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Discussione: CESARE BATTISTI irreperibile

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  1. #1
    TCP Rider Senior L'avatar di macheamico6
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    Exclamation CESARE BATTISTI irreperibile

    .

    Non si trova più.
    Cesare Battisti, l'ex esponente dei Proletari armati per il comunismo, da giorni non è più reperibile all'indirizzo notificato alle autorità dopo la sua uscita da un carcere di Brasilia.
    Magari se n'è andato a fare un trekking sulle cascate dell'Iguassu e avrà problemi a comunicare, oppure ...... s'è dato definitivamente alla macchia.
    A mio avviso l'interrogativo non era "se" ma "quando"...
    In ogni caso è una vicenda che lascia interdetti, più che amareggiati.
    La mia massima solidarietà alle persone che vennero colpite nei loro affetti più cari da questo terrorista, pluricondannato con sentenze passate in giudicato nel nostro Paese.
    "Per quanto buia sia la notte, le stelle non si spengono.
    Per quanto dura sia la vita, i sogni non si abbandonano."


  2. #2
    TCP Rider Senior L'avatar di gnomo
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    Non riesco ancora a capire per quale motivo il Brasile c'abbia fatto questo torto!
    Ti senti quattro palle? Nemico alle spalle

  3. #3
    TCP Rider Senior L'avatar di ABCDEF
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    Citazione Originariamente Scritto da gnomo Visualizza Messaggio
    Non riesco ancora a capire per quale motivo il Brasile c'abbia fatto questo torto!


