Oggi è sabato e parto per andare davvero a nord del Vietnam del Nord: come tappa ho in mente Meo Vac
io non me ne sono reso conto subito, ma a poco a poco capisco che sono in montagna ma invece di pini e abeti ho la foresta di tipo tropicale ai lati della strada, strade che poi possono ricordare le nostre di Alpi e Appenini. Davvero particolare, infatti mi fermo spesso a guardare questi panorami, così nuovi e insoliti per me.
Vietnam-China border
verso l’una sono in un paesino piccolo piccolo ma dato che è ora di pranzo mi ricordo di avere due scatolette di tonno ( o altro pesce). Se trovo del pane è fatta. Le baguette non mancano mai
il paese è piccolo piccolo, ma la foto di zio Ho è grande grande
salendo per una strada vedo una serie di complessi di edifici chiaramente del partito, oppure scuole. Mi infilo in uno di questi: non c’è anima viva. Sto anche iniziando a pensare che non ho ancora visto un solo posto di controllo e inizio a pentirmi di avere speso 25 $ per un permesso che al massimo diventerà un souvenir.
voilà baguette avec poisson
sto per andarmene, quando arriva quello che mi sembra un custode, mi saluta e poi inizia a guardare la moto e tira fuori il telefonino. Non capisco perché faccia la foto da dietro, ma se gli piace così. Mi chiama e mi indica lo schermo del cellulare: vorrà farmi vedere la fot dietro. Devo dire che improvvisamente capisco quanto indietro sia il concetto di democrazia in questo paese. Sullo schermo c’è un elenco di targhe (anche la mia) con una data per ciascuna. Evidentemente viene creata questa lista, continuamente aggiornata e poi inviata via sms a chi deve sorvegliare dove vadano i mezzi che hanno richiesto il permesso. Forse è meglio averlo fatto questo benedetto permesso.
mi sono fermato per una foto e vedo avanzare accompagnando del bestiame due Hmong neri, una delle tante etnie del Vietnam del Nord, spero non ci siano problemi con queste tribù: la difficoltà nel comunicare potrebbe far nascere pericolosi fraintendimenti. Trovo il coraggio per fotografarli , ma mi vedono: mi si gela il sangue nelle vene. Sono però preoccupati dei loro animali, passano e mi ignorano: salvo.
stavolta non voglio correre rischi e decido di usare lo zoom, non si sa mai
arrivo a Meo Vac e immediatamente vedo addirittura un concessionario Yamaha e anche se non hanno mai visto il mio modello mi sembra giusto fare il cambio d’olio.
per dormire inizio a gironzolare per il paese e incontro i 4 motociclisti inglesi di Ha Giang. Sono nell’unico albergo di Meo Vac , tutte le altre sono Guest House. Reception con doppio bancone in legno e scalinata che porta alle camere. Parlano inglese. Aiuto, 12 $ la camera. Ma non scherziamo. Torno dal meccanico e vedo se la Nha Nghi (Guest House9 di fronte ha posto. La receptino ha solo un bancone e un divano e un corridoio porta in un cortile dove c’è l’edificio con le camere: 4 $ a notte, la prendo.
il posto è gestito ovviamente da una famiglia: moglie, marito e 4 figlie. La più grande ha 14 anni e la mamma 34: perfetto a 40 si può essere tranquillamente nonni in Vietnam.
La figlia più grande conosce una decina di parole di inglese, ma frasario e gesti mi aiutano.
Dopo aver sistemato i bagagli, incrocio una delle figlie che sta portando fuori dalla cucina un bellissimo pesce. Glielo indico e segno 1 per me. Invece che prepararmelo, mi fanno cenare con loro
Come al solito i miei tentativi lenti con le bacchette animano la serata. Il bello è che talvolta si ferma qualcuno all’esterno della vetrata a guardarmi. Capisco che normalmente i turisti vanno nell’altro albergo. Quasi quasi faccio pagare il biglietto.
questa invece (ma lo avrei capito solo il giorno dopo) non è una sorella o cugina, ma un’amica di Ha Giang della figlia più grande che è venuta a trovarla per il week end
ho inutilmente tentato di pagare la cena, ma non c’è stato verso e sono quindi andato a dormire.

















































Rispondi Citando











































