La riflessione di Volo è una celata protesta contro la civiltà moderna, la cultura metropolitana e la privatizzazione dei servizi pubblici.
Se io esco da casa col cacchio che vedo un cielo azzurro, e se solo mi azzardassi a respirare a pieni polmoni dovrei poi ricoverarmi per intossicazione da smog. Poi, questa pratica incoerente degli esseri da città che si schifano a vicenda, ma si consolano con gli animali fingendo di amarli e allevarli. Provate ad accarezzare il cane al guinzaglio di un passante che vi viene incontro: quanto meno - se uomo - vi beccate un calcio nelle palle e una denuncia per tentata rapina; se donna, invece, dopo essere stati massacrati a colpa di catena da una decina di passanti, vi beccate un processo per direttissima per tentata e consumata (?) violenza carnale. Oltre a un servizio in prima serata a pomeriggio 5, dove si dirà di voi che siete un maniaco seriale ricercato da almeno 25 anni. Pe ultimo una critica feroce alle ex municipalizzate e agli spazzini che, non appena assunti a tempo indeterminato, te li trovi negli uffici amministrativi della società di gestione della monnezza. 2000 persone in organico di cui 1920 amministrativi, 53 autisti e i rimanenti in malattia.
La grandeza di F. Volo, in queste poche righe, è il richiamo a Mahfouz, Steinbeck, passando per il primo Kerouac, ma il colpo di genio è averci fatto concentrare su una sola cosa: la merda.
ecco io ci leggo questo
ora, io non faccio lo scrittore, ma se dovessi parafrasare il suo profondo pensiero la direi così
ma vafanculu a tutti, ora trasloco a canicattini bagni che almeno nessuno ci scassa la ciolla, cani, cristiani e cartelle esattoriali pa munnizza