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Risultati da 1 a 8 di 8

Discussione: Venti anni fa moriva Gianni Brera, il più grande giornalista sportivo italiano di sempre.

  1. #1
    TCP Rider Senior L'avatar di oldbonnie
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    Venti anni fa moriva Gianni Brera, il più grande giornalista sportivo italiano di sempre.

    Il 19 dicembre 1992 moriva in un incidente automobilistico a Codogno, nel lodigiano, il più grande giornalista sportivo italiano: Gianni Brera.

    Passato alla storia per l'uso innovativo e fantasioso del linguaggio, Brera fu inventore di termini e ruoli calcistici entrati nel lessico comune.

    Di se stesso ha scritto: « Il mio vero nome è Giovanni Luigi Brera. Sono nato l'8 settembre 1919 a San Zenone Po, in provincia di Pavia, e cresciuto brado o quasi fra boschi, rive e mollenti (…) Io sono padano di riva e di golena, di boschi e di sabbioni. E mi sono scoperto figlio legittimo del Po. »

    Brera diede vita a uno stile giornalistico innovativo e moderno, basato su una feconda vena letteraria e narrativa e su una cultura classica assai profonda. Introdusse numerosi neologismi (ma anche riadattamenti in ambito sportivo di stilemi della tradizione linguistica italiana, nazionale e dialettale), tuttora utilizzati in ambito sportivo e non, come:

    contropiede: descrive l'attacco di coloro che riportano il gioco in direzione inversa dopo aver sottratto palla all'avversario ancora tutto sbilanciato in avanti;

    intramontabile: giocatore che, nonostante il trascorrere del tempo, conserva intatta la propria valentìa (sullo stile del greco "athanasios", "immortale", attributo dei semidei, ma applicato alla meno duratura materia della vitalità calcistica di grandi campioni ancora attivi dopo l'età canonica);

    uccellare: effettuare con successo una giocata ingannevole ai danni di un giocatore, di un portiere o dell'intera difesa avversaria;

    centrocampista;

    incornare: realizzare un goal di testa (applica al calciatore l'immagine del toro che si avventa a corna spianate contro la muleta, nella corrida);

    pretattica: l'inizio di una manovra, prima che sia visibile la strategia prescelta;

    melina: dal bolognese gioco della melina (in dialetto al zug da mléina) che sta per “indugiare, cincischiare”, e cioè trattenere il più a lungo possibile la palla;

    goleador: ispanismo che richiama il "toreador" della corrida;

    disimpegnare: allontanare la palla dall'area di gioco in cui c'è la calca dei giocatori;

    rifinitura: tratto dal gergo sartoriale, dove designa il tocco conclusivo di confezione di un abito, è applicato all'intervento finale che corona l'azione calcistica;

    cursore: ala tornante molto veloce;

    libero (difensore senza compiti prestabiliti di marcatura): quest'ultima parola è stata accolta anche nelle lingue francese, inglese, spagnola e tedesca;

    Eupalla: dea, anch'essa di sua invenzione, protettrice del calcio e del bel gioco; tratta dal greco (eu: bene) e dall'italiano (palla in greco è la sfaira), la sua invocazione doveva rafforzare il tono epico dei suoi testi.

    Gianni Brera seppe amalgamare in modo sapiente gli elementi della lingua italiana con quelli stranieri e con quelli tipici degli idiomi regionali, adottando giri di frase tipici della lingua lombarda; coniò il toponimo Padania (a indicare la val Padana o il Nord Italia in generale). Si guadagnò a buon diritto il nomignolo di Gran Lombardo, originariamente coniato per Carlo Alberto Pisani Dossi e passato per le mani, e la penna, di Gadda.

    I detrattori lo classificarono come un grande "paroliere" assai poco sportivo.

    Tifoso genoano, coniò per la squadra amata il termine "Vecchio Balordo" che è ancora oggi annoverato fra gli appellativi con i quali i tifosi del Genoa chiamano affettuosamente la propria squadra.

    Ha legato indissolubilmente il proprio nome alla filosofia calcistica del "catenaccio" all'italiana.

    Ma le polemiche che resero Brera celebre nel corso degli anni sessanta furono rivolte principalmente al "Golden Boy" rossonero Gianni Rivera e, più in generale, a quei giocatori tecnici, ma non combattivi che poco aderivano alla sua filosofia calcistica, ma che ricevevano invece un rilevante supporto dalla cosiddetta "scuola napoletana" e dal suo capostipite, Gino Palumbo.

    Brera soprannominò Rivera "abatino" e osteggiò apertamente in molte occasioni l'impiego del giocatore nella nazionale italiana, pur riconoscendone la grande intelligenza calcistica e personale.

    Nonostante i successi nazionali e, ancor di più, internazionali del Milan di quel periodo, la polemica col fuoriclasse rossonero non si sopì mai, entrando nell'immaginario collettivo italiano.

    Brera e Rivera comunque si rispettavano molto a vicenda e dopo la morte di Brera, Rivera fu tra i fondatori dell'Associazione Amici di Gianni Brera, oggi Simposio Gianni Brera.

