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Discussione: MORATTI / TAVAROLI: BELLE COSE (scritte in piccolo sui quotidiani...)

  1. #1
    TCP Rider Senior L'avatar di giorgiorox
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    Thumbs up MORATTI / TAVAROLI: BELLE COSE (scritte in piccolo sui quotidiani...)

    MILANO - Clamoroso a Milano: al processo Telecom depone, dopo un'udienza andata buca per malore, Giuliano Tavaroli. E manda in pesantissima contraddizione anni di versioni interiste e di Moratti soprattutto sulla vicenda dello spionaggio ai danni di De Santis, ma anche di utenze dei dirigenti juventini Giraudo e Moggi, dello stesso arbitro De Santis (che chiede 21 milioni di risarcimento per lo spionaggio Telecom), i designatori Bergamo e Pairetto e alcune utenze Gea. Tavaroli sotto giuramento ai giudici di Milano conferma quanto asserito in fase d'indagine e contestato (con la Figc a credere al numero 1 interista) che fu proprio Moratti e l'Inter a commissionare l'Operazione Ladroni. «L'operazione Ladroni mi venne commissionata dall'Inter nella persona di Moratti, poi la feci con Facchetti»: lo ha detto Tavaroli rispondendo alla domanda dei legali dell'ex arbitro De Santis, Irma Conti e Paolo Gallinelli.

    Questa l'affermazione, ora le domande.
    Perché la Figc e Borrelli, allora capo dell'Ufficio Indagini, credettero alla versione Moratti («non ho mai dato alcun mandato a Tavaroli per redigere un dossier su De Santis») senza tenere conto degli interrogatori di Tavaroli, allora in carcere, che aveva parlato dei summit in Saras?

    Perché si arrivò all'archiviazione del caso dello spionaggio per improcedibilità (la prescrizione cadde sui pedinamenti a Vieri e altri giocatori), dovuta alla morte sopravvenuta di Giacinto Facchetti?

    Perché la Figc non ha mai chiesto ufficialmente al pm milanese Ilda Bocassini gli atti di archiviazione dell'assunzione di informazioni sulla deposizione di Nucini sui fatti poi divenuti accuse al tribunale di Napoli?

    E perché l'indagine sui fatti di Telecom non è partita dal maggio 2006 quando Nucini, Cipriani e gli altri protagonisti della vicenda Telecom rilasciavano interviste?

    Perché, stando alle parole sotto giuramento di Tavaroli (confermate nell'incidente probatorio di Tronchetti Provera) l'Inter indagava sui protagonisti di Calciopoli tra il dicembre 2002 e l'inizio del 2003, un anno e mezzo prima della Procura di Napoli e del maggiore Auricchio?

    E perché l'unico arbitro sotto la lente illegale era De Santis, così come capitato poi a Napoli nell'indagine che ha portato alla semidistruzione della Juventus di Giraudo, Moggi e Capello?

    Oltre le domande, oggi una parola sotto giuramento: Tavaroli indica in Moratti colui che commissiona l'indagine, che lo stesso Moratti in Figc nega di aver commissionato. La Juventus che è in causa contro la Figc per la modesta cifra di 443 milioni prenderà visione di quanto sta emergendo ormai ufficialmente in udienza a Milano? Pensiamo di sì.Alvaro Moretti


    aggiungo una considerazione: al di là delle poche notizie che danno i media, i trafiletti, i silenzi: quello che emerge da tutto ciò è altro:

    il CORRIERE, parte in causa, mette in risalto che Ghioni agì di sua spontanea volontà nonostante le notizie trafugate nei computer della società ed in quello di Mucchetti. Insomma una partecipata non può andare contro un suo azionista e nonostante i danni bisogna sorridere, lasciare correre.

    TITOLONI sul nulla, quando gli interessati sono "privati cittadini" con nessun aggancio con poteri forti, altrimenti le notizie, che come quella odierna NON SI POSSONO TACERE per la loro gravità, vengono minimizzate, trafilettate, nella speranza che passino inosservate, che l'occhio del lettore distratto o di fretta non le intercetti...

