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Premetto che non sono superstizioso, non leggo l'oroscopo e .......... non credo ai fantasmi, forse.
Ciò che sto' per raccontarvi è però realmente accaduto otto anni fa.
Insieme a mia moglie e a mia figlia Marianna, che a quell'epoca aveva quasi tre anni, vado a trovare dei miei anziani zii entrambi quasi ottantenni, che da poco si sono trasferiti in una antica e grande casa dell'800 in campagna, dove abitano da soli.
Prima di andare avanti vorrei aprire una parentesi "d'altri tempi", quasi poetica e romantica.
Serve comunque ad inquadrare il luogo ove si svolse ciò che poi riprenderò a raccontarvi, ma quelli che si svogliano innanzi a topic troppo lunghi potranno tralasciare questa parte e saltare direttamente alla ripresa del racconto (ma vi perdereste qualcosa di bello, almeno a mio parere). E comunque il thread è lunghissimo comunque, quindi "morti pé ammazzati ...".
Gli zii avevano sempre abitato un'altrettanto antica ma ben più modesta casa, sempre in campagna a pochi km. Era una casa con pochissime comodità e un solo bagno peraltro esterno e di estrema fortuna, ma era la casa "di famiglia" di mio zio (acquisito, in quanto maritato con la sorella di mio padre) da varie generazioni, ed egli fino all'anno prima non aveva mai voluto lasciarla nonostante già possedesse da tantissimi anni l'altra ben più comoda e "prestigiosa" casa, anche perché ancora coltivava personalmente alcuni ettari di terra attorno ad essa, ma soprattutto poiché aveva con sé un fratello e una sorella che non si erano mai sposati e mio zio, che ne era il fratello più giovane, non voleva che morissero in un posto diverso da lì conoscendo che questo era il loro unico e grande desiderio.
Mio zio mi raccontava sempre che quando era bambino, e anche più tardi da ragazzo quando scendeva in paese percorrendo ovviamente a piedi la strada provinciale, prima di passare innanzi a quella grande e bellissima casa che si affacciava quasi sulla strada, a quei tempi di proprietà e abitata da dei nobili diplomatici, non ritenendosi sufficientemente "degno" di tale qmbiente per deferenza preferiva abbandonare la strada qualche centinaio di metri prima, allungando il percorso passando per campi per poi tornare sulla ben più comoda strada qualche centinaio di metri dopo quella casa.
In sostanza era come se non volesse "profanare" col suo passaggio quello che agli occhi di una ragazzo evidentemente doveva sembrare un luogo pressoché sacro.
Ebbene, è singolare pensare che 60anni più tardi mio zio sarebbe diventato il proprietario di quella casa (con annessi terreni e parco), inizialmente quasi ob torto collo e per una quota parte a causa di una forzata divisione societaria, poi negli anni ebbe modo di amare quel posto al punto tale dal liquidare progressivamente tutti gli altri comproprietari e diventarne l'unico possessore.
Anche se finora ho sempre parlato di "casa", credo che si sarà capito che tale termine è alquanto riduttivo: si tratta infatti di un prestigioso immobile del 1800 perfettamente conservato, una di quelle case antiche con grandi stanze con carta da parati alle pareti e affreschi al soffitto, grandi camini etc.
Pensate che l'unica volta che in tutti gli anni prima di andarci a vivere mio zio decise di affittarla, peraltro ad un noto professionista, si dice che la casa fosse teatro di feste "molto particolari" nonché location per la realizzazione di un certo tipo di film. Almeno questa era quello che si diceva, fino a quando mio zio che è sempre stato risoluto e forte come un toro a dispetto dell'età (ancora adesso che ha 86 anni è un bell'uomo, di spirito è un ragazzo e fisicamente ne dimostra 20 di meno tant'è che addirittura gli tira ancora parecchio) ...... no meglio che questo non lo dica, ma a seguito di ciò che non posso raccontare riuscì a riprendere l'immediato e pieno possesso della casa.
Allora, torniamo a noi.