    Nel periodo anni settanta/ottanta Brera scaricò la propria insofferenza per i giocatori tecnici, ma non gladiatori, sul regista della Fiorentina e della nazionale Giancarlo Antognoni e sul fantasista nerazzurro Evaristo Beccalossi.

    Gianni Brera ha coniato indimenticabili soprannomi che sono rimasti scolpiti nella memoria degli sportivi italiani:

    Accaccone per Helenio Herrera,
    Accacchino per Heriberto Herrera,
    il Cavaliere per Silvio Berlusconi,
    Penna Bianca per Armando Picchi,
    il Rosso Volante per Eugenio Monti,
    Baron Tricchettracche per Franco Causio,
    Abatino per Gianni Rivera (in origine fu coniato per Livio Berruti),
    Rombo di Tuono per Gigi Riva,
    Schopenhauer per Osvaldo Bagnoli,
    Pulicione o Puliciclone per Paolo Pulici,
    Bonimba per Roberto Boninsegna,
    Piper per Gabriele Oriali,
    Piscinin per Franco Baresi,
    Simba per Ruud Gullit,
    Re Puma e Prestipedatore per Maradona,
    Massinissa per Pietro Paolo Virdis,
    Deltaplano per Walter Zenga,
    Stradivialli per Gianluca Vialli,
    Mazzandro per Sandro Mazzola,
    Felix-de-Mondi o Nuvola Rossa per Felice Gimondi,
    Peppinoeu per il collega Beppe Viola,
    la Genzianella napoletana per il collega Antonio Ghirelli.
    Vecchio Balordo per il Genoa.


    Ciao Gianni.




    http://sport.sky.it/sport/calcio_ita...ale_morte.html


    http://www.ilsole24ore.com/art/notiz...?uuid=AbjWu5CH

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  3. #2
    TCP Rider Senior L'avatar di jamex
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    un grandissimo

    RIP

  4. #3
    TCP Rider L'avatar di neno
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    Grandissimo davvero.
    Mi mancano i suoi articoli.
    RIP
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  5. #4
    TCP Rider Senior L'avatar di macheamico6
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    Memorabili le discussioni sul calcio davanti a una bottiglia di vino (una???), con Nereo Rocco e Gipo Viani.
    In proposito una volta vidi un servizio in tv in b/n: spettacolo.....
    "Per quanto buia sia la notte, le stelle non si spengono.
    Per quanto dura sia la vita, i sogni non si abbandonano."


  6. #5
    TCP Rider Senior L'avatar di gc57
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    .
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  7. #6
    TCP Rider Senior L'avatar di mister51
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    bonneville non ce l'ho più
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    Citazione Originariamente Scritto da oldbonnie Visualizza Messaggio
    Il 19 dicembre 1992 moriva in un incidente automobilistico a Codogno, nel lodigiano, il più grande giornalista sportivo italiano: Gianni Brera.

    Passato alla storia per l'uso innovativo e fantasioso del linguaggio, Brera fu inventore di termini e ruoli calcistici entrati nel lessico comune.

    Di se stesso ha scritto: « Il mio vero nome è Giovanni Luigi Brera. Sono nato l'8 settembre 1919 a San Zenone Po, in provincia di Pavia, e cresciuto brado o quasi fra boschi, rive e mollenti (…) Io sono padano di riva e di golena, di boschi e di sabbioni. E mi sono scoperto figlio legittimo del Po. »

    Brera diede vita a uno stile giornalistico innovativo e moderno, basato su una feconda vena letteraria e narrativa e su una cultura classica assai profonda. Introdusse numerosi neologismi (ma anche riadattamenti in ambito sportivo di stilemi della tradizione linguistica italiana, nazionale e dialettale), tuttora utilizzati in ambito sportivo e non, come:

    contropiede: descrive l'attacco di coloro che riportano il gioco in direzione inversa dopo aver sottratto palla all'avversario ancora tutto sbilanciato in avanti;

    intramontabile: giocatore che, nonostante il trascorrere del tempo, conserva intatta la propria valentìa (sullo stile del greco "athanasios", "immortale", attributo dei semidei, ma applicato alla meno duratura materia della vitalità calcistica di grandi campioni ancora attivi dopo l'età canonica);

    uccellare: effettuare con successo una giocata ingannevole ai danni di un giocatore, di un portiere o dell'intera difesa avversaria;

    centrocampista;

    incornare: realizzare un goal di testa (applica al calciatore l'immagine del toro che si avventa a corna spianate contro la muleta, nella corrida);

    pretattica: l'inizio di una manovra, prima che sia visibile la strategia prescelta;

    melina: dal bolognese gioco della melina (in dialetto al zug da mléina) che sta per “indugiare, cincischiare”, e cioè trattenere il più a lungo possibile la palla;

    goleador: ispanismo che richiama il "toreador" della corrida;

    disimpegnare: allontanare la palla dall'area di gioco in cui c'è la calca dei giocatori;

    rifinitura: tratto dal gergo sartoriale, dove designa il tocco conclusivo di confezione di un abito, è applicato all'intervento finale che corona l'azione calcistica;

    cursore: ala tornante molto veloce;

    libero (difensore senza compiti prestabiliti di marcatura): quest'ultima parola è stata accolta anche nelle lingue francese, inglese, spagnola e tedesca;

    Eupalla: dea, anch'essa di sua invenzione, protettrice del calcio e del bel gioco; tratta dal greco (eu: bene) e dall'italiano (palla in greco è la sfaira), la sua invocazione doveva rafforzare il tono epico dei suoi testi.