    04 / 01 / 2011 * *
    “Caso” Battisti: ecco perché stiamo con Lula
    *
    Siamo un certo numero di italiani residenti all’estero, dove lavoriamo nell’insegnamento e nella ricerca, a stupirci dell’atteggiamento dei media e dell’“opinione pubblica” del nostro paese di fronte al “caso” Cesare Battisti. Anais Ginori su Repubblica del 2 gennaio sembra ad esempio stigmatizzare l’“esultanza degli intellettuali francesi” (arbitrariamente identificati con Bernard-Henri Lévy et Fred Vargas) di fronte al rifiuto di estradare Battisti, deciso dal presidente brasiliano Lula da Silva. Quanto alle forze d’opposizione all’attuale governo Berlusconi, siamo particolarmente sorpresi nell’apprendere di come alcuni parlamentari del PD si ricordino all’improvviso della loro matrice ideologica, appellandosi inopinatamente al presidente Lula*in quanto “uomo di sinistra”, beninteso al solo scopo di chiedergli ragione del suo gesto di cautela nei confronti dei diritti di un detenuto.
    Contrariamente a quanto scritto e detto, noi crediamo che la decisione del presidente brasiliano uscente non sia l’effetto d’un giudizio superficiale e frettoloso sul nostro paese, bensì il risultato d’una valutazione approfondita e pertinente della situazione politica e giudiziaria italiana. Il Brasile è l’ultimo di una lunga lista di Paesi, dopo Grecia, Svizzera, Francia, Gran Bretagna, Canada, Argentina, Nicaragua, che rifiutano di collaborare con la giustizia italiana. Sarà un caso? In effetti, l’accanimento del governo italiano nel chiedere l’estradizione di Cesare Battisti si configura oggi più come la volontà d’esorcizzare un nemico vinto (quasi si trattasse di un’ossessione da rimuovere), che come una sobria, autentica esigenza di giustizia. Stupisce, in particolare, una tale perseveranza “giustizialista” da parte di un esecutivo tragicamente incapace di far luce sulle stragi degli anni sessanta e settanta, unanimemente considerate dagli storici come le «*madri*» di tutti i terrorismi. Ricordiamo come le sentenze assolutorie “zero responsabili” sulle stragi di piazza Fontana a Milano e Piazza della Loggia a Brescia siano state definitivamente sancite, rispettivamente dalla Suprema Corte di Cassazione il 3 maggio 2005 e, più recentemente, dalla Corte d’Assise il 16 novembre 2010. Altro che magistratura arcigna garante dell’imparzialità dello stato, come suggerito recentemente da Alberto Asor Rosa in uno dei suoi frequenti interventi sulle colonne del Manifesto! Una tale differenza di trattamento nell’accertamento delle responsabilità, che non può non saltare agli occhi dell’opinione internazionale,*non è solo l’effetto della permanenza endemica, in Italia, di una classe di governo corrotta o addirittura parafascista (dall’ex squadrista Alemanno, sindaco di Roma, al tracotante ex missino La Russa, ministro della Difesa). No, questa tara originaria è innanzi tutto il frutto della politica d’emergenza che ha rappresentato il leitmotiv della politica italiana del dopoguerra e in cui la sinistra stessa si è lasciata irretire, fino a morirne per una consolidata incapacità di proporre un’alternativa globale ad un assetto tardo-capitalistico subito come una fatalità, quando non compiacentemente assecondato.
    Questa prolungata “emergenza” è all’origine del coinvolgimento di interi settori dello stato negli atroci nodi criminali che hanno insanguinato il passato recente della storia nazionale, frenandone l’emancipazione sociale e inficiandone antropologicamente, molecolarmente la quotidianità. Fatto altamente significativo, la classe politica attualmente al comando in Italia è l’erede diretta di questi poteri un tempo occulti («*Piano solo*», «*Gladio*», «*P2*»), ma ormai definitivamente sdoganati e ben decisi a occupare il terreno politico e mediatico, per difendere i propri interessi vitali minacciati*: quelli di una vita ridotta ad una pura, assurda assiomatica imprenditoriale. L’ «*anomalia italiana*» non è altro che il risultato di questa sistematica subordinazione degli organi garanti del diritto all’«*eccezione*» del comando politico e al suo diktat selvaggio sulle coscienze. Basti pensare che una delle più alte magistrature della repubblica, seconda solo a quella del Presidente Giorgio Napolitano, è oggi affidata ad un «*tycoon*» mediatico la cui «*accumulazione primitiva », nel corso degli anni sessanta e settanta, è stata caratterizzata da quelli che definiremo eufemisticamente «*illeciti comprovati*».
    Pensiamo quindi che il pesante coinvolgimento dello stato italiano nella guerra civile «*guerreggiata*» che ha avuto luogo in Italia negli anni settanta, parallelamente al conflitto (non solo, non sempre «*freddo*») inscenato da due blocchi internazionali opposti quanto parzialmente speculari, renda impossibile lo scioglimento del nodo storico emerso col «*caso*» Battisti nel quadro delle istituzioni e delle leggi attualmente vigenti in Italia. Solo un provvedimento che riconosca le enormi responsabilità dello stato nella degenerazione dello scontro politico fra gli anni sessanta e ottanta, e non la grottesca esibizione dell’orgoglio nazionale a cui stiamo assistendo in questi giorni, può permettere all’Italia di uscire dal «*deficit*» di credibilità internazionale che ne intacca fatalmente l’immagine. Fintantoché tale provvedimento non avrà avuto luogo, giustizia non potrà esser fatta e le domande d’estradizione per gli ex terroristi appariranno fatalmente come scorciatoie vessatorie, quando non come tentativi menzogneri di riscrivere la storia.
    Saverio ANSALDI – Università di Montpellier III
    Carlo ARCURI – Università di Amiens
    Giorgio PASSERONE – Università di Lille III
    Luca SALZA – Università di

    Eccoti qui un po' di ragioni "secondo loro"