La casa si sviluppa su tre piani: al piano terra ci sono locali adibiti a garage, magazzino e varie attrezzature per la produzione e conservazione di vino, olio, miele etc. Gli zii occupano soltanto alcune stanze al primo piano, mentre il secondo piano è completamente "libero".
Gli zii, mia moglie ed io siamo in cucina, mentre mia figlia Marianna (che ribadisco aveva tre anni a quell'epoca) è rimasta in un salone adiacente ove prima eravamo anche noi, avendo sparso sul pavimento i giochi che si era portata dietro.
Anche se non la vediamo siamo assolutamente tranquilli: dopotutto ce l'abbiamo a pochi metri, nella stanza non si sono potenziali pericoli e la sentiamo trafficare con i suoi giochi.
Mentre chiacchieriamo sentiamo che anche Marianna si è messa a parlare, anche se è un parlare diverso rispetto a quanto fa di solito quando gioca da sola: anziché il solito dolcissimo sussurrare, sentiamo che parla distintamente e non a bassa voce, ma non ci facciamo caso e non ci fermiamo tendendo l'orecchio per ascoltare ciò che dice.
Dopo alcuni minuti, tranne mia zia che rimane in cucina, andiamo nel salone dove ovviamente ritroviamo Marianna sul tappeto tra i suoi giochi.
Alla nostra vista la bambina sbuffa e ha un moto di disappunto, al ché mia moglie gliene chiede il perché.
La sua risposta è "ma perché siete venuti, quando ha sentito che tornavate qui è andata via". Nello stesso tempo con la coda dell'occhio noto che mio zio ha assunto una strana espressione.
Chiedo "Marianna, ma chi è che è andata via? Non c'è mica nessuno".
E mia figlia "Ma papi, la bambina che stava giocando con me, siamo diventate amichette. Adesso è andata di sopra, non la sentite come stà cantando? Voglio anch'io un vestitino bello come il suo: assomiglia a quelli delle bambine del quadro che c'è a casa nostra vicino al camino" (una stampa che raffigura una maestra con alcune bambine, tutte vestite da damine).
Non abbiamo quasi il tempo di rimanere perplessi innanzi alle parole di Marianna, che pur avendo molta fantasia non è solita inventarsi le cose e poi farle passare per vere, dato che la nostra attenzione è tutta per mio zio, la cui espressione è sempre più strana e adesso ha pure cambiato colore.
Chiedo se si sente bene. Lui manda mia figlia dalla zia in cucina con la scusa della sfoglia che stà per preparare (sà che è una cosa che affascina Marianna), e ci dice il perché della sua reazione, e a questo punto siamo anche noi alquanto sbigottiti.
Quando era bambino, e poi anche più tardi, sentì più volte narrare che in quella casa vi fosse morta una bambina in circostanza poco chiare, tant'è che dopo la guerra la proprietà rimase non occupata e invenduta per tanti anni per la difficoltà a trovare un compratore interessato, forse anche a causa di quell'alone di mistero che, ancorché magari leggenda, in quei tempi aveva il suo peso.
Comunque né lui né mia zia avevano (e tuttora hanno) mai osservato fenomeni strani.
Per quanto ovvio mia figlia non poteva essere minimamente a conoscenza di questa cosa, che fino a quel momento neanche io e mia moglie sapevamo.
Non sollecitiamo la bambina a parlare della cosa, anche se ne avremmo voglia.
Passano alcuni mesi e torniamo tutti e tre a trovare gli zii.
Lo zio ci vuole mostrare qualche piccola crepa che s'è aperta nelle mura al secondo piano a seguito di un terremoto, e così tranne mia zia saliamo tutti di sopra.
Non posso fare a meno di osservare continuamente la bambina, che comunque non denota alcun comportamento particolare.
Terminata questa breve visita al secondo piano ci apprestiamo a scendere, ma poi mia moglie e lo zio tornano sui loro passi perché lui vuole mostrarle un affresco che da un lato si stà rovinando.
