ma va benissimo, ma finchè non c'è una norma che obbliga i partiti a farlo non puoi pretenderlo, così come non può pretenderlo l'M5S. Rendiamolo obbligatorio, insieme ad una modifica delle voci di bilancio per renderle più trasparenti e comprensibili, no?
nessuno glielo darà mai perchè non hanno i numeri sufficienti per farlo. E' qui che si fa ancora fatica a capire la cosa: il 25% da solo non è sufficiente! Il PD lo sa ed è per questo che sta cercando una collaborazione con l'M5S, ma se si continua col no intransigente si rischia veramente la supercoalizione odiata da tutti, col risultato che mangeremo merda ancora per un bel po.Il M5S dovrebbe capire che ora si governa? veramente vorrebbero l'incarico di governare, peccato che nessuno glielo darà mai.
Se vi volete costruire la vostra casetta di letame fate vobis, io mi sono rotto le palle di ingoiare merda e farmi dissanguare.
Forse a voi farà piacere che l'M5S dimostri di avercelo semrpe duro come dichiarava la Lega ai tempi, io preferisco di gran lunga un governo PD-M5S piuttosto che PD-PDL.
Vedremo comunque oggi cosa succederà
Ultima modifica di maurino; 21/03/2013 alle 07:15
ora, a parte il materiale refrattario che ognuno vuol utilizzare per la costruzione della casa (non e' che il vetro , da solo, come materiale edile mi dia poi cosi' tante garanzie), ma davvero pensi che se il m5s prendesse in mano le redini (e resta da stabilire perche' e come), la situazione migliorerebbe?
a quanto pensi che dovremmo pagare il nostro debito pubblico?
e pensi che di quella situazione soffrirebbero di piu' le classi piu' abbienti o quelle meno abbienti?
poi si puo' ululare al complotto plutogiudaicomassonico, ma se il capo diventa uno che dichiara di non voler pagare tutti i debiti, quanti pensi che gli faranno credito?
ah, dimenticavo, checcenefrega, tanto usciamo dall'euro e ci stampiamo le lire, i talleri, i baiocchi , i fiorini, i casaleggi d'argento...........coi quali ci compreremo il petrolio e il gas...........che si comprano in dollari, e che ci costeranno immediatamente il 30% di piu'......a esser buoni
ah, no, scusa, dimenticavo che avremo le rinnovabili, a impatto zero e a costi risibili.........gia', pero', con che le finanziamo?
ah dimenticavo i cacciabombardieri............che peraltro vengono costruiti anche da noi
ma checcenefrega.........avremo le giornate piene e ci beeremo di controllare valanghe di scontrini fiscali pubblicati sul sito del governo..........e avremo finalmente una classe politica onesta e trasparente..................
avremo..................avrete, per quanto mi riguarda
fortuna che ho imparato abbastanza bene l'inglese
......................aggiungo
Elogio del compromesso
Dai Cinque Stelle a Bersani, passando per Dario Fo, la mediazione viene demolita come un valore negativo. Ma senza non si governa. E l’intransigenza porta alla vera paralisi
«L’arte del compromesso, che è stata un’arte della politica, non è più valida». Beppe Grillo, nell’intervista a «Time», è stato chiaro. Dario Fo: «Se andiamo col compromesso, andiamo a rifare tutto daccapo. Troppa intransigenza? Ma è per mancanza di intransigenza che siamo arrivati a questo punto». Pierluigi Bersani ha poi detto senza metafore: «Non riteniamo né praticabili né credibili accordi di governo tra noi e la destra». La portavoce Alessandra Moretti ha aggiunto: «Non possiamo scendere a compromessi con Berlusconi». Per il Pdl ha chiuso il cerchio Cicchitto: «Il nodo politico resta uguale, non ci si può chiedere di fare un accordo».
Sembra ci sia un solo punto su cui i tre partiti protagonisti della politica italiana possono essere d’accordo: non si metteranno mai d’accordo. Risultato? Lo stallo. Non si tratta certo di un’eccezionalità italiana. «Il rifiuto sistematico del compromesso è un problema per ogni democrazia. Pregiudica il progresso politico e favorisce lo status quo», scrivono in The Spirit of Compromise. Why Governing Demands it and Campaigning Undermines it (Princeton University Press, 2012) Amy Gutmann e Dennis Thompson, rispettivamente presidente dell’Università della Pennsylvania e professore di filosofia politica a Harvard. I due politologi prendono in esame casi esemplari dalla politica Usa. Tra i quali il dibattito del 2011 sul tetto del debito sovrano: «Un Congresso diviso. Un accordo tra i due partiti appariva l’unica via per evitare il rischio default. Obama riuscì ad annunciare che i leader di democratici e repubblicani avevano raggiunto un accordo solo all’ultimomomento, la notte del 31 luglio». Preferire lo status quo non vuol dire lasciare le cose immutate. «Significa solo che i politici lasciano che siano altre forze a controllare il cambiamento», spiegano Gutmann e Thompson.
Ma l’ostilità al compromesso continua a crescere. Come mai? Secondo i due autori i fattori determinanti sono tre. Primo: la campagna elettorale permanente. «Prima del voto è un processo democratico indispensabile», scrivono. Il problema nasce quando diventa «intrusiva nell’attività di governo». Secondo: «La tendenza dei media a seguire la politica come le corse dei cavalli». Chi ha vinto? Chi ha perso? Con quale distacco? Sia che si tratti della competizione elettorale, sia dell’attività di governo. Terzo: la caccia ai soldi. «Dal primo giorno dopo le elezione, i deputati iniziano il fundraising per essere rieletti. Una raccolta fondi no stop che li tiene impegnati costantemente a scapito della loro attività». Dei tre il più pesante è il primo, influenza anche gli altri due. «Una campagna appassionata gioca un ruolo morale e pratico in democrazia. Fa sì che i candidati possano comunicare quali sono i loro principi guida e il modo in cui si differenziano dagli avversari. Ma quell’atteggiamento chiuso al compromesso non è utile quando è il momento di governare: un leader eletto a quel punto non deve solo tenere fede ai suoi principi, deve anche fare concessioni. Deve rispettare i suoi oppositori e collaborare per legiferare». Il rifiuto del compromesso quando è tempo di governare è «una specie invasiva proliferata fuori dal suo habitat naturale».
Rimedi? «Più educazione civica e una riforma della campagna elettorale. E far vivere insieme i politici a Washington per più tempo» è la ricetta di The Spirit of Compromise. Spesso infatti i deputati tornano a casa, da chi la pensa come loro. «Così non si contaminano con chi ha idee diverse». Il resto dovrebbero farlo gli elettori: «Dovremmo iniziare a premiare i politici che scendono a compromessi, anziché punirli», è l’auspicio dei due professori. C’è chi invece continua a sperare: «Il mio partito avrà la maggioranza assoluta e potrà realizzare il suo programma, senza cedimenti». Una prospettiva allettante? «Un sogno», per Gutmann e Thompson. «È altamente improbabile che un partito solo ottenga il controllo di tutto. E anche se andasse così, avrebbe comunque divisioni al suo interno. Neanche una leadership forte sarebbe sufficiente. Non si scappa dal compromesso».
Ultima modifica di ABCDEF; 21/03/2013 alle 10:11 Motivo: Unione Post Automatica
Sante parole, peccato che siano adatte agli USA e molto meno alle nostre particolarità.
Sinceramente ritengo anch'io che il compromesso con il PDL visti i precedenti non sia auspicabile, anche se potrebbe rivelarsi la sola opzione per continuare a governare. Poteva essere il trionfo delle forze del rinnovamento, in cui ci metto anche il PD di Bersani e Renzi, ma Grillo vuole troppo e mi sa che otterrà poco.
Penso che prima o poi si tornerà alle elezioni e vincerà il Nano. Ha un disperato bisogno di immunità parlamentare e sa come convincere il volgo a suon di mance e promesse.
il baco del discorso del pd e' che se la responsabilita' vale per grillo, scontate le preferenze per alcune alleanze sulle altre, vale anche per il pd
il popolo italiano e' lo stesso.........ed e' quello che ha bisogno di soluzioni.
mettersi assieme al pdl costerebbe in termini elettorali?
ma la responsabilita' puo' lasciar posto al calcolo in un momento come questo? ancora una volta cio' che vien detto a grillo puo' esser detto al pd
e perche' il pd, che vuol mettere "con le spalle al muro " grillo, non fa lo stesso col pdl?
pochi punti su cui trovare un accordo in parlamento per andare avanti........?
in ogni caso una preclusionen cosi' netta e' , al netto(scusate la ridondanza) delle convenienze elettorali, difficilmente spiegabile.
p.s. perche' parole poco adatte a noi?
guarda anche l'esempio del fund rising, che ANCORA non ci tocca, ma che abolendo il finanziamento ai partiti.......
"I partiti devono farsi controllare da noi". cit.Paglia.
Intendevi i costi dello stato? Ok, basta capirsi sui significati delle parole.
Quindi come si controllano i conti dello stato? Ci vuole una legge chiara? Chi la propone? Chi la vota? Serve una maggioranza per tutto, anche per le eventuali proposte di M5S. Ti sembrerà bizzarro, ma è una pratica diffusa in democrazia.
Si stava meglio quando si stava meglio.
certo che anche tu....................................la democrazia e' un inganno..........la vera democrazia e' la rete
ma non ci arrivi proprio, azzzzz
p.s. avevo dimenticato la faccina................ma lascio la scelta alla fantasia e alle convinzioni del lettore
Ragazzi non vi preoccupate che la vostra voglia di essere sodomizzati verrà ampiamente ricambiata, ci penseranno pd e pdl con un pizzico di monti, abbiate un pò di pazienza con una maggioranza così vedrete che ventate di novità!
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