  4. #4
    TCP Dream Team Rider 2010 L'avatar di japkiller
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    04 / 01 / 2011 * *
    “Caso” Battisti: ecco perché stiamo con Lula
    *
    Siamo un certo numero di italiani residenti all’estero, dove lavoriamo nell’insegnamento e nella ricerca, a stupirci dell’atteggiamento dei media e dell’“opinione pubblica” del nostro paese di fronte al “caso” Cesare Battisti. Anais Ginori su Repubblica del 2 gennaio sembra ad esempio stigmatizzare l’“esultanza degli intellettuali francesi” (arbitrariamente identificati con Bernard-Henri Lévy et Fred Vargas) di fronte al rifiuto di estradare Battisti, deciso dal presidente brasiliano Lula da Silva. Quanto alle forze d’opposizione all’attuale governo Berlusconi, siamo particolarmente sorpresi nell’apprendere di come alcuni parlamentari del PD si ricordino all’improvviso della loro matrice ideologica, appellandosi inopinatamente al presidente Lula*in quanto “uomo di sinistra”, beninteso al solo scopo di chiedergli ragione del suo gesto di cautela nei confronti dei diritti di un detenuto.
    Contrariamente a quanto scritto e detto, noi crediamo che la decisione del presidente brasiliano uscente non sia l’effetto d’un giudizio superficiale e frettoloso sul nostro paese, bensì il risultato d’una valutazione approfondita e pertinente della situazione politica e giudiziaria italiana. Il Brasile è l’ultimo di una lunga lista di Paesi, dopo Grecia, Svizzera, Francia, Gran Bretagna, Canada, Argentina, Nicaragua, che rifiutano di collaborare con la giustizia italiana. Sarà un caso? In effetti, l’accanimento del governo italiano nel chiedere l’estradizione di Cesare Battisti si configura oggi più come la volontà d’esorcizzare un nemico vinto (quasi si trattasse di un’ossessione da rimuovere), che come una sobria, autentica esigenza di giustizia. Stupisce, in particolare, una tale perseveranza “giustizialista” da parte di un esecutivo tragicamente incapace di far luce sulle stragi degli anni sessanta e settanta, unanimemente considerate dagli storici come le «*madri*» di tutti i terrorismi. Ricordiamo come le sentenze assolutorie “zero responsabili” sulle stragi di piazza Fontana a Milano e Piazza della Loggia a Brescia siano state definitivamente sancite, rispettivamente dalla Suprema Corte di Cassazione il 3 maggio 2005 e, più recentemente, dalla Corte d’Assise il 16 novembre 2010. Altro che magistratura arcigna garante dell’imparzialità dello stato, come suggerito recentemente da Alberto Asor Rosa in uno dei suoi frequenti interventi sulle colonne del Manifesto! Una tale differenza di trattamento nell’accertamento delle responsabilità, che non può non saltare agli occhi dell’opinione internazionale,*non è solo l’effetto della permanenza endemica, in Italia, di una classe di governo corrotta o addirittura parafascista (dall’ex squadrista Alemanno, sindaco di Roma, al tracotante ex missino La Russa, ministro della Difesa). No, questa tara originaria è innanzi tutto il frutto della politica d’emergenza che ha rappresentato il leitmotiv della politica italiana del dopoguerra e in cui la sinistra stessa si è lasciata irretire, fino a morirne per una consolidata incapacità di proporre un’alternativa globale ad un assetto tardo-capitalistico subito come una fatalità, quando non compiacentemente assecondato.
    Questa prolungata “emergenza” è all’origine del coinvolgimento di interi settori dello stato negli atroci nodi criminali che hanno insanguinato il passato recente della storia nazionale, frenandone l’emancipazione sociale e inficiandone antropologicamente, molecolarmente la quotidianità. Fatto altamente significativo, la classe politica attualmente al comando in Italia è l’erede diretta di questi poteri un tempo occulti («*Piano solo*», «*Gladio*», «*P2*»), ma ormai definitivamente sdoganati e ben decisi a occupare il terreno politico e mediatico, per difendere i propri interessi vitali minacciati*: quelli di una vita ridotta ad una pura, assurda assiomatica imprenditoriale. L’ «*anomalia italiana*» non è altro che il risultato di questa sistematica subordinazione degli organi garanti del diritto all’«*eccezione*» del comando politico e al suo diktat selvaggio sulle coscienze. Basti pensare che una delle più alte magistrature della repubblica, seconda solo a quella del Presidente Giorgio Napolitano, è oggi affidata ad un «*tycoon*» mediatico la cui «*accumulazione primitiva », nel corso degli anni sessanta e settanta, è stata caratterizzata da quelli che definiremo eufemisticamente «*illeciti comprovati*».
    Pensiamo quindi che il pesante coinvolgimento dello stato italiano nella guerra civile «*guerreggiata*» che ha avuto luogo in Italia negli anni settanta, parallelamente al conflitto (non solo, non sempre «*freddo*») inscenato da due blocchi internazionali opposti quanto parzialmente speculari, renda impossibile lo scioglimento del nodo storico emerso col «*caso*» Battisti nel quadro delle istituzioni e delle leggi attualmente vigenti in Italia. Solo un provvedimento che riconosca le enormi responsabilità dello stato nella degenerazione dello scontro politico fra gli anni sessanta e ottanta, e non la grottesca esibizione dell’orgoglio nazionale a cui stiamo assistendo in questi giorni, può permettere all’Italia di uscire dal «*deficit*» di credibilità internazionale che ne intacca fatalmente l’immagine. Fintantoché tale provvedimento non avrà avuto luogo, giustizia non potrà esser fatta e le domande d’estradizione per gli ex terroristi appariranno fatalmente come scorciatoie vessatorie, quando non come tentativi menzogneri di riscrivere la storia.
    Saverio ANSALDI – Università di Montpellier III
    Carlo ARCURI – Università di Amiens
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    Eccoti qui un po' di ragioni "secondo loro"
    questi non possono definirsi un gruppo di Italiani residenti all'estero, ma un gruppo di espatriati per motivi politici, ovviamente di estrema sinistra... Guarda caso stanno tutti nelle università francesi.... dove stava protetto Battisti prima di fuggire come un cane?? .....
    Alla fine la colpa delle uccisioni perpetrate da Battisti è dello Stato.... Complimenti.
    Speriamo che qualcuno faccia, finalmente, giustizia. ma ne dubito, vivrà fino a 100 anni felice e spensierato e anche nel ricordo dei familiari di tutti quelli che ha ammazzato.
    Ultima modifica di japkiller; 05/08/2012 alle 09:32
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    Siculo nel cuore!!!