    Gianni Brera seppe amalgamare in modo sapiente gli elementi della lingua italiana con quelli stranieri e con quelli tipici degli idiomi regionali, adottando giri di frase tipici della lingua lombarda; coniò il toponimo Padania (a indicare la val Padana o il Nord Italia in generale). Si guadagnò a buon diritto il nomignolo di Gran Lombardo, originariamente coniato per Carlo Alberto Pisani Dossi e passato per le mani, e la penna, di Gadda.

    I detrattori lo classificarono come un grande "paroliere" assai poco sportivo.

    Tifoso genoano, coniò per la squadra amata il termine "Vecchio Balordo" che è ancora oggi annoverato fra gli appellativi con i quali i tifosi del Genoa chiamano affettuosamente la propria squadra.

    Ha legato indissolubilmente il proprio nome alla filosofia calcistica del "catenaccio" all'italiana.

    Ma le polemiche che resero Brera celebre nel corso degli anni sessanta furono rivolte principalmente al "Golden Boy" rossonero Gianni Rivera e, più in generale, a quei giocatori tecnici, ma non combattivi che poco aderivano alla sua filosofia calcistica, ma che ricevevano invece un rilevante supporto dalla cosiddetta "scuola napoletana" e dal suo capostipite, Gino Palumbo.

    Brera soprannominò Rivera "abatino" e osteggiò apertamente in molte occasioni l'impiego del giocatore nella nazionale italiana, pur riconoscendone la grande intelligenza calcistica e personale.

    Nonostante i successi nazionali e, ancor di più, internazionali del Milan di quel periodo, la polemica col fuoriclasse rossonero non si sopì mai, entrando nell'immaginario collettivo italiano.

    Brera e Rivera comunque si rispettavano molto a vicenda e dopo la morte di Brera, Rivera fu tra i fondatori dell'Associazione Amici di Gianni Brera, oggi Simposio Gianni Brera.

    Nel periodo anni settanta/ottanta Brera scaricò la propria insofferenza per i giocatori tecnici, ma non gladiatori, sul regista della Fiorentina e della nazionale Giancarlo Antognoni e sul fantasista nerazzurro Evaristo Beccalossi.

    Gianni Brera ha coniato indimenticabili soprannomi che sono rimasti scolpiti nella memoria degli sportivi italiani:

    Accaccone per Helenio Herrera,
    Accacchino per Heriberto Herrera,
    il Cavaliere per Silvio Berlusconi,
    Penna Bianca per Armando Picchi,
    il Rosso Volante per Eugenio Monti,
    Baron Tricchettracche per Franco Causio,
    Abatino per Gianni Rivera (in origine fu coniato per Livio Berruti),
    Rombo di Tuono per Gigi Riva,
    Schopenhauer per Osvaldo Bagnoli,
    Pulicione o Puliciclone per Paolo Pulici,
    Bonimba per Roberto Boninsegna,
    Piper per Gabriele Oriali,
    Piscinin per Franco Baresi,
    Simba per Ruud Gullit,
    Re Puma e Prestipedatore per Maradona,
    Massinissa per Pietro Paolo Virdis,
    Deltaplano per Walter Zenga,
    Stradivialli per Gianluca Vialli,
    Mazzandro per Sandro Mazzola,
    Felix-de-Mondi o Nuvola Rossa per Felice Gimondi,
    Peppinoeu per il collega Beppe Viola,
    la Genzianella napoletana per il collega Antonio Ghirelli.
    Vecchio Balordo per il Genoa.


    Ciao Gianni.




    http://sport.sky.it/sport/calcio_ita...ale_morte.html


    Vent'anni fa moriva Gianni Brera: grande polemista, reinventò il gergo calcistico (ma non capì il Milan di Sacchi) - Il Sole 24 ORE
    lo seguivo molto...............anche se qualche volta dissentivo fortemente da alcuni suoi "punti di vista"...................certo che amaramente constatiamo che quel "giornalismo" ha ormai seguaci in via di estinzione. In questo momento quello che, per me, gli somoglia molto è Gianni Mura.


    p.s. Old ma ti è scappato l'addio di Febo Conti??????????
    chissà chi lo sa??
    Alcune cose ci sfuggono perché sono impercettibili. Così le trascuriamo. Ma altre non le vediamo, proprio perché sono enormi. (Lo zen e l'arte della manutenzione della motocicletta)

  8. #7
    TCP Rider L'avatar di niconino
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    gia' passati 20 anni?porca vacca se passa il tempo
    mai stati in B per illeciti voglio bene a tuuti se mi state a distannza

  9. #8
    TCP Rider L'avatar di freerider3957
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