Tornando nel merito della discussione, riguardo alla proroga degli incentivi sulle ristrutturazioni non sono così pessimista, e non lo dico solo perché la mozione discussa ed approvata è stata avanzata dal M5S.
L'aspetto intrinseco del miglioramento dell'efficienza energetica è forse quello meno incisivo nel complesso degli effetti della mozione.
Con il meccanismo dell'incentivo è vero che inizialmente si influenza il commercio all'esistenza dell'incentivo stesso, ma è altresì vero che l'incentivo permette in questo momento la sopravvivenza di tale mercato: le microimprese artigiane, quelle che costituiscono la gran parte del reddito dei lavoratori dell'edilizia, negli ultimi anni si sono tenute a galla perlopiù grazie al mercato creato da tale incentivo.
E' un tipo di mercato, ora, buono per tutti: è buono per chi riesce a lavorare, è buono per chi riesce a generare domanda.
E' buono per lo Stato ed è buono per la società, perché la ristrutturazione è un settore la cui domanda è maggiormente composta da soggetti privati e dove l'evasione fiscale delle microimprese è riuscita a radicarsi con libertà.
L'incentivo crea la necessità di chi fa la domanda di un 100% di compenso fatturato, le imprese sono costrette a fatturare per lavorare, lavorano ed a loro volta possono spingere al massimo sulle detrazioni fiscali.
Un meccanismo che pian piano si sta oliando bene e se perseguito con metodo, esteso ad altro tipo di mercato ed implementato in un auspicato periodo di ripresa economica, crea un circolo di virtuosità. Far capire alle persone che sì, si può lavorare nel 100% della legalità, se lo Stato per primo aiutasse noi a sopravvivere.
L'incentivo nell'immediato fa bene, nel futuro se accompagnato da una migliore economia può generare enormi frutti. Da solo sicuramente non basta, ma nella peggiore delle ipotesi non fa sicuramente più danni di quanti se ne avrebbero senza la sua esistenza.
Il vero meccanismo pericoloso per la società civile è il condono, e gli effetti ne abbiamo visti per anni in vari campi e tutt'ora li stiamo pagando.
C'è poi un aspetto della ristrutturazione che ritengo ancora più importante, estremamente più importante: la salvaguardia della nostra storia, del nostro territorio e della nostra vita.
Ne ha parlato ieri sera Sgarbi su Servizio Pubblico (quando non deve far la parte del coglione che tanto gli piace, emerge la sua invidiabile cultura) e preferisco invitare tutti a cercare quel bellissimo monologo piuttosto che tentare personalmente di riassumerlo.
Ristrutturare, recuperare, evitare di aggiungere inutile cemento ad altro inutile e degradante cemento, dovrebbe essere il principio cardine dell'edilizia e delle infrastrutture del nostro secolare paese.
Anche in periodo di vacche grasse, la ristrutturazione ed il restauro andrebbero incentivate senza limiti.
Servizio Pubblico, Vittorio Sgarbi: “Il coraggio di dire no” – Video Il Fatto Quotidiano TV
Per quanto riguarda il trionfo lettiano dell'abolizione del rimborso elettorale, meglio dei parlamentari del M5S non c'è modo di riassumere:
Montecitorio Cinque Stelle
49 minuti fa
CLAMOROSO. Finanziamento ai partiti, il governo inventa oggi una legge-truffa. I cittadini continueranno a foraggiare i partiti con un trucco stile "8 per mille". Dal finanziamento pubblico, al finanziamento privato obbligatorio.
Il ddl di modifica della legge sui rimborsi elettorali è un vittoria morale per il MoVimento 5 Stelle che ha imposto l’agenda politica al Governo, ma è una “legge-truffa”, una presa in giro per i cittadini che continueranno a pagare per far campare i partiti. Di fatto a riempire le casse delle forze politiche saranno sempre gli italiani tramite risorse che saranno sottratte al bilancio dello Stato. Così i deputati del M5S alla Camera si esprimono sul testo uscito dall’odierno Consiglio dei ministri.
Non solo il finanziamento ai partiti non avrà efficacia hic et nunc, come invece previsto dalla proposta di legge a 5 stelle, dato che si spalma su tre anni, ma con la misura sull’inoptato i partiti imporranno una sorta di prelievo forzoso ai contribuenti. Proprio come accade con l’otto per mille alla Chiesa, infatti, il due per mille non espressamente destinato alle forze politiche sarà comunque distribuito ai partiti, entro una certa quota, in modo proporzionale rispetto alle somme stanziate in via esplicita.
Equivale a dire: “O me li dai o li prendo da me”. In questo modo le forze della maggioranza tentano di salvare le penne. Sanno bene, infatti, che se i cittadini potessero decidere in piena libertà, lascerebbero questi partiti a bocca asciutta.
Con il provvedimento odierno il governo fa la voce grossa, caccia il finanziamento pubblico dalla porta e poi lo fa gentilmente rientrare dalla finestra con tante scuse. E lo definisce esplicitamente “finanziamento pubblico”. Ma come? Non era stato abrogato e sostituito con un referendum vent’anni fa? Il MoVimento 5 Stelle annuncia proteste clamorose.