  5. #5
    TCP Rider Senior L'avatar di Venanzio
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    Citazione Originariamente Scritto da japkiller Visualizza Messaggio
    questi non possono definirsi un gruppo di Italiani residenti all'estero, ma un gruppo di espatriati per motivi politici, ovviamente di estrema sinistra... Guarda caso stanno tutti nelle università francesi.... dove stava protetto Battisti prima di fuggire come un cane?? .....
    Alla fine la colpa delle uccisioni perpetrate da Battisti è dello Stato.... Complimenti.
    Speriamo che qualcuno faccia, finalmente, giustizia. ma ne dubito, vivrà fino a 100 anni felice e spensierato e anche nel ricordo dei familiari di tutti quelli che ha ammazzato.
    Quindi per loro la colpa e degli Italiani!! (sono nauseato).
    Il mio desidero sarebbe quello di fare parte di un Italia più risoluta, che per questa gente macchiatesi di delitti cosi gravi, venga essa perseguita in ogni luogo dove trovano riparo, soprattutto in quelle nazioni dove sono coperti e nascosti, anche con azioni sotto copertura e prelevati con forza da questi faziosi paesi che giustificano le loro decisioni accusandoci di essere un paese dove i diritti non sono rispettati, ma calpestati. (da quali pulpiti arrivano le prediche). Un po' come ha fatto il mossad con alcuni criminali nazisti rifugiatisi in sud America nel dopoguerra.
    Questa però è un utopia, se avessimo governanti con i giusti attributi il popolo avrebbe più stima per le istituzioni.
    “Per fare i figli carrettieri ci voglio i cazzi veri”
    Ultima modifica di Venanzio; 05/08/2012 alle 13:30
    Quando l'acqua è poca la papera non galleggia!
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  6. #6
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    Citazione Originariamente Scritto da flag Visualizza Messaggio
    04 / 01 / 2011 * *
    “Caso” Battisti: ecco perché stiamo con Lula
    *
    Siamo un certo numero di italiani residenti all’estero, dove lavoriamo nell’insegnamento e nella ricerca, a stupirci dell’atteggiamento dei media e dell’“opinione pubblica” del nostro paese di fronte al “caso” Cesare Battisti. Anais Ginori su Repubblica del 2 gennaio sembra ad esempio stigmatizzare l’“esultanza degli intellettuali francesi” (arbitrariamente identificati con Bernard-Henri Lévy et Fred Vargas) di fronte al rifiuto di estradare Battisti, deciso dal presidente brasiliano Lula da Silva. Quanto alle forze d’opposizione all’attuale governo Berlusconi, siamo particolarmente sorpresi nell’apprendere di come alcuni parlamentari del PD si ricordino all’improvviso della loro matrice ideologica, appellandosi inopinatamente al presidente Lula*in quanto “uomo di sinistra”, beninteso al solo scopo di chiedergli ragione del suo gesto di cautela nei confronti dei diritti di un detenuto.
    Contrariamente a quanto scritto e detto, noi crediamo che la decisione del presidente brasiliano uscente non sia l’effetto d’un giudizio superficiale e frettoloso sul nostro paese, bensì il risultato d’una valutazione approfondita e pertinente della situazione politica e giudiziaria italiana. Il Brasile è l’ultimo di una lunga lista di Paesi, dopo Grecia, Svizzera, Francia, Gran Bretagna, Canada, Argentina, Nicaragua, che rifiutano di collaborare con la giustizia italiana. Sarà un caso? In effetti, l’accanimento del governo italiano nel chiedere l’estradizione di Cesare Battisti si configura oggi più come la volontà d’esorcizzare un nemico vinto (quasi si trattasse di un’ossessione da rimuovere), che come una sobria, autentica esigenza di giustizia. Stupisce, in particolare, una tale perseveranza “giustizialista” da parte di un esecutivo tragicamente incapace di far luce sulle stragi degli anni sessanta e settanta, unanimemente