    Ecco dove si annidano le colpe della stampa italiana; nei rapporti incestuosi, nella commistione tra INDUSTRIA / MEDIA / IMPRENDITORI. Questo nodo, difficile da sciogliere, è uno dei motivi della poca democrazia italiana.
    Ultima modifica di giorgiorox; 07/06/2012 alle 09:17
    spesso un rutto vale più di mille parole

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  3. #2
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    Citazione Originariamente Scritto da giorgiorox Visualizza Messaggio
    ....................Ecco dove si annidano le colpe della stampa italiana; nei rapporti incestuosi, nella commistione tra INDUSTRIA / MEDIA / IMPRENDITORI. Questo nodo, difficile da sciogliere, è uno dei motivi della poca democrazia italiana.

    Purtroppo, è una amarissima verità.

    Del resto, da noi, il massimo del giornalismo
    d'indagine è striscia la notizia, figuriamoci...



  4. #3
    TCP Rider L'avatar di D@lyn
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    giorgio avevo già aperto un post io di quà
    http://www.forumtriumphchepassione.c...-tavaroli.html
    non so se i mod vogliono unire il post e aggiungo,,,

    «Ebbene sì, controllavamo i telefoni della Fc Juventus, della Gea, della Football Management, del signor Ceniccola e utenze della Figc. Potevo farlo entrando nel sistema Radar: mi diedero l’opportunità di vedere i contatti telefonici, di prendere appunti, senza essere in alcun modo rintracciabile e con il divieto assoluto di stampare quei tabulati che poi consegnavo ai miei superiori».
    ONESTI DI STA CIPPA...VINCIAMO SENZA RUVVARE!!
    Ultima modifica di D@lyn; 07/06/2012 alle 09:26
    Meticolosamente addestrato, l'uomo può diventare il miglior amico del cane

  5. #4
    TCP Rider Senior L'avatar di giorgiorox
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    Citazione Originariamente Scritto da D@lyn Visualizza Messaggio
    giorgio avevo già aperto un post io di quà
    http://www.forumtriumphchepassione.c...-tavaroli.html
    non so se i mod vogliono unire il post e aggiungo,,,
    sì sì... che uniscano pure

    CIAO
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  6. #5
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  7. #6
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    Vergognatevi, incolpare ancora il povero Giacinto........ che, come era fatto lui, non si sarebbe avvalso neanche della facoltà di non rispondere.

    Lui era l'onestà fatta persona.




  8. #7
    Triumphista gattofilo L'avatar di gixxer73
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    Oldbonnie , mi dispiace ma il rispetto per queste persone potete è vostra esclusiva ..

    e risparmia il vergognatevi , quello serve a voi ..

    e se non si fosse capito :

    LADRI IMPUNITI PRESCRITTI


    ma non importa , ormai lo sanno tutti che i vostri titoli recenti sono stati regalati ..
    Ultima modifica di gixxer73; 07/06/2012 alle 09:50
    JUVENTINO e STONERIANO
    cit nikonikko:Quando ci arrivò Stoner non era una ca..o, non per merito suo nel 2007 ha vinto un mondiale

  9. #8
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    Citazione Originariamente Scritto da oldbonnie Visualizza Messaggio
    Vergognatevi, incolpare ancora il povero Giacinto........ che, come era fatto lui, non si sarebbe avvalso neanche della facoltà di non rispondere.

    Lui era l'onestà fatta persona.




    ma vai in saras, vai...
    Citazione Originariamente Scritto da Mamba Visualizza Messaggio
    un giorno ti racconterò quando ho portato in pista la prima volta le forke che mi ha venduto Ferless...spaventatissime....frenaaa...frenaaaa....mi dicevano...:biggrin3:

    VENDO D212 GP RACER 180/55 MESCOLA M ---->

  10. #9
    TCP Rider Senior L'avatar di giorgiorox
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    solo i titoli recenti??? e i caffè di Herrera....???? dove li mettiamo??

    Doping Inter: Moratti perde la causa contro Ferruccio Mazzola!!!!!
    Brutta sconfitta per l'Inter a Roma: non allo stadio ma in tribunale. Il club di via Durini si è visto infatti rigettare con una sentenza della prima sezione civile la causa contro Ferruccio Mazzola, fratello minore di Sandro e autore del pamphlet di denuncia 'Il terzo incomodo', uscito per Bradipolibri nel 2004. Un volumetto in cui Mazzola jr. (che negli anni Sessanta giocò anche in nerazzurro) raccontava come il doping fosse una consuetudine nella Grande Inter di Helenio Herrera e venisse attuato attraverso pillole - probabilmente di anfetamine - sciolte nel caffè dato ai giocatori prima dei match.

