I "puliti" del gruppo erano pochissimi ed additati come "lebbrosi".........
questo è un pezzo di un'intervista rilasciata da Filippo Simeoni,si capisce bene che clima c'era nel gruppo.
Era la 18esima tappa, l’avevo preparata bene. Avevo studiato il percorso. Pronti, via e sei corridori vanno in fuga. Il gruppo era a circa un minuto. Dopo il trentesimo kilometro mi alzo per raggiungere i fuggitivi. Quando mi sono mosso ho sentito da dietro Armstrong gridare ai compagni di squadra di chiudere su di me. Loro, però, non ce la facevano perché erano stanchi dalla tappa del giorno prima e si mosse lui in prima persona. Quando l’ho visto arrivare ho continuato nella mia azione e in tre kilometri siamo ritornati sui primi. Una volta raggiunti i sei davanti, lui ha affiancato uno ad uno i corridori e ha cominciato a parlargli. Dopo 500 metri viene da me lo spagnolo Garcia Costa (uno dei fuggitivi, ndr) e mi dice: “Armstrong non vuole la tua presenza. Rialzati perché altrimenti lui rimane qui e da dietro ci vengono a prendere facendo finire la nostra fuga”. Io ho capito la situazione e ho rallentato, facendomi raggiungere dal gruppo. Quando siamo rimasti soli io e Armstrong, lui, con quella sua aria arrogante e presuntuosa, mi disse, in italiano, che avevo sbagliato a denunciare Ferrari e a querelare lui quando mi disse che ero un bugiardo. E aggiunse:”Io ho tempo e soldi e ti distruggo quando voglio”. Questo è stato un gesto bruttissimo, da punire. Chi governava il ciclismo doveva intervenire. Nessuno l’ha fatto e questo ha fatto capire che il fenomeno Armstrong stava bene a tutti".