Io e Marianna siamo in cima alle scale, che dal primo al secondo piano sono prive della ringhiera. Ovviamente tengo per mano la bambina che è dalla parte del muro. Mi fermo per ascoltare mia moglie che mi stà dicendo qualcosa e, non so' come possa essere successo, mi giro dalla parte opposta delle scale distogliendo per un istante lo sguardo da Marianna e, cosa ancor più grave, mi ritrovo senza più la sua manina nella mia.
Accade tutto in una frazione di secondo: mia figlia si sposta verso il centro delle scale e scivola. Cadrebbe sulla rampa sottostante, non sarebbe un gran volo, due metri forse anche meno, ma chi potrebbe prevederne le conseguenze? Forse non si farebbe nulla, ma forse anche no. Dopotutto cadrebbe sul marmo.
Ebbene, non sono mai riuscito a spiegarmi come abbia fatto, e soprattutto come sia stato possibile che l'abbia fatto in quella frazione di secondo, stà di fatto che mi tuffo letteralmente verso Marianna a braccia protese, e riesco a prenderla pure delicatamente quando è già in volo. E riesco a non cadere a mia volta di sotto con lei in braccio. E non mi faccio assolutamente nulla nonostante il tuffo.
Mentre mi rialzo probabilmente con i battiti a 150 e mi stringo al petto Marianna, lei volge lo sguardo verso il pianerottolo a mezza scala ed esclama "hai visto quant'è bravo il mio papi?
Pur già presagendo la sua risposta le chiedo con chi stia parlando e lei mi fa "con la mia amichetta, la bambina dell'altra volta".
Nè mia moglie e lo zio al secondo piano, né mia zia al primo si sono accorti di nulla. Sarò poi Marianna a dire cos'è successo, ma essi non ebbero mai l'esatta percezione di quello che per me fu a tutti gli effetti un autentico miracolo. Nè successivamente ho mai raccontato loro quello che in realtà accadde; chissà, forse farò leggere a mia moglie questo scritto.
Successivamente cercai di trovare notizie su cosa in realtà fosse accaduto in quella casa, in particolare se fosse vera la storia di quella bambina.
Ma trattandosi di una cosa di 100 anni prima, forse anche più, non trovando persone talmente anziane dal ricordarla distintamente non venni a capo di nulla se non il "si dice che", "i miei nonni mi raccontavano che", come peraltro già appreso da mio zio.
Sono trascorsi otto anni. I miei zii stanno più vicini ai 90 che agli 80 e godono di buona salute. Mai più nessun fenomeno particolare o inspiegabile in quella casa, dove andiamo spesso noi quattro (successivamente è arrivato anche Michele).
Marianna ha ora 11 anni e non ricorda nulla del primo incontro con "la sua amichetta" del quale in seguito parlammo apertamente, mentre ricorda perfettamente l'episodio della scala.
Tutte le volte che torniamo in quella casa, però, vedo che volge ancora lo sguardo alle scale che salgono al secondo piano, che ora hanno la ringhiera e che non abbiamo mai più salito.
Non sò se siete arrivati a leggere fin qui, e se anche lo avete fatto non sò se crederete a questa storia, ma vi assicuro che mi sono limitato a raccontare fedelmente quanto accadde otto anni fa, senza togliere e soprattutto aggiungere alcunché.
Fino ad oggi non l'avevo mai raccontata a nessuno, se non in maniera incidentale ed estremamente sintetica a pochissime persone. Vi ho detto che persino mia moglie non conosce appieno la verità sull'episodio della scala.
In apertura di questo thread vi ho detto che non credo ai fantasmi, però ...
Però mi piace credere che se lo spirito di una bambina morta non sò come e perché 100 anni o più fa in quella casa aleggia veramente ancora al suo interno, faccia bene a manifestarsi soltanto a un'entità pura e semplice, quale solo un'altra bambina può esserlo.
E magari anche a proteggerla ...
Aggiornamento al post #146









 
			
			
 
					
					
					
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