    Per il tribunale, quello di Ferruccio è "un racconto chiaro e completo in cui l'ex calciatore si è limitato a raccontare i fatti vissuti in prima persona": fatti che "concretizzano un interesse sempre attuale della collettività". Massimo Moratti aveva chiesto a Mazzola jr. mezzo milione di danni, ora ne dovrà pagare 10 mila tra spese e onorari. Ma soprattutto non potrà più sostenere che le denunce dell'ex giocatore fossero diffamatorie.

    Correva l'anno 2004, data in cui la casa editrice Bradipolibri pubblicò un libro a cura di Fabrizio Calzia dal titolo "Il terzo incomodo. Le pesanti verità di Ferruccio Mazzola". In tale scritto si narra delle accuse lanciate senza peli sulla lingua da parte del Mazzola citato nel titolo; accuse verso la sua società (Inter) e il suo tecnico (Helenio Herrera) all'epoca dei fatti. Ferruccio (lo chiameremo così per differenziarlo dal più famoso fratello, ex n.10 interista, Sandro) sosteneva che all'Inter, in quegli anni (anni '60), ci fosse un "uso disinvolto del doping per potenziare al massimo le prestazioni della squadra e per conseguire i gloriosi risultati poi effettivamente raggiunti". L'Inter, ovviamente, non la prese bene, e l'anno dopo, per opera di Giacinto Facchetti, citò per diffamazione sia la Bradipolibri (e Calzia) che Ferruccio, richiedendo un risarcimento di un milione e mezzo di euro per danni morali.

    Si cala in questo contesto ciò che è avvenuto qualche settimana fa a S.Siro, cioè il pignoramento dell'incasso di una partita del'Inter per poter pagare le spese processuali a chi avevano citato. Questa, di fatto, è conseguenza dell'iter processuale di cui vi abbiamo parlato poco fa. Di seguito viene riportata parte della sentenza (datata novembre 2008) del giudice unico Rosaria Ricciardi su questo caso: "(...) il libro è costituito prevalentemente da una serie di racconti che hanno visto come protagonista il Mazzola nel corso della sua carriera, nonché da una serie di testimonianze di molti ex calciatori. Attraverso un racconto chiaro e completo, scevro da espressioni malevole o offensive, gli autori delineano un quadro generale e storico del calcio dell’epoca".

    Così si è espresso l'avvocato Alberto Foggia, difensore della casa editrice e di Ferruccio durante il processo, ascoltato da Daniele Benvenuti, giornalista de Il Tirreno: "Una volta incaricato dai miei assistiti, è iniziata la mia opera di raccolta di documenti e testimonianza per difenderli. Nel novembre del 2008 il caso è arrivato davanti al giudice del tribunale di Roma che ha respinto la richiesta di danni avanzata dall’Inter. Dopo la sentenza, le spese che ci avrebbero dovuto pagare, per quasi un anno non sono state liquidate né a me né al mio collega romano. A quel punto, nell’ottobre scorso, ho fatto scattare l’istanza di pignoramento dell’incasso di San Siro per ottenere la cifra dovuta. Una volta notificato l’atto all’Inter, la società milanese si è immediatamente messa in contatto con me per pagare prima che scattasse il termine del pignoramento".

    Episodio non proprio gratificante per la società di Massimo Moratti, non solo per il disguido sul pagamento ritardato in maniera esagerata, ma soprattutto per la macchia su uno dei periodi più belli dell'intera storia nerazzurra.

    Queste le dichiarazioni di Ferruccio Mazzola, che hanno gettato un'ombra pesantissima e terribile su quell'inter tanto mitizzata dai mass media:

    “Sono stato in quell'Inter anch'io, anche se ho giocato poco come titolare.

    Ho vissuto in prima persona le pratiche a cui erano sottoposti i calciatori. Ho visto l'allenatore, Helenio Herrera, che dava le pasticche da mettere sotto la lingua. Le sperimentava sulle riserve (io ero spesso tra quelle) e poi le dava anche ai titolari. Qualcuno le prendeva, qualcuno le sputava di nascosto. Fu mio fratello Sandro a dirmi: se non vuoi mandarla giù, vai in bagno e buttala via. Così facevano in molti. Poi però un giorno Herrera si accorse che le sputavamo, allora si mise a scioglierle nel caffè. Da quel giorno "il caffè" di Herrera divenne una prassi all'Inter”.

    Già questo basterebbe per rimanere allibiti, per restare senza parole.

