L’intercettazione è stata fondamentale per capire come è andata questa vergognosa storia di malasanità. Mentre la piccola Antonia lottava tra la vita e la morte nell’ospedale di Boscotrecase (Napoli), i medici e l’ostetrica decidevano come falsificare la cartella clinica. La piccola è deceduta e i genitori, avendo fiutato che qualcosa non fosse andato per il verso giusto, hanno sporto denuncia.
Uno dei medici che aveva partecipato al parto ha registrato parte dell’incontro avvenuto tra il primario e l’ostetrica. L’intercettazione è stata pubblicata sul Corriere della Sera, che ha svolto un’inchiesta. Il procuratore aggiunto Raffaele Marino e il pm di Torre Annunziata Emilio Prisco, chiesero e ottennero dal gip alcune misure cautelari a carico di medici e paramedici ritenuti responsabili, a vario titolo, della morte della neonata e di averne falsificato la cartella clinica.
Neonata muore, i medici intercettati "Cambiate le cartelle cliniche" - Video - Corriere TV
I magistrati in questi giorni hanno formulato anche la richiesta di rinvio a giudizio per gli indagati. “Vediamo di metterla a posto ora che si può fare – dicono i medici nell’intercettazione, riferendosi alla cartella clinica – domani potrebbero sequestrarla“. Nella documentazione ospedaliera i medici hanno incluso un falso tracciato e hanno usato un turpiloquio irrispettoso e volgare per indicare la povera bimba e per giustificare il loro operato.
Gli indagati, attraverso i loro legali di fiducia si difendono e si accusano a vicenda. La mamma di Antonia dice di essersi resa conto subito che durante il parto qualcosa non andava: “Ci sono state spinte molto forti, il medico era sudato e poi hanno fatto intervenire il primario. Mi sono molto spaventata. Poi la bimba non ce l’ha fatta. La cosa terribile è che questi signori, anziché ammettere i loro errori hanno cercato di tirarsi fuori da questa storia strappando la cartella e facendone una nuova. Mi sono insospettita quando mi hanno mostrato un tracciato che in realtà non mi era mai stato eseguito. Ma fino a che non è spuntata quella registrazione era la mia parola contro la loro”.
Nessuno potrà restituire a questi due genitori la loro bambina innocente, ma l’augurio è che venga fatta giustizia e che questo metodo di falsificare le cartelle cliniche per garantirsi l’immunità in caso di gravi errori sia un caso isolato e che non si verifichi mai più.