando ha concluso la separazione dal primo matrimonio, mi sono trasferita in Italia, con mia figlia».
Con il 2006 e l’elezione al Senato, arriva anche la preoccupazione per il futuro. «Mi disse - ammette la donna - che il suo progetto era quello di gestire i fondi della Margherita in modo del tutto autonomo». In verità, una parte del denaro, due milioni di euro, verrebbe effettivamente dal patrimonio di Lusi «salvato» in seguito alla separazione. «Io mi offrii di aiutarlo - continua Petricone - e, visto che sono canadese, gli dissi di investire in Canada. Mi disse che quello era il denaro della nostra famiglia».
Ad aprile 2007 cominciano i versamenti: «Demmo corso alla sua idea. Iniziò a passarmi assegni che io versavo sul conto cointestato Unicredit». Un metodo sistematico: «Ogni 2/300 mila euro che riuscivamo ad accumulare li trasferivamo in Canada». Il primo progetto immobiliare è quello di costruire la casa in Canada, che la moglie di Lusi ha sempre voluto, costata 850mila dollari canadesi e a detta della tv di Toronto Omni News ancora in ristrutturazione. Di ogni investimento decideva, comunque, il senatore. «Era ben consigliato - ammette la sua compagna di vita - ma non so da chi».
Poi, nel 2008, vengono acquistate le due case da sogno, stavolta in Italia: «Ho trovato io le abitazioni di via Monserrato e di Genzano. Per la casa a Roma mi disse che ne voleva una che potesse funzionare anche per rappresentanza». La villa dei Castelli, invece, è la preferita del senatore: «So che è un po’ grande - afferma l’indagata - ma è quella che abbiamo trovato. Io non volevo vivere in campagna».
Sulla provenienza del denaro, comunque, dice di essersi interrogata poco. Anche se che il progetto fosse quello del 2006, e cioè dei soldi da destinare alla famiglia, resta sottinteso. Come pure la provenienza del denaro dalle casse del partito: «Intuivo da dove venissero i soldi che poi finivano nella Ttt. Pensavo che il motivo degli investimenti finanziari fosse quello per il quale avevamo costituito l’altra società, la Luigia, quella canadese. Davo per scontato che i soldi fossero della Margherita ma avevo rimosso la questione». Già da mercoledì la posizione di Lusi verrà valutata davanti alla Giunta per le autorizzazioni a procedere.
Sabato 05 Maggio 2012 - 12:22
ma é mai possibile?![]()