considerate dagli storici come le «*madri*» di tutti i terrorismi. Ricordiamo come le sentenze assolutorie “zero responsabili” sulle stragi di piazza Fontana a Milano e Piazza della Loggia a Brescia siano state definitivamente sancite, rispettivamente dalla Suprema Corte di Cassazione il 3 maggio 2005 e, più recentemente, dalla Corte d’Assise il 16 novembre 2010. Altro che magistratura arcigna garante dell’imparzialità dello stato, come suggerito recentemente da Alberto Asor Rosa in uno dei suoi frequenti interventi sulle colonne del Manifesto! Una tale differenza di trattamento nell’accertamento delle responsabilità, che non può non saltare agli occhi dell’opinione internazionale,*non è solo l’effetto della permanenza endemica, in Italia, di una classe di governo corrotta o addirittura parafascista (dall’ex squadrista Alemanno, sindaco di Roma, al tracotante ex missino La Russa, ministro della Difesa). No, questa tara originaria è innanzi tutto il frutto della politica d’emergenza che ha rappresentato il leitmotiv della politica italiana del dopoguerra e in cui la sinistra stessa si è lasciata irretire, fino a morirne per una consolidata incapacità di proporre un’alternativa globale ad un assetto tardo-capitalistico subito come una fatalità, quando non compiacentemente assecondato.
    Questa prolungata “emergenza” è all’origine del coinvolgimento di interi settori dello stato negli atroci nodi criminali che hanno insanguinato il passato recente della storia nazionale, frenandone l’emancipazione sociale e inficiandone antropologicamente, molecolarmente la quotidianità. Fatto altamente significativo, la classe politica attualmente al comando in Italia è l’erede diretta di questi poteri un tempo occulti («*Piano solo*», «*Gladio*», «*P2*»), ma ormai definitivamente sdoganati e ben decisi a occupare il terreno politico e mediatico, per difendere i propri interessi vitali minacciati*: quelli di una vita ridotta ad una pura, assurda assiomatica imprenditoriale. L’ «*anomalia italiana*» non è altro che il risultato di questa sistematica subordinazione degli organi garanti del diritto all’«*eccezione*» del comando politico e al suo diktat selvaggio sulle coscienze. Basti pensare che una delle più alte magistrature della repubblica, seconda solo a quella del Presidente Giorgio Napolitano, è oggi affidata ad un «*tycoon*» mediatico la cui «*accumulazione primitiva », nel corso degli anni sessanta e settanta, è stata caratterizzata da quelli che definiremo eufemisticamente «*illeciti comprovati*».
    Pensiamo quindi che il pesante coinvolgimento dello stato italiano nella guerra civile «*guerreggiata*» che ha avuto luogo in Italia negli anni settanta, parallelamente al conflitto (non solo, non sempre «*freddo*») inscenato da due blocchi internazionali opposti quanto parzialmente speculari, renda impossibile lo scioglimento del nodo storico
    emerso col «*caso*» Battisti nel quadro delle istituzioni e delle leggi attualmente vigenti in Italia. Solo un provvedimento che riconosca le enormi responsabilità dello stato nella degenerazione dello scontro politico fra gli anni sessanta e ottanta, e non la grottesca esibizione dell’orgoglio nazionale a cui stiamo assistendo in questi giorni, può permettere all’Italia di uscire dal «*deficit*» di credibilità internazionale che ne intacca fatalmente l’immagine. Fintantoché tale provvedimento non avrà avuto luogo, giustizia non potrà esser fatta e le domande d’estradizione per gli ex terroristi appariranno fatalmente come scorciatoie vessatorie, quando non come tentativi menzogneri di riscrivere la storia.
    Saverio ANSALDI – Università di Montpellier III
    Carlo ARCURI – Università di Amiens
    Giorgio PASSERONE – Università di Lille III
    Luca SALZA – Università di