    Ma c’è di peggio. Sì perché molti di quei giocatori, molti di quei protagonisti della “Grande Inter”, oggi non ci sono più.

    Ma cosa c'era in quelle pasticche?

    E’ lo stesso Ferruccio Mazzola a dirlo.

    ”Con certezza non lo so, ma credo fossero anfetamine. Una volta dopo quel caffè, era un Como-Inter del 1967, sono stato tre giorni e tre notti in uno stato di allucinazione totale, come un epilettico. Oggi tutti negano, incredibilmente. Perfino Sandro...Sì. Sandro e io, da quando ho deciso di tirare fuori questa storia, non ci parliamo più. Lui dice che i panni sporchi si lavano in famiglia. Io invece credo che sia giusto dirle queste cose, anche per i miei compagni di allora che si sono ammalati e magari ci hanno lasciato la pelle. Tanti, troppi...”.

    E’ qui che la storia comincia a farsi tragica. Mazzola inizia un resoconto dettagliato di tutti i giocatori di quella squadra che oggi, per un motivo o per un altro, non sono più vicini ai propri cari, tutti stroncati, o comunque colpiti, da malattie a volte rare che, tra gli ex calciatori, hanno una percentuale di casi molto maggiore alla media nazionale.

    Ma chi sono questi giocatori?

    “Il primo è stato Armando Picchi, il capitano di quella squadra, morto a 36 anni di tumore alla colonna vertebrale. Poi è stato il turno di Marcello Giusti, che giocava nelle riserve, ucciso da un cancro al cervello alla fine degli anni '90. Carlo Tagnin, uno che le pasticche non le rifiutava mai perché non era un fuoriclasse e voleva allungarsi la carriera correndo come un ragazzino, è morto di osteosarcoma nel 2000. Mauro Bicicli se n'è andato nel 2001 per un tumore al fegato. Ferdinando Miniussi, il portiere di riserva, è morto nel 2002 per una cirrosi epatica evoluta da epatite C. Enea Masiero, all'Inter tra il '55 e il '64, sta facendo la chemioterapia. Pino Longoni, che è passato per le giovanili dell'Inter prima di andare alla Fiorentina, ha una vasculopatia ed è su una sedia a rotelle, senza speranze di guarigione...».

    A parte Armando Picchi e, forse, Tagnin gli altri sono nomi meno noti rispetto ai grandi campioni, rispetto a chi in quella Grande Inter ha giocato di più.

    Ma è sempre Ferrucci Mazzola a spiegare il perché.

    ”Perché le riserve ne prendevano di più, di quelle pasticchette bianche. Gliel'ho detto, noi panchinari facevamo da cavie. Ne ho parlato per la prima volta qualche mese fa nella mia autobiografia ("Il terzo incomodo", scritto con Fabrizio Càlzia, Bradipolibri 2004, ndr), che ha portato al processo di Roma». Quando gli è stato chiesto il perché sia arrivato tutto in un’aula d Tribunale, la risposta di Mazzola è stata chiara e inequivocabile: “Perché dopo la pubblicazione di quel libro mi è arrivata la querela per diffamazione firmata da Facchetti, nella sua qualità di presidente dell'Inter. Vogliono andare davanti al giudice? Benissimo: il 19 novembre (eravamo nel 2005 n.d.b.) ci sarà la seconda udienza e chiederemo che tutti i giocatori della squadra di allora, intendo dire quelli che sono ancora vivi, vengano in tribunale a testimoniare. Voglio vedere se sotto giuramento avranno il coraggio di non dire la verità”.

    Quando parla all’Espresso, Mazzola non sa che l’amico Facchetti sarebbe entrato anche lui nella lista degli ex giocatori di quel’Inter morti prematuramente.

    Ma lei di Facchetti non era amico?


    “Sì, ma lasciamo perdere Facchetti, non voglio dire niente su di lui. Sarebbero cose troppo pesanti”.


    non ne avevamo dubbi...
    Ultima modifica di giorgiorox; 07/06/2012 alle 10:04
    spesso un rutto vale più di mille parole

  11. #10
    TCP Rider Senior L'avatar di oldbonnie
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    La vostra è soltanto invidia per la nostra riconosciuta, naturale ed indiscutibile onestà: noi ci distinguiamo da voi semplicemente perchè noi non rubiamo.




    La prescrizione, poi, è un istituto di alta civiltà giuridica che coglie la giusta esigenza civica e morale nel mondo del diritto della certezza nei rapporti giuridici.

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