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Discussione: MORATTI / TAVAROLI: BELLE COSE (scritte in piccolo sui quotidiani...)

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  1. #1
    Apripista ufficiale Raduno Street L'avatar di Il Franky
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    Citazione Originariamente Scritto da oldbonnie Visualizza Messaggio
    La vostra è soltanto invidia per la nostra riconosciuta, naturale ed indiscutibile onestà: noi ci distinguiamo da voi semplicemente perchè noi non rubiamo.




    La prescrizione, poi, è un istituto di alta civiltà giuridica che coglie la giusta esigenza civica e morale nel mondo del diritto della certezza nei rapporti giuridici.


    ne hai qualcun'altra???
    Citazione Originariamente Scritto da Mamba Visualizza Messaggio
    un giorno ti racconterò quando ho portato in pista la prima volta le forke che mi ha venduto Ferless...spaventatissime....frenaaa...frenaaaa....mi dicevano...:biggrin3:

    VENDO D212 GP RACER 180/55 MESCOLA M ---->

  2. #2
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    solo i titoli recenti??? e i caffè di Herrera....???? dove li mettiamo??

    Doping Inter: Moratti perde la causa contro Ferruccio Mazzola!!!!!
    Brutta sconfitta per l'Inter a Roma: non allo stadio ma in tribunale. Il club di via Durini si è visto infatti rigettare con una sentenza della prima sezione civile la causa contro Ferruccio Mazzola, fratello minore di Sandro e autore del pamphlet di denuncia 'Il terzo incomodo', uscito per Bradipolibri nel 2004. Un volumetto in cui Mazzola jr. (che negli anni Sessanta giocò anche in nerazzurro) raccontava come il doping fosse una consuetudine nella Grande Inter di Helenio Herrera e venisse attuato attraverso pillole - probabilmente di anfetamine - sciolte nel caffè dato ai giocatori prima dei match.

    Per il tribunale, quello di Ferruccio è "un racconto chiaro e completo in cui l'ex calciatore si è limitato a raccontare i fatti vissuti in prima persona": fatti che "concretizzano un interesse sempre attuale della collettività". Massimo Moratti aveva chiesto a Mazzola jr. mezzo milione di danni, ora ne dovrà pagare 10 mila tra spese e onorari. Ma soprattutto non potrà più sostenere che le denunce dell'ex giocatore fossero diffamatorie.

    Correva l'anno 2004, data in cui la casa editrice Bradipolibri pubblicò un libro a cura di Fabrizio Calzia dal titolo "Il terzo incomodo. Le pesanti verità di Ferruccio Mazzola". In tale scritto si narra delle accuse lanciate senza peli sulla lingua da parte del Mazzola citato nel titolo; accuse verso la sua società (Inter) e il suo tecnico (Helenio Herrera) all'epoca dei fatti. Ferruccio (lo chiameremo così per differenziarlo dal più famoso fratello, ex n.10 interista, Sandro) sosteneva che all'Inter, in quegli anni (anni '60), ci fosse un "uso disinvolto del doping per potenziare al massimo le prestazioni della squadra e per conseguire i gloriosi risultati poi effettivamente raggiunti". L'Inter, ovviamente, non la prese bene, e l'anno dopo, per opera di Giacinto Facchetti, citò per diffamazione sia la Bradipolibri (e Calzia) che Ferruccio, richiedendo un risarcimento di un milione e mezzo di euro per danni morali.

    Si cala in questo contesto ciò che è avvenuto qualche settimana fa a S.Siro, cioè il pignoramento dell'incasso di una partita del'Inter per poter pagare le spese processuali a chi avevano citato. Questa, di fatto, è conseguenza dell'iter processuale di cui vi abbiamo parlato poco fa. Di seguito viene riportata parte della sentenza (datata novembre 2008) del giudice unico Rosaria Ricciardi su questo caso: "(...) il libro è costituito prevalentemente da una serie di racconti che hanno visto come protagonista il Mazzola nel corso della sua carriera, nonché da una serie di testimonianze di molti ex calciatori. Attraverso un racconto chiaro e completo, scevro da espressioni malevole o offensive, gli autori delineano un quadro generale e storico del calcio dell’epoca".

    Così si è espresso l'avvocato Alberto Foggia, difensore della casa editrice e di Ferruccio durante il processo, ascoltato da Daniele Benvenuti, giornalista de Il Tirreno: "Una volta incaricato dai miei assistiti, è iniziata la mia opera di raccolta di documenti e testimonianza per difenderli. Nel novembre del 2008 il caso è arrivato davanti al giudice del tribunale di Roma che ha respinto la richiesta di danni avanzata dall’Inter. Dopo la sentenza, le spese che ci avrebbero dovuto pagare, per quasi un anno non sono state liquidate né a me né al mio collega romano. A quel punto, nell’ottobre scorso, ho fatto scattare l’istanza di pignoramento dell’incasso di San Siro per ottenere la cifra dovuta. Una volta notificato l’atto all’Inter, la società milanese si è immediatamente messa in contatto con me per pagare prima che scattasse il termine del pignoramento".

    Episodio non proprio gratificante per la società di Massimo Moratti, non solo per il disguido sul pagamento ritardato in maniera esagerata, ma soprattutto per la macchia su uno dei periodi più belli dell'intera storia nerazzurra.

    Queste le dichiarazioni di Ferruccio Mazzola, che hanno gettato un'ombra pesantissima e terribile su quell'inter tanto mitizzata dai mass media:

    “Sono stato in quell'Inter anch'io, anche se ho giocato poco come titolare.

    Ho vissuto in prima persona le pratiche a cui erano sottoposti i calciatori. Ho visto l'allenatore, Helenio Herrera, che dava le pasticche da mettere sotto la lingua. Le sperimentava sulle riserve (io ero spesso tra quelle) e poi le dava anche ai titolari. Qualcuno le prendeva, qualcuno le sputava di nascosto. Fu mio fratello Sandro a dirmi: se non vuoi mandarla giù, vai in bagno e buttala via. Così facevano in molti. Poi però un giorno Herrera si accorse che le sputavamo, allora si mise a scioglierle nel caffè. Da quel giorno "il caffè" di Herrera divenne una prassi all'Inter”.

    Già questo basterebbe per rimanere allibiti, per restare senza parole.

    Ma c’è di peggio. Sì perché molti di quei giocatori, molti di quei protagonisti della “Grande Inter”, oggi non ci sono più.

    Ma cosa c'era in quelle pasticche?

    E’ lo stesso Ferruccio Mazzola a dirlo.

    ”Con certezza non lo so, ma credo fossero anfetamine. Una volta dopo quel caffè, era un Como-Inter del 1967, sono stato tre giorni e tre notti in uno stato di allucinazione totale, come un epilettico. Oggi tutti negano, incredibilmente. Perfino Sandro...Sì. Sandro e io, da quando ho deciso di tirare fuori questa storia, non ci parliamo più. Lui dice che i panni sporchi si lavano in famiglia. Io invece credo che sia giusto dirle queste cose, anche per i miei compagni di allora che si sono ammalati e magari ci hanno lasciato la pelle. Tanti, troppi...”.

    E’ qui che la storia comincia a farsi tragica. Mazzola inizia un resoconto dettagliato di tutti i giocatori di quella squadra che oggi, per un motivo o per un altro, non sono più vicini ai propri cari, tutti stroncati, o comunque colpiti, da malattie a volte rare che, tra gli ex calciatori, hanno una percentuale di casi molto maggiore alla media nazionale.

    Ma chi sono questi giocatori?

    “Il primo è stato Armando Picchi, il capitano di quella squadra, morto a 36 anni di tumore alla colonna vertebrale. Poi è stato il turno di Marcello Giusti, che giocava nelle riserve, ucciso da un cancro al cervello alla fine degli anni '90. Carlo Tagnin, uno che le pasticche non le rifiutava mai perché non era un fuoriclasse e voleva allungarsi la carriera correndo come un ragazzino, è morto di osteosarcoma nel 2000. Mauro Bicicli se n'è andato nel 2001 per un tumore al fegato. Ferdinando Miniussi, il portiere di riserva, è morto nel 2002 per una cirrosi epatica evoluta da epatite C. Enea Masiero, all'Inter tra il '55 e il '64, sta facendo la chemioterapia. Pino Longoni, che è passato per le giovanili dell'Inter prima di andare alla Fiorentina, ha una vasculopatia ed è su una sedia a rotelle, senza speranze di guarigione...».

    A parte Armando Picchi e, forse, Tagnin gli altri sono nomi meno noti rispetto ai grandi campioni, rispetto a chi in quella Grande Inter ha giocato di più.

    Ma è sempre Ferrucci Mazzola a spiegare il perché.

    ”Perché le riserve ne prendevano di più, di quelle pasticchette bianche. Gliel'ho detto, noi panchinari facevamo da cavie. Ne ho parlato per la prima volta qualche mese fa nella mia autobiografia ("Il terzo incomodo", scritto con Fabrizio Càlzia, Bradipolibri 2004, ndr), che ha portato al processo di Roma». Quando gli è stato chiesto il perché sia arrivato tutto in un’aula d Tribunale, la risposta di Mazzola è stata chiara e inequivocabile: “Perché dopo la pubblicazione di quel libro mi è arrivata la querela per diffamazione firmata da Facchetti, nella sua qualità di presidente dell'Inter. Vogliono andare davanti al giudice? Benissimo: il 19 novembre (eravamo nel 2005 n.d.b.) ci sarà la seconda udienza e chiederemo che tutti i giocatori della squadra di allora, intendo dire quelli che sono ancora vivi, vengano in tribunale a testimoniare. Voglio vedere se sotto giuramento avranno il coraggio di non dire la verità”.

    Quando parla all’Espresso, Mazzola non sa che l’amico Facchetti sarebbe entrato anche lui nella lista degli ex giocatori di quel’Inter morti prematuramente.

    Ma lei di Facchetti non era amico?


    “Sì, ma lasciamo perdere Facchetti, non voglio dire niente su di lui. Sarebbero cose troppo pesanti”.


    non ne avevamo dubbi...
    Ultima modifica di giorgiorox; 07/06/2012 alle 10:04
    spesso un rutto vale più di mille parole

  3. #3
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    oldbonnie , mi fai ridere , grazie ..
    JUVENTINO e STONERIANO
    cit nikonikko:Quando ci arrivò Stoner non era una ca..o, non per merito suo nel 2007 ha vinto un mondiale

  4. #4
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    CHIUDERE PER DISGUSTO, GRAZIE
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  5. #5
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  6. #6
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    Citazione Originariamente Scritto da giorgiorox Visualizza Messaggio
    CHIUDERE PER DISGUSTO, GRAZIE
    giorgio , il topic è tuo ..

    se non te la senti di andare avanti , ti capisco ..
    lo schifo è talmente grande , che se vuoi , posso chiudere ..
    JUVENTINO e STONERIANO
    cit nikonikko:Quando ci arrivò Stoner non era una ca..o, non per merito suo nel 2007 ha vinto un mondiale

  7. #7
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    non ricordavo più i meccanismi della pittoresca giustizia sportiva. Con questi rapporti tra le parti, è impossibile difendersi: mio cuggino mi ha detto, che suo zio gli ha riferito, che mia moglia ha visto. (vicenda Conte: polverone gonfiato dai giornalai prezzolati creato sul NULLA)

    D'altro canto, una relazione come quella di Palazzi sull'inter era praticamente la sentenza scritta, contro cui sarebbe stato impossibile per l'inter difendersi, con certa retriocessione in serie B.

    Citazione Originariamente Scritto da gixxer73 Visualizza Messaggio
    giorgio , il topic è tuo ..

    se non te la senti di andare avanti , ti capisco ..
    lo schifo è talmente grande , che se vuoi , posso chiudere ..
    no no, sono masochista, teniamolo ancora un po' aperto
    spesso un rutto vale più di mille parole

  8. #8
    TCP Rider L'avatar di D@lyn
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    fonte tgcom

    Massimo Moratti commissionò a Giuliano Tavaroli, l'ex capo della security di Telecom e Pirelli la pratica 'Ladroni', quella che riguarda in particolare l'ex arbitro Massimo De Santis. Lo ha detto oggi lo stesso Tavaroli convocato come testimone al processo sul caso dei dossier illegali, rispondendo a una domanda di Irma Conti, legale dell'ex-direttore di gara. I fatti risalgono al 2003, quando, secondo Tavaroli, fu pedinato anche Bobo Vieri.

    L'ex-responsabile della sicurezza ha inoltre precisato di aver preso contatti con l'allora dirigente neroazzurro Giacinto Facchetti per i termini organizzativi dell'operazione. E quando il legale ha chiesto se dunque l'input provenisse da Moratti, Tavaroli ha confermato con un ''si'''. Come risulta agli atti dell'inchiesta, il dossier che riguardava De Santis e altre quattro persone, tra cui l'ex direttore sportivo di Messina e Genoa Mariano Fabiani e il guardalinee Enrico Cennicola, e' stato confezionato tra il gennaio e il luglio del 2003. Il fischietto romano sarebbe stato fatto seguire dal presidente dell'Inter perché sospettato di "danneggiare" i nerazzurri e favorire la Juventus. De Santis ha denunciato di essere stato seguito e controllato dalla security di Telecom e ha presentato l'astronomica richiesta di risarcimento di 21 milioni di euro.

    Dell'operazione aveva anche parlato l'investigatore privato Emanuele Cipriani, ora imputato al processo milanese con una decina di persone. Cipriani, il 13 ottobre 2006, aveva messo a verbale: ''Tavaroli si limito' a dirmi che De Santis era un arbitro che probabilmente prendeva i soldi e che occorreva controllare societa' sportive in Calabria per verificare un possibile collegamento con De Santis. L'incarico - aveva sottolineato l'investigatore privato - mi venne conferito da Tavaroli in Pirelli ed io fatturai alla Pirelli su richiesta espressa di Tavaroli''.
    Citazione Originariamente Scritto da giorgiorox Visualizza Messaggio
    CHIUDERE PER DISGUSTO, GRAZIE
    ma no giorgio voglio vedere come hanno il coraggio di difendersi sti onestoni..diranno che siamo dopati e le solite altre minkiate...
    Meticolosamente addestrato, l'uomo può diventare il miglior amico del cane

  9. #9
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    sono sgomento.... Winter e pirless dove sono???
    Citazione Originariamente Scritto da Mamba Visualizza Messaggio
    un giorno ti racconterò quando ho portato in pista la prima volta le forke che mi ha venduto Ferless...spaventatissime....frenaaa...frenaaaa....mi dicevano...:biggrin3:

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  10. #10
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    Ladri interisti.. Ma questo non rende meno ladri i gobbi.
    Stanno affa la gara a chi ruba di più, dh.

    Chi vincerà questo titolo?

    Vado in tabaccheria.... Ciao.

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