    Eccoti qui un po' di ragioni "secondo loro"
    Condivido quello che ho evidenziato in grassetto, voi no?
    Il manifesto della P2, la lista dei suoi appartenti, gladio, il piano Solo etc. etc. , tutto vero.
    Battisti un terrorista?
    Per me uno dei tanti paraculi, a sx come a dx, che in quell'epoca abbracciarono la matrice politica come alibi ai loro intenti di comuni delinquenti.
    A me, oltre Roy Batty.., viene in mente anche un certo Roy Hagen, a voi?
    Ultima modifica di kitesvara74; 05/08/2012 alle 23:51
    Cit:Fermissimo "aggiungo (e sia da lezione per tutti noi) che Falcone e Borsellino avevano simpatie politiche diverse/opposte fra loro ma erano ottimi colleghi ed ottimi amici...a dimostrazione che viene prima la statura morale di una persona e poi tutto il resto...Cit:Obsolete:un'idea talmente scema che sicuramente la faremo nostra nel giro di un anno.

  7. #7
    TCP Rider Senior L'avatar di ABCDEF
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    Citazione Originariamente Scritto da kitesvara74 Visualizza Messaggio
    Condivido quello che ho evidenziato in grassetto, voi no?
    Il manifesto della P2, la lista dei suoi appartenti, gladio, il piano Solo etc. etc. , tutto vero.
    Battisti un terrorista?
    Per me uno dei tanti paraculi, a sx come a dx, che in quell'epoca abbracciarono la matrice politica come alibi ai loro intenti di comuni delinquenti.
    A me, oltre Roy Batty.., viene in mente anche un certo Roy Hagen, a voi?
    Decisamente, fermamente e assolutamente non condivido le conclusioni.
    Hanno scordato di evidenziare l'endemico e mai risolto fenomeno del randagi suo in alcune aree del paese...........che restino a fare i professori , grazie a qualche benevolo uomo politico del passato, ai francesi, ma che non pretendano di insegnare qualcosa a noi, che anime belle come quelle le conosciamo bene.

  8. #8
    TCP Rider Senior L'avatar di Medoro
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  9. #9
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  10. #10
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    Secondo me da buon latitante si è dato alla macchia, prima o poi alla fine verrà preso in qualche paese dove non si fanno favori ai ricercati e lo consegneranno all'Italia e cosi pagherà il conto.
    Quando l'acqua è poca la papera non galleggia!
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