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Risultati da 1 a 10 di 31

Discussione: Domanda tecnica sulle sospensioni

  1. #1
    TCP Rider L'avatar di Le89le
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    Domanda tecnica sulle sospensioni

    Mi è sorta una domanda a cui mi sono saputo rispondere a metá...insomma mantenendo fisse tutte le regolazioni di compressione ed estensione variando il precarico della forcella o del mono come cambia il comportamento della stessa??

    Tecnicamente dovrebbe ammorbidirsi o indurirsi a seconda che il precarico imposto giusto?!
    Grazie

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  3. #2
    TCP Rider L'avatar di Diabolico_Vendicatore
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    come varia un sistema massa -molla-smorzatore al variare della costante elastic adella molla?
    IL DIABOLICO HA VENDICATO... E ANCORA VENDICHERA'

  4. #3
    TCP Rider L'avatar di Le89le
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    Citazione Originariamente Scritto da Diabolico_Vendicatore Visualizza Messaggio
    come varia un sistema massa -molla-smorzatore al variare della costante elastic adella molla?
    eeeeeeeeehhhhhhhh???????

  5. #4
    TCP Rider L'avatar di Diabolico_Vendicatore
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    è quello che chiedi (o quasi...), ma in meno parole...
    IL DIABOLICO HA VENDICATO... E ANCORA VENDICHERA'

  6. #5
    TCP Rider L'avatar di Le89le
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    Citazione Originariamente Scritto da Diabolico_Vendicatore Visualizza Messaggio
    è quello che chiedi (o quasi...), ma in meno parole...
    Saprai pure la risposta immagino allora

  7. #6
    TCP Rider L'avatar di Diabolico_Vendicatore
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    fondamentalmente il precarico agisce sulla durezza "statica" della sospensione, presentandosi più dura; anche se di poco ti cambia l'assetto della moto. staticamente, la molla si comprime sotto il peso della moto fino a equilibrarne il suo peso: questo implica un determinato scorrimento della sospensione e quindi un assetto della moto relativo alla superficie d'appoggio.

    Precaricando la molla, sarà necessaria una compressione minore per raggiungere tale risultato, con la conseguenza che tale scorrimento sia inferiore (NOTA: se hai sospensioni con molle progressive la cosa si nota di più, altrimenti è veramente piccola).

    Su sconnessioni, la sospensione attutisce meno, proprio perchè la molla è più dura, e perchè il contributo della parte viscosa (sensibile alla velocità di scorrimento della sospensione) è rimasta invariata.

    In piega (rispetto alla taratura normale), in fase di staccata affondi meno, con coneguente inserimento più veloce in curva, appoggio meglio distribuito in percorrenza e in uscita. (si parla sempre di idraulica invariata, ok?)

    Temo però che su strada difficilemte troverai grosse differenze operando solo sui settaggi...
    IL DIABOLICO HA VENDICATO... E ANCORA VENDICHERA'

  8. #7
    TCP Rider L'avatar di Le89le
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    Grazie!!! L'ho chiesto perchè settando come da libretto compressione ed estensione della forcella (streetR) a 4clik dal tutto chiuso (sarebbe la posizione standard) la forcella è per i miei gusti un filo troppo morbida, mentre a chiudere di un clik entrambi (sia compressione che estensione, cosí sarebbe una posizione intermedia tra standard e sport) risulta essere troppo rigida. Il mio intento era quindi di diminuire o caricare il precarico in modo da ottenere la giusta misura tra le due regolazioni!!

  9. #8
    TCP Rider Senior L'avatar di Dennis
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    Non proprio giusto. Cerco di spiegarti con semplicità.

    Precaricare o meno una molla non ne cambia la rigidezza, a meno che non abbia una certa caratteristica progressiva.
    Se ad una molla poggiata sul tavolo mettiamo sopra un 1kg e questa si abbassa di 1 mm, quella molla ora sarà precaricata di 1 mm.
    Se appoggiamo sopra un altro kg, quella molla si abbasserà nuovamente di un altro mm, e sarà ora come se fosse precaricata di un altro mm.
    Se appoggiamo sopra un altro kg, quella molla si abbasserà di un ulteriore mm ed arriverà a comprimersi di 3 mm.

    Il precarico quindi non ne cambia la rigidezza: quella molla, a prescindere dal precarico iniziale applicatovi, che sia di 1, 2 o 10 kg, ad ogni kg aggiunto si abbasserà sempre di un solo mm.
    Le molle di serie delle moto una certa rigidezza progressiva ce l'hanno, anche quelle definite "lineari" in quanto non sono perfette, ma di certo questa non linearità non è così importante da comportare un cambiamento di rigidezza al variare del precarico.

    Alcune considerazioni vanno fatte però quando si passa dalle molle appoggiate ad un tavolo a quelle montate su delle sospensioni.
    Te ne faccio due, di queste considerazioni, quelle che ritengo importanti quanto basta per capire di cosa si sta parlando.

    - La prima considerazione.

    E' vero che il precarico non cambia la rigidezza di una molla, ma in una molla applicata in un meccanismo e non appoggiata semplicemente al tavolo, occorre valutare in quale modo è precaricata la molla all'interno del meccanismo.
    Nell'esempio sopra, dove sono i pesi che noi applichiamo a precaricare la molla, come s'è visto da una qualsiasi situazione di partenza basta applicare un qualsiasi peso aggiuntivo per comprimere ulteriormente la molla.

    Prendiamo ora quella molla, ed invece di precaricarla con gli stessi pesi che noi aggiungiamo, precarichiamola con un bullone infilatovi al centro: infiliamo la vite dentro la molla, avvitiamo il dado e comprimiamo, avvitando, di 3 di mm, come se ci fossero 3 kg applicati sopra la molla, poi la appoggiamo nuovamente sul tavolo.
    A questo punto, se aggiungiamo sopra un peso da 1 kg, quella molla stavolta non si muoverà; non lo farà perché è compressa da una forza di 2 kg non dipendente da noi, ma dal bullone che la stringe.
    Per comprimere quella molla con i pesi, dovremo superare la forza di precarico non dipendente dai pesi ma dal bullone, quindi appoggiandovi sopra fino a 3 kg di pesi quella molla, dal nostro punto di vista, sarà come un cilindro di metallo rigido. Superata la forza di precarico di 3 kg, ad ogni peso aggiunto torneremo ad avere la deformazione che ci aspettavamo, 1 mm per 1 kg applicato.

    Nella moto questo è ben importante da considerare. I pesi dell'esempio, sono il peso della moto, mentre il bullone è la sospensione che precarica la molla.
    Con la moto appoggiata a terra, abbiamo un certo affondamento iniziale delle sospensioni, quindi il peso della moto "vince" il precarico iniziale della stessa e non c'è alcun limite minimo di forza da applicare per "muovere" le sospensioni (se non l'attrito, ma non è importante ora).
    Tuttavia occorre considerare che, se un asfalto liscio è il tavolo e la moto è il peso sopra la molla, un asfalto ondulato diventa il peso e la moto in tal caso diventa il tavolo: ovvero le sospensioni non sono solo compresse dalla moto che si "muove" durante la guida, ma anche dalle ondulazioni della strada che spostano la ruota.
    La cosa interessante da considerare sul precarico a questo punto viene dalle situazioni ove quell'affondamento iniziale si annulla.

    Immagina di fare una forte frenata, dove la parte posteriore della moto si solleva da terra e la ruota "pela" la strada.
    La sospensione posteriore è completamente estesa.
    In questa situazione, ogni sconnessione dell'asfalto che la ruota incontra, per spostare la ruota rispetto alla moto deve generare una forza superiore a quella data dal precarico; pensa all'esempio del bullone e dei pesi.
    Se il precarico è eccessivo, questa sconnessione non farà spostare solo la ruota, ma non riuscendo a comprimere la sospensione farà spostare tutta la moto, rendendola instabile.
    La stessa cosa accade sul davanti, quando la moto sta accelerando. Se la ruota anteriore "pela" la strada, un precarico eccessivo fa sì che le sconnessioni non riusciranno a comprimere la sospensione, quindi la non solo la ruota anteriore si muoverà, ma con essa anche la moto, ancora una volta rendendola instabile.

    Questo è un fatto basilare da considerare quando si regola il precarico, perché in una moto, in cui le sospensioni mediamente si comprimono di 20-30 mm in posizione "di riposo", mentre si guida è molto facile far sì che le stesse arrivino ad estendersi completamente, soprattutto nelle situazioni più concitate dove proprio dalle sospensioni stesse si richiede un buon funzionamento per mantenere la stabilità (vedi gli esempi appena fatti di frenata ed accelerazione).

    Su una moto quindi il precarico non va liberamente utilizzato per alzare o abbassare le sospensioni "facendo i sag" (sob, più che sag), occorre ragionare sul valore di tale precarico per non compromettere la stabilità del mezzo.

    - La seconda considerazione.

    Del precarico non se ne può far a meno:
    sia perché anche a sospensione completamente estesa la molla deve esser sempre in contatto con i piattelli, in modo che tale sospensione non sia libera di muoversi incontrollata quando si estende,
    sia perché per coniugare la giusta rigidezza della molla con il giusto affondamento a riposo delle sospensioni, è necessario precaricarla di un minimo.

    Per mettere una pezza più o meno significativa ed utile a quanto espresso nella prima considerazione, sono state introdotte le contromolle, che sono delle molle interne alla sospensione che funzionano in opposizione alle molle principali: si comprimono cioè estendo la sospensione.
    Le trovi su tutte le forcelle, mentre sugli ammortizzatori vengono montate in alcuni (non tutti) aftermarket.
    La funzione pratica di queste contromolle, per il modo in cui sono montate nella sospensione, è far sì che la loro rigidezza si sommi a quella delle molle principali, facendo sì che la sospensione abbia una rigidezza complessiva superiore.
    Le contromolle sono molto più corte delle molle principali, intervengono mediamente nei primi 20-30 mm di escursione della sospensione.
    Il risultato finale sarà quindi di avere inizialmente un piccolo tratto di escursione con rigidezza maggiore, per poi proseguire con la rigidezza "normale" scelta con le molle principali.
    Questa rigidezza iniziale maggiore serve a sostenere il peso statico della moto senza dover esagerare col precarico, mitigando in parte gli effetti negativi visti nella prima considerazione.

    Quel che diviene importante da sapere, è che nei dintorni della massima escursione si stanno barattando i vantaggi di un minor precarico, con gli svantaggi di una maggior rigidezza.
    Non ci sarà quindi quello "scalino" iniziale da superare per poter comprimere la sospensione senza "spostare" la moto, ma essendo maggior la rigidezza, anche se la sospensione non ha lo "scalino" iniziale comunque risulterà più rigida.

    Anche per tal motivo quindi, regolare il precarico non è un'operazione da fare esclusivamente "perché dicono di fare i sag" (sob), in quanto molte volte, per la presenza delle contromolle, correndo dietro al "giusto sag" (sob) ci si ritrova a dare una quantità eccessiva ed inutile di precarico, con tutti gli svantaggi del caso, senza capirne i motivi.



    Occhio quindi a giocare coi precarichi rincorrendo i "sag" (sob) che tanti predicano come la "base" di ogni taratura, con delle tabelline preconfezionate e procedure di misurazione incredibilmente ridicole.
    Le "basi" di una messa a punto sono altre e sono ben più ampie, quando si arriva a settare precarichi ed affondamenti si sta già mettendo mano a parametri molto influenti.

    Spero sia stato utile.

  10. #9
    TCP Rider L'avatar di Le89le
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    Uhm... E allora nel mio caso cosa consiglieresti di fare per trovare il giusto compromesso che cerco tra le due regolazioni che spiego sopra?!
    Io adesso ho allentato il precarico della forcella di un giro e mezzo rispetto al libretto. Purtroppo non sono ancora riuscito a provarla dato che si è messo a piovere....peró cosí a tatto la forcella risulta meno rigida di prima. Bisogna vedere peró una volta in stada come risponde...

  11. #10
    TCP Rider Senior L'avatar di Dennis
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    la street r, per i miei gusti, è un po' leggerina davanti e troppo precaricata;
    quelle che provo con la forcella di serie le metto sempre col precarico al minimo e la moto si comporta molto meglio

    alzandola un pelo dietro con uno spessore migliora